Il rischio di bloccare anche l’ingresso di talenti qualificati


Gli immigrati hanno avuto un ruolo fondamentale nella creazione di alcune delle più grandi aziende tecnologiche statunitensi. Tra queste figurano società come Google, Uber, e le stesse Tesla e SpaceX di Elon Musk. Uno studio della National Foundation for American Policy ha analizzato il ruolo fondamentale svolto dagli immigrati nella creazione di imprese “unicorno”, definite come startup private del valore di un miliardo di dollari o più. Si rileva che gli immigrati hanno fondato più della metà (319 su 582, pari al 55%) di queste aziende. Eventuali restrizioni all’immigrazione qualificata potrebbero quindi limitare la nascita di nuove imprese innovative, con ripercussioni sull’intero ecosistema imprenditoriale americano.

Anche le università, tradizionalmente di eccellenza, svolgono un ruolo importante. Secondo gli economisti Michel Beine, Giovanni Peri e Morgan Raux, l’aumento della presenza di studenti stranieri nelle università statunitensi è correlato a una maggiore nascita di startup, spesso frutto della collaborazione tra laureati americani e stranieri. D’altronde, la competizione globale per i talenti si intensificando. Un rapporto dell’Ocse mostra come Paesi quali Nuova Zelanda, Svezia, Svizzera e Regno Unito stiano implementando politiche migratorie più flessibili per attrarre lavoratori qualificati, mentre gli Stati Uniti rischiano di perdere il loro tradizionale vantaggio competitivo in questo ambito.

Politiche restrittive anche verso i qualificati potrebbero spingere molti imprenditori tecnologici verso altri Paesi. Il Canada, per esempio, ha visto un aumento nelle startup fondate da ex residenti negli Stati Uniti negli ultimi anni.

Di fronte a queste evidenze empiriche cosa farà Trump nel suo secondo mandato? La sua coalizione è divisa tra la fazione nazionalista del Maga, contraria all’aumento dell’immigrazione, e la componente pro-business, rappresentata da Musk e Vivek Ramaswamy, che vede nei lavoratori qualificati un’opportunità per l’innovazione.

Trump si è schierato a favore dell’immigrazione altamente specializzata, considerandola essenziale per la crescita economica a lungo termine. Ha sostenuto l’idea di concedere la carta verde ai laureati stranieri per trattenerli nel Paese, evitando una perdita di talenti. Tuttavia, il suo passato suggerisce politiche restrittive, soprattutto sull’immigrazione irregolare. Il suo recente allineamento con il settore tecnologico potrebbe indicare un’apertura, ma resta da vedere quale fazione prevarrà nella sua amministrazione. Gli Stati Uniti hanno costruito la propria potenza economica sulla capacità di attrarre le migliori menti da tutto il mondo. Chiudere le porte non significa solo un rischio immediato per alcuni settori, ma un freno strutturale allo sviluppo di lungo periodo.



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