ECONOMIA, commercio con l’estero. Dati Istat 2024


A dicembre 2024 l’export aumenta su base annua del 2,9% in valore, mentre si riduce dello 0,5% in volume. La crescita delle esportazioni in valore è più ampia per i mercati extra Ue (+4,2%) rispetto a quelli Ue (+1,4%). L’import registra un incremento tendenziale dell’1,7% in valore, sintesi di un forte aumento nell’area extra Ue (+7,7%) e di una contrazione nell’area Ue (-2,4%); in volume, l’import si riduce del 2,7 per cento.

SETTORI E CRESCITA TENDENZIALE

Tra i settori che più contribuiscono alla crescita tendenziale dell’export a dicembre 2024 si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+35,5%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+10,0%), macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (+4,2%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+18,2%) e sostanze e prodotti chimici (+9,7%). Diminuiscono su base annua le esportazioni di mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (-33,1%) e autoveicoli (-19,9%). Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori alla crescita dell’export nazionale sono: Spagna (+15,1%), paesi Asean (+32,2%), Regno Unito (+14,0%), Paesi Bassi (+15,0%) e Belgio (+10,6%). All’opposto, Stati Uniti e Germania (per entrambi -3,7%), Cina Popolare (-5,8%) e Austria (-8,9%) forniscono i contributi negativi più ampi.

LIEVE FLESSIONE DELLE ESPORTAZIONI

Nel complesso del 2024 l’export in valore registra una lieve flessione (-0,4%): a contribuire sono in particolare le minori vendite di autoveicoli (-16,7%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (-8,9%) e coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,4%). Per contro, rilevanti apporti positivi provengono dalle maggiori vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+19,6%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+9,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,9%). Il saldo commerciale a dicembre 2024 è pari a +5.980 milioni di euro (era +5.333 milioni a dicembre 2023). Il deficit energetico (-4.736 milioni) permane invece pressoché invariato rispetto a un anno prima (-4.731 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 10.064 milioni di dicembre 2023 a 10.717 milioni di dicembre 2024.

SURPLUS E DEFICIT ENERGETICO

Nell’anno 2024 il surplus commerciale è pari a +54.923 milioni (da +34.011 milioni del 2023). Il deficit energetico sia riduce a -49.555 milioni, da -65.137 milioni dell’anno prima. L’avanzo dell’interscambio di prodotti non energetici (104.478 milioni) è elevato e più ampio rispetto al 2023 (99.148 milioni). A dicembre 2024 i prezzi all’import crescono dello 0,3% su base mensile e sono pressoché stazionari su base annua (+0,1%, da -1,4% a novembre); nella media 2024 i prezzi flettono dell’1,5% (-7,4% nel 2023). La lieve flessione dell’export in valore nel 2024 (-0,4%) risulta positiva (+0,3%) al netto dei prodotti energetici. Il calo registrato riflette una crescita dei valori medi unitari (+2,1%) e una riduzione, di quasi pari entità, dei volumi (-2,4%) ed è sintesi di dinamiche contrapposte per le due aree, Ue (-1,9%) ed extra-Ue (+1,2%). Nel 2024 si riducono le esportazioni di beni intermedi (-1,1%), beni strumentali (-4,3%) ed energia (-18,7%) mentre crescono quelle di beni di consumo (+5,6%).

IMPORTAZIONI E PREZZI

Per l’import, la flessione nell’anno (-3,9%) riguarda tutti i raggruppamenti, a esclusione di beni di consumo non durevoli (+6,1%) ed è in buona parte spiegata dai minori acquisti di energia (-22,6%). Il 2024 si chiude con un deficit energetico in netta riduzione rispetto al 2023 e un avanzo commerciale in forte miglioramento (+54,9 miliardi di euro). La flessione nella media 2024 dei prezzi all’import è diffusa ma più ampia per i prodotti energetici; al netto di questi, la flessione è più contenuta       (-0,8%; -0,5% nel 2023).

