“Ricordati che la Savio non è tua” la chat che diede il via all’inchiesta su Segre


Sotto la lente dei magistrati c’è l’intreccio economico e familiare che ruota intorno alla Savio, l’azienda i serramenti di Chiusa san Michele: i magistrati ipotizzano intestazioni fittizie. i pm ipotizzano intestazioni fittizie, in sostanza una serie di giravolte societarie dietro le quali si celerebbe sempre Massimo Segre.

L’inchiesta si concentra sugli anni più delicati dell’azienda valsusina a partire dal 2020 quando il gruppo accumulò debiti per 100 milioni di euro. 

A traghettare l’azienda verso il concordato Massimo Segre che fece da garante con le banche. Nel 2020 nacque la Hope, all’epoca l’80 per cento apparteneva al figlio di Segre che nel 2021 la cedette a Cristina Seymandi (all’epoca fidanzata del padre), mentre il 20 per cento era in mano di Vittorio Moscatelli, ad di Ipi della famiglia Segre.

nel 2022 la Hope rilevò la Savio per quasi 10milioni di euro. Perché l’operazione vada a buon fine Segre fece da garante e Finpiemonte un finanziamento da 2 milioni i euro. C’era però una clausola: che il contributo a fondo perduto non fosse riconducibile alla famiglia Segre. 

Poi arrivò la fine della relazione tra Segre e Seymandi e a far insospettire i magistrati la frase della chat  del finanziere all’ormai ex fdanzata “La Savio non è tua



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