Nella giornata di oggi, 11 febbraio 2025, Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, unitamente a
militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, hanno proceduto a dare esecuzione a un
provvedimento del Gip del Tribunale di Cassino con cui, a conclusione di una complessa attività d’indagine coordinata dalla locale Procura, è stato disposto il sequestro di falsi crediti di imposta, quantificati in oltre 76 milioni di euro, maturati mediante l’indebito ricorso alle misure di sostegno emanate dal Governo con il decreto rilancio (D.L. 34/2020) durante la fase più acuta
dell’emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese in difficoltà.
La misura cautelare costituisce il punto d’arrivo di una complessa indagine che, prendendo le mosse, nell’anno 2023, ha in una prima fase interessato una nota società finanziaria operante nel cassinate e poi ha consentito di ipotizzare un sistema fraudolento operante sul territorio nazionale dedito alle frodi in materia di
cessioni di credito d’imposta e di indebite compensazioni.
Nel complesso l’indagine ha visto coinvolti una vasta platea di soggetti e il coinvolgimento di 36 società
radicate in diverse regioni d’Italia, e ha portato alla denuncia di 87 persone fisiche a vario titolo per i reati di “concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”.
Infatti, gli accertamenti ed approfondimenti esperiti in esecuzione dell’attività co-delegata dalla Procura di Cassino ai Gruppi della Guardia di Finanza di Formia e Cassino, sviluppatisi attraverso la ricostruzione, a ritroso, di tutto il “portafoglio” dei crediti fittizi nella disponibilità dei soggetti cessionari, tramite i quali gli stessi sono
poi pervenuti alla predetta società finanziaria, hanno consentito di acclarare l’esistenza di molteplici e concatenate cessioni di crediti d’imposta di origine illecita. In particolare, l’investigazione svolta dalle Fiamme Gialle, attraverso interrogazione banche dati in uso al Corpo,
esame e sviluppo di segnalazioni di operazioni sospette, acquisizione ed analisi di documentazione, esame e sviluppo dei dati pervenuti dalla Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate e dalla Sogei S.p.A., ha permesso di riscontrare l’esistenza di numerose e ricorrenti anomalie e circostanze sintomatiche della natura illecita dei
crediti fiscali oggetto di monetizzazione quali, ad esempio, che gli indagati, in qualità di primi cedenti, non avevano in realtà la disponibilità dei fabbricati su cui erano stati fittiziamente effettuati i lavori.
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