ANALISI PER PRODOTTO E PAESE

In base alle elaborazioni effettuate risulta che la crescita tendenziale dell’export è spiegata per 1,4 punti percentuali dall’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso Stati Uniti d’America (Usa) e Regno Unito. Le maggiori esportazioni di macchinari e apparecchi n.c.a verso gli Stati Uniti, computer, apparecchi elettronici e ottici verso la Spagna e articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. verso la Turchia forniscono un ulteriore contributo positivo di 1,2 punti. All’opposto, la riduzione delle vendite di mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli, verso Stati Uniti e paesi Opec apporta un contributo negativo rilevante, pari a 2,1 punti percentuali. L’aumento degli acquisti di sostanze e prodotti chimici, computer, apparecchi elettronici e ottici e macchinari e apparecchi n.c.a. dalla Cina spiega per 0,9 punti percentuali l’incremento tendenziale dell’import. L’aumento delle importazioni di gas naturale dalla Russia fornisce un ulteriore contributo positivo di 0,6 punti. Per contro, i minori acquisti di petrolio greggio da paesi OPEC e Stati Uniti e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Usa e Germania apportano contributi negativi pari, rispettivamente, a 1,2 e 1,3 punti percentuali.

SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA

Per il comparto manifatturiero, gli incrementi tendenziali più marcati riguardano i settori: metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+2,2% Area euro, +8,1% Area non euro), industria del legno, della carta e stampa (+2,4% Area euro, +3,8% Area non euro) e altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (+2,6% Area euro). Le flessioni tendenziali più ampie si registrano, invece, per i settori fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,5% Area euro, -2,3% Area non euro), produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,9% Area euro, -3,2% Area non euro), fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-3,1% Area euro) e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-2,3% Area euro, -2,0% Area non euro).

IL COMMERCIO ESTERO NEL 2024

Nel 2024, le esportazioni in valore registrano una flessione modesta (-0,4%; stazionarie nel 2023) che risulta in lieve crescita al netto dei prodotti energetici (+0,3%). Questa dinamica da un lato è sostenuta dalle maggiori vendite di beni di consumo durevoli (+11,1%) e non durevoli (+4,5%), dall’altro frenata dalla contrazione delle vendite di energia (-18,7%), beni strumentali (-4,3%) e beni intermedi (-1,1%). Le importazioni in valore si riducono del 3,9%, quasi totalmente a seguito della contrazione degli acquisti di energia (-22,6%). La lieve flessione delle esportazioni in valore nel 2024 riflette una crescita dei valori medi unitari (+2,1%) e una riduzione, di quasi pari entità, dei volumi (-2,4%). I valori medi unitari all’export crescono per tutti i raggruppamenti, a esclusione di beni intermedi (-1,7%) ed energia (-4,6%). Riguardo ai volumi, si rilevano contrazioni particolarmente marcate per energia (-14,8%) e beni strumentali (-8,4%) e una riduzione più contenuta per beni di consumo non durevoli (-0,5%); crescono i volumi esportati di beni di consumo durevoli (+9,4%) e, in lieve misura, di beni intermedi (+0,6%).

CONTRIBUTI ALLA CONTRAZIONE

Per le importazioni la riduzione in valore (-3,9%; -10,3% nel 2023) è spiegata principalmente dal ridimensionamento dei volumi acquistati (-2,8%), mentre i valori medi unitari flettono dell’1,2%. I valori medi unitari all’import diminuiscono per energia (-12,7%) e beni intermedi (-2,6%) ma crescono per gli altri raggruppamenti; a esclusione di beni di consumo non durevoli (+1,7%), la contrazione dei volumi importati riguarda tutti i raggruppamenti ed è molto ampia per energia (-11,4%). La modesta flessione delle esportazioni italiane nel 2024 sottende dinamiche contrapposte per i diversi settori. La riduzione delle esportazioni riguarda molti settori della manifattura, per quanto con diversa intensità. I contributi negativi più ampi derivano dalla contrazione delle vendite di autoveicoli (-16,7%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (-8,9%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,4%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-3,3%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-8,0%). All’opposto, un’importante azione di sostegno all’export nazionale deriva da un numero ristretto di settori con aumenti delle vendite all’estero di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+19,6%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+9,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,9%). Crescono anche le esportazioni di sostanze e prodotti chimici (+2,0%) e computer, apparecchi elettronici e ottici (+3,2%).

