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Perché l’Europa ha bisogno di una maggiore tutela degli investitori
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A firma di Matis Joab, Executive Director di BETTER FINANCE*
Negli ultimi anni, la tutela degli investitori in Europa è diventata un tema sempre più centrale, poiché i risparmiatori faticano a muoversi con tranquillità nei mercati finanziari e registrano perdite importanti causate da condotte aziendali scorrette, governance inadeguate e regolamenti di mercato frammentati. Questi fattori indeboliscono la fiducia degli investitori, ostacolando rallentando la mobilità del risparmio privato verso investimenti produttivi, con ricadute negative a livello individuale, ma anche sull’intera economia europea. Per recuperare la fiducia degli investitori e sostenere la crescita economica della UE bisognerebbe rafforzare la griglia delle tutele e lavorare a un quadro normativo armonizzato e chiaro. Il diritto a un equo risarcimento è un principio fondamentale di giustizia: tuttavia, per molti investitori europei ottenere un rimborso sollecito e congruo, in caso di violazioni normative, resta talvolta un obiettivo difficile da raggiungere.
Negli anni, le inefficienze strutturali del mercato e le carenze e le smagliature normative hanno determinato passivi significativi per i risparmiatori in tutta Europa mettendo in discussione la fiducia nei mercati finanziari. Sebbene, nel lungo periodo, un portafoglio diversificato in azioni, obbligazioni e fondi d’investimento a basso costo garantisca rendimenti superiori e una protezione più efficace dall’inflazione rispetto ai depositi bancari o alla liquidità, anche singoli episodi di frode o abuso di mercato possono erodere seriamente la fiducia degli investitori, scoraggiando l’impiego di investimenti finanziari.
L’Europa e il mondo stanno affrontando sfide di natura sistemica, tra le quali il calo demografico, la crisi del welfare previdenziale, la rapida evoluzione della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, l’instabilità geopolitica crescente e l’urgente necessità di contrastare il cambiamento climatico. In questo contesto, cresce la richiesta di una semplificazione normativa e di una riduzione degli oneri burocratici, particolarmente nel campo della finanza privata che riguarda i ceti medi.
Un quadro normativo più efficace e la contestuale riduzione della burocrazia in eccesso potrebbero rafforzare la competitività dell’UE, ma è fondamentale garantire tutele essenziali per non ripetere gli errori del passato. Ciò vale in particolare per il settore finanziario, dove la fiducia dei risparmiatori privati nei mercati rimane debole. Molti cittadini europei “lasciano i propri risparmi” in conti bancari o li conservano in contanti, scontando una costante erosione del potere d’acquisto a causa dell’inflazione e limitando gli investimenti strategici necessari per la crescita dell’Europa, rendendola meno competitiva rispetto agli Stati Uniti, dove l’investimento nei mercati finanziari è significativamente più diffuso.
La cattiva allocazione del risparmio privato non si risolve con un eccesso di regolamentazione, ma con un quadro normativo snello ed efficace, fondato su principi chiari e applicato con rigore. È fondamentale assicurare che gli investitori individuali e gli utenti dei servizi finanziari dispongano di tutele efficaci in caso di violazione dei loro diritti.
L’eccesso di burocrazia e gli elevati costi legali spesso scoraggiano i piccoli azionisti, rendendoli deboli nei Tribunali rispetto alle grandi società e agli investitori istituzionali, esponendoli a operazioni speculative e pratiche aziendali poco trasparenti. Un esempio significativo della fragilità degli investitori europei è il caso Fiat Chrysler (oggi Stellantis). Tra il 2014 e il 2017, l’azienda è stata travolta dall’affaire dei defeat devices, dispositivi progettati per alterare i test sulle emissioni fuorviando sia le Autorità di regolamentazione, sia gli investitori, e provocando perdite, soprattutto ai piccoli risparmiatori.
Mentre gli investitori statunitensi che avevano acquistato azioni presso la Borsa di New York hanno ottenuto un risarcimento di 110 milioni di dollari, gli investitori europei sono ancora in attesa di giustizia, evidenziando il divario esistente tra la tutela degli investitori negli Stati Uniti e in Europa.
In Italia, ad esempio, sebbene la CONSOB disponga di poteri di vigilanza, l’assenza di strumenti efficaci di azione collettiva limita la capacità dei piccoli azionisti di ottenere un risarcimento. Alcuni Paesi dell’UE, come i Paesi Bassi, offrono tutele più avanzate, ma la mancanza di un’armonizzazione tra i sistemi giuridici nazionali ostacola l’adozione di garanzie uniformi in tutta Europa.
Un altro problema rilevante è l’assenza di una normativa comunitaria unitaria in materia di fusioni e acquisizioni, che consente alle grandi società di aggirare la rappresentanza equa degli investitori retail. Per rafforzare la tutela degli investitori, è essenziale istituire meccanismi efficaci di giustizia collettiva. Secondo un sondaggio Eurobarometro, il 79% dei cittadini europei sarebbe più propenso a far valere i propri diritti se avesse la possibilità di agire collettivamente.
Per garantire una maggiore tutela degli investitori retail, è necessario un quadro normativo europeo chiaro ed efficace. Le riforme prioritarie dovrebbero includere:
- maggiore trasparenza: le imprese dovrebbero fornire informazioni chiare, semplici e comparabili su tutti gli elementi rilevanti per le decisioni di investimento
- miglior accesso ai meccanismi di azione collettiva: strumenti di risarcimento collettivo più accessibili aiuterebbero i piccoli investitori a ottenere giustizia in caso di illeciti societari
- rafforzamento della vigilanza regolamentare: ad Autorità come la CONSOB e l’ESMA dovrebbero essere attribuiti maggiori poteri per intervenire tempestivamente contro pratiche scorrette
- armonizzazione della normativa europea: un quadro regolatorio più uniforme garantirebbe pari diritti e tutele agli investitori in tutti gli Stati membri
Il caso Fiat Chrysler rappresenta solo la punta dell’iceberg di una materia ancora opaca e problematica molto più ampia, vale a dire l’assenza di un’efficace salvaguardia degli investitori retail europei. Se l’Unione Europea non adotterà misure concrete per migliorare la trasparenza e rafforzare le tutele giuridiche, sempre più risparmiatori perderanno fiducia nei mercati finanziari, con conseguenze negative per l’intero sistema economico.
La tutela degli investitori non è soltanto una questione di equità, ma un fattore cruciale per garantire la stabilità, la crescita e la competitività di lungo periodo dell’Europa.
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