Il settore edile si trova di fronte a un contesto complesso, caratterizzato da luci e ombre. Da un lato la tenuta del settore nel 2024, ma dall’altro il calo dell’occupazione, la decelerazione degli investimenti, le difficoltà di accesso al credito e le incertezze legate al quadro macroeconomico e geopolitico impongono un approccio prudente e una costante attenzione all’evoluzione del mercato.
È il commento di Claudio Boccaletti, presidente della categoria Edilizia per la nostra associazione, sull’analisi che riguarda il comparto delle costruzioni. Come emerge dall’indagine elaborata dal nostro ufficio studi per le province di Modena e Reggio Emilia.
Il settore edilizia a Modena
A Modena sono 10.806 le imprese attive nel 2024, pari al 17,1% del totale provinciale. Quasi 22 mila gli addetti operanti nel settore, per un valore aggiunto nel 2022 pari a 1,5 miliardi di euro, corrispondente al 5,3% del totale provinciale. A Modena il 40,5% degli addetti lavora nelle imprese artigiane: un’incidenza superiore alla media nazionale che si attesta al 39,8%. Il dato permette all’area di essere tra le 56 province italiane con un peso maggiore dell’artigianato. Quella modenese è anche tra le 62 province con dimensione media nell’artigianato dell’Edilizia superiore alla media con 1,93 addetti per impresa attiva rispetto all’1,87 nazionale.
Il settore edilizia a Reggio Emilia
A Reggio Emilia sono 10.533 le imprese attive nel 2024, pari al 17,1% del totale provinciale. Poco meno di 15 mila gli addetti operanti nel settore, per un valore aggiunto nel 2022 pari a 953 milioni di euro, corrispondente al 4,8% del totale provinciale. Reggio Emilia è la 12esima provincia a livello nazionale per vocazione artigiana, infatti sono nell’artigianato almeno 6 addetti su 10 del comparto costruzioni.
Il presidente dell’edilizia Boccaletti conclude:
I dati evidenziano in maniera chiara la situazione che ha attraversato e sta tuttora attraversando il comparto. Le misure contenute nella Legge di Bilancio 2025 e le risorse impiegate nel Pnrr possono dare una spinta a un comparto che vede la sostanziale riduzione, fino al superamento del Superbonus, di numerosi bonus e incentivi per la riqualificazione energetica. Il rischio concreto è che una parte delle piccole e medie imprese del settore vada incontro a un significativo periodo di riduzione dell’attività. È importante però si permetta alle imprese di avere un accesso al credito più agevole e una semplificazione della burocrazia che nell’edilizia trova una delle massime espressioni, e anche l’adozione del Pug non segna di certo un cambio di rotta. L’associazione, come fatto anche per la normativa sulla patente a crediti, si mette a disposizione per garantire sempre una consulenza puntuale e precisa, ma le imprese hanno urgenza di avere meno pressione fiscale e burocratica per valorizzare il proprio lavoro al meglio.
Il settore edilizia in Emilia-Romagna
A livello regionale allargando il discorso alla filiera dell’edilizia, che comprende anche tutti gli attori economici che girano attorno al settore, dal mobilificio, all’agenzia immobiliare, all’interior designer, si arriva a toccare il 9,2% del valore aggiunto regionale (superiore al 7,3% medio nazionale). Dallo studio, si nota una dinamica negativa dell’occupazione nel settore delle costruzioni in Emilia-Romagna (-0,6%), meno accentuata rispetto al -7,8% del 2023.
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