CONTRIBUTI AL SOSTEGNO

Nel dettaglio, tra le categorie di prodotto le cui vendite all’estero hanno maggiormente contribuito a sostenere l’export italiano nel 2024 si segnalano: medicinali e altri preparati farmaceutici (+10,3%), oggetti di gioielleria e oreficeria in metalli preziosi o rivestiti di metalli preziosi (+43,6%), olio di oliva (+42,6%), prodotti per toletta, profumi, cosmetici, saponi e simili (+11,4%) e macchine di impiego generale e altro materiale meccanico n.c.a. (+9,8%). All’opposto, quelle le cui riduzioni delle vendite all’estero hanno fornito i contribuiti negativi più ampi sono: autoveicoli (-16,7%), prodotti della raffinazione del petrolio (-17,5%), costruzioni metalliche e non metalliche per navi e strutture galleggianti (-38,7%), ferro, ghisa, acciaio e ferroleghe (-12,2%) e calzature (-8,3%). Sull’andamento dell’export in valore nel 2024 ha inciso il calo delle vendite dirette sui mercati Ue (-1,9%) –  in particolare verso Germania (-5,0%), Austria (-11,8%) e Francia (-2,1%) – e di quelle dirette verso alcuni principali paesi partner extra-Ue, fra cui Cina (-20,0%) e Stati Uniti (-3,6%). Viceversa, particolarmente dinamico è risultato l’export verso la Turchia (+23,9%) e, in misura minore, verso paesi Opec (+6,6%), Spagna (+4,3%), Regno Unito (+5,3%) e paesi Asean (+10,3%).

ANALISI PER PRODOTTO E PAESE

Dall’analisi per prodotto e paese, emerge che le minori vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso la Cina e di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi e coke e prodotti petroliferi raffinati verso gli Usa apportano contributi negativi, rispettivamente pari a 0,6 e 0,7 punti percentuali alla dinamica nell’anno dell’export nazionale. Ulteriori contributi negativi provengono dalla riduzione delle vendite di autoveicoli verso la Germania e di articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili verso la Svizzera (per un totale di -0,5 punti). Al contrario, un contributo positivo di 0,8 punti percentuali deriva dall’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso Stati Uniti, Svizzera e Paesi Bassi e un ulteriore contributo positivo di 0,7 punti dall’aumento delle vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. verso la Turchia.

MENO IMPORTAZIONI DI PETROLIO

Per l’import, la flessione in valore nell’anno è quasi totalmente spiegata dalla contrazione degli acquisti di petrolio greggio (-25,4%) e gas naturale (-24,4%). Crescono, invece, le importazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+10,7%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,0%) e prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+7,7%). Alla contrazione dell’import nel 2024 contribuiscono in particolare le riduzioni degli acquisti da paesi Opec (-20,9%), Germania (-3,4%) e Svizzera (-12,6%), che da sole forniscono un contributo negativo di 2,2 punti percentuali. L’analisi per prodotto e paese mostra che la flessione dell’import nell’anno è spiegata per 1,7 punti percentuali dalla riduzione degli acquisti di petrolio greggio da paesi Opec e Usa e di gas naturale dai paesi Opec. Contributi positivi derivano invece dai maggiori acquisti di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dagli Stati Uniti e di sostanze e prodotti chimici dalla Cina (+0,5 e +0,4 punti percentuali, rispettivamente).

SALDO COMMERCIALE

L’andamento degli scambi commerciali dell’anno ha determinato un netto miglioramento del saldo commerciale dell’Italia, risultato positivo per 54.923 milioni di euro (era +34.011 nel 2023). Un contributo importante all’avanzo commerciale deriva dalla forte riduzione del deficit energetico (-49.555 milioni di euro, da -65.137 milioni del 2023), su cui ha inciso sia l’ulteriore flessione dei prezzi dei prodotti energetici (in particolare gas naturale ed energia elettrica) sia la riduzione dei volumi importati di questi prodotti. Al netto della componente energetica l’avanzo commerciale raggiunge i 104.478 milioni, in aumento rispetto al 2023 (+99.148 milioni). Con riguardo ai raggruppamenti principali di industrie, oltre alla riduzione del deficit nell’interscambio di prodotti energetici si rileva un deficit minore anche nell’interscambio di beni intermedi (-7.764 milioni di euro, da -14.253 milioni nel 2023); per i beni di consumo si registra un incremento del saldo positivo che passa da +58.069 milioni di euro del 2023 a +62.298 milioni nel 2024; mentre per i beni strumentali il saldo positivo si riduce, portandosi a +49.944 milioni di euro nel 2024, da +55.331 milioni dell’anno precedente. L’avanzo commerciale è sintesi di un deficit commerciale con l’area Ue (-10.152 milioni di euro; era -11.593 nel 2023) e un surplus con l’area extra-Ue (+65.075 milioni di euro; +45.604 milioni nel 2023).

PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI

Con riguardo ai principali partner commerciali, si conferma ampiamente positivo il saldo commerciale del Paese con gli Usa (+38.870 milioni di euro) seppure in riduzione rispetto al 2023 (+41.930 milioni) (Figura 20); si riduce anche l’avanzo commerciale con la Francia (da +18.552 milioni di euro del 2023 a +16.582 milioni del 2024), mentre aumenta quello con Regno Unito (+19.366 milioni di euro, da +17.298 milioni del 2023) e Svizzera (+14.470 milioni nel 2024, da +12.491 milioni dell’anno precedente). Peggiora il deficit commerciale con la Cina Popolare (-34.234 milioni di euro, da -29.481 milioni del 2023); si confermano su valori sostanzialmente analoghi a quelli del 2023 i saldi commerciali negativi con Germania e Paesi Bassi, mentre si registra una netta riduzione del deficit commerciale con i paesi Opec (-6.938 milioni di euro, da -16.292 milioni del 2023).

GLOSSARIO

Beni di consumo durevoli: includono, tra gli altri, la fabbricazione di apparecchi per uso domestico, la fabbricazione di mobili, motocicli, la fabbricazione di apparecchi per la riproduzione del suono e dell’immagine.

Beni di consumo non durevoli: includono, tra gli altri, la produzione, la lavorazione e la conservazione di prodotti alimentari e bevande, alcune industrie tessili, la fabbricazione di prodotti farmaceutici.

Beni intermedi: includono, tra gli altri, la fabbricazione di prodotti chimici, la fabbricazione di metalli e prodotti in metallo, la fabbricazione di apparecchi elettrici, l’industria del legno, la fabbricazione di tessuti.

Beni strumentali: includono, tra gli altri, la fabbricazione di macchine e motori, la fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione e controllo, la fabbricazione di autoveicoli.

Contributo alla variazione tendenziale: misura l’incidenza delle variazioni delle importazioni e delle esportazioni dei singoli aggregati merceologici o geografici sull’aumento o sulla diminuzione dei flussi aggregati.

Dati corretti per gli effetti di calendario: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalla variabilità attribuibile alla composizione del calendario nei singoli periodi (mesi o trimestri) dell’anno, dovuta al diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti, nonché dell’anno bisestile. Il ricorso a tale trasformazione dei dati consente di cogliere in maniera più adeguata sia le variazioni tendenziali (calcolate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia le variazioni medie annue.

Dati destagionalizzati: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, eccetera) e, se significativi, dagli effetti di calendario. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore.

Energia: include l’industria estrattiva di materie prime energetiche (petrolio, gas naturale, lignite), l’industria della raffinazione, la produzione di energia elettrica, gas e acqua, vapore, la raccolta, depurazione e distribuzione dell’acqua.

Esportazioni: includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del Paese per essere destinati al resto del mondo. Esse sono valutate al valore Fob (free on board), che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del Paese esportatore. Questo prezzo comprende il prezzo ex-fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale e gli eventuali diritti all’esportazione.

Importazioni: comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio economico del Paese in provenienza dal Resto del mondo. Esse sono valutate al valore Cif (cost, insurance, freight), che comprende: il valore Fob dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del Paese esportatore e la frontiera del Paese importatore.

Indice dei prezzi all’importazione: indicatore mensile che misura le variazioni nel tempo dei prezzi all’importazione di un paniere rappresentativo dei principali prodotti industriali importati da imprese dell’industria e del commercio. I prezzi si riferiscono ai prodotti industriali importati da imprese (la cui attività economica prevalente nelle sezioni B, C, D, E, G della classificazione Ateco 2007 derivata dalla Nace Rev.2) situate sul territorio nazionale.

Indice dei prezzi all’importazione al netto dell’energia: misura la componente di fondo dell’indice aggregato, calcolata al netto del Raggruppamento principale di industria Energia.

Indice totale dei prezzi all’importazione: indicatore definito dalla media aritmetica ponderata degli indici dei prezzi calcolati sui mercati dell’Area euro e non euro.

Merce: tutte le merci che fisicamente transitano la frontiera nazionale, inclusa l’energia elettrica. Per i movimenti particolari, che includono navi e aerei è utilizzato il principio della proprietà economica.

Quote di mercato: rapporto percentuale tra valore delle esportazioni nazionali e valore delle esportazioni di un gruppo di paesi elaborato a partire da dati di fonte Eurostat rispetto all’ultimo periodo di disponibilità dei dati.

Raggruppamenti principali di industrie: gruppi e/o divisioni di attività economica definiti, secondo il criterio della prevalenza.

Revisioni: differenze in punti tra la variazione percentuale pubblicata come dato provvisorio nel precedente comunicato stampa e quella definitiva relativa allo stesso mese di riferimento. Data la complessità merceologica e geografica dei dati di commercio estero, oltre alla revisione mensile, i regolamenti statistici comunitari prevedono che i dati mensili dell’anno t-1 siano ulteriormente rivisti e diffusi nel mese di novembre dell’anno t.

Settori di attività economica: aggregati della classificazione SNA/ISIC A38 (non previsti dalla classificazione Nace Rev.2) pubblicati per continuità storica con l’informazione fornita prima del gennaio 2009.

Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al mese o al periodo precedente.

Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o allo stesso periodo dell’anno precedente.

DEFINIZIONI DELLE AREE GEOGRAFICHE E GEOECONOMICHE

Africa settentrionale: Algeria, Egitto, Ceuta, Libia, Marocco, Melilla, Sahara Occidentale, Tunisia.

Altri paesi africani: Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Ciad, Comore, Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Gibuti, Guinea, Guinea equatoriale, Guinea-Bissau, Kenya, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Maurizio, Mayotte, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Repubblica unita di Tanzania, Ruanda, Sant’Elena-Ascensione e Tristan da Cunha, São Tomé e Principe, Seychelles, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sud Africa, Sudan, Sud Sudan, Swaziland, Territorio britannico dell’ Oceano Indiano, Togo, Uganda, Zambia, Zimbabwe.

Altri paesi asiatici: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Birmania, Brunei, Cambogia, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, India, Indonesia, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Macao, Malaysia, Maldive, Mongolia, Nepal, Pakistan, Singapore, Sri Lanka, Tagikistan, Taiwan, Thailandia, Timor-Leste, Turkmenistan, Uzbekistan, Vietnam.

America centro-meridionale: Anguilla, Antigua e Barbuda, Argentina, Aruba, Bahama, Barbados, Belize, Bermuda, Bolivia, Bonaire, Sint Eustatius e Saba, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Curaçao, Dominica, Ecuador, El Salvador, Giamaica, Grenada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Isole Cayman, Isole Falkland, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini Americane, Isole Vergini Britanniche, Messico, Montserrat, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica dominicana, Saint-Barthélemy, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincente e le Grenadine, Santa Lucia, Sint Maarten, Suriname, Trinidad e Tobago, Uruguay, Venezuela.

America settentrionale: Canada, Groenlandia, Saint-Pierre e Miquelon, Stati Uniti (Usa).

Area euro: Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna.

Area non euro: è costituita da tutti i paesi che non adottano l’euro: 1) Paesi che fanno parte dell’Unione europea ma che ancora non aderiscono all’euro (Bulgaria, Cechia, Danimarca, Polonia, Romania, Svezia, Ungheria); 2) tutti i Paesi del Resto del mondo; in particolare, Andorra, Città del Vaticano, Principato di Monaco e San Marino usano l’euro come moneta ufficiale ma non sono ufficialmente membri dell’Unione europea; pertanto, fanno parte dell’Area non euro.

Asean (Associazione degli Stati del Sud-Est Asiatico): Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Birmania, Singapore, Thailandia, Vietnam.

Medio Oriente: Arabia Saudita, Armenia, Azerbaigian, Bahrein, Emirati Arabi Uniti (EAU), Georgia, Giordania, Iraq, Israele, Kuwait, Libano, Oman, Qatar, Repubblica islamica dell’Iran, Siria, Territorio palestinese occupato, Yemen.

Mercosur: Bolivia, Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina.

Oceania e altri territori: Antartide, Australia, Figi, Georgia del Sud e Isole Sandwich australi, Isola di Bouvet, Isola Christmas, Isole Cocos (Keeling), Isole Cook, Isole Heard e McDonald, Isole Marianne settentrionali, Isole Marshall, Isole minori periferiche degli Stati Uniti, Isola Norfolk, Isole Pitcairn, Isole Salomone, Kiribati, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Palau, Papua Nuova Guinea, Polinesia francese, Samoa, Samoa americane, Stati Federati di Micronesia, Terre australi e antartiche francesi, Tokelau, Tonga, Tuvalu, Vanuatu, Wallis e Futuna, Provviste e dotazioni di bordo, paesi e territori non specificati, paesi e territori non specificati per ragioni commerciali o militari.

Opec: Algeria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Repubblica islamica dell’Iran, Venezuela, Gabon, Guinea Equatoriale e Congo.

Paesi europei non Ue: Albania, Andorra, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Fær Øer, Gibilterra, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Regno Unito, Repubblica moldova, Russia, Santa Sede (Stato della Città del Vaticano), Serbia, Svizzera, Turchia, Ucraina.

Unione europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link