In dieci anni scomparse 153mila imprese guidate da under35


Anche per le attività manifatturiere in dieci anni sono venute meno oltre 14mila imprese (-35,9%). La flessione ha interessato l’artigianato che, nel decennio, ha perso oltre 47mila imprese giovanili (-28,1%), mentre l’imprenditoria femminile under 35 ha visto una contrazione di oltre 43mila unità (-24,5%) e le imprese guidate da giovani stranieri sono diminuite di quasi 35mila unità (-27,4%).

Nel decennio si è prodotta una ricomposizione del peso percentuale dei vari settori: se nel 2014 commercio e costruzioni rappresentavano insieme quasi il 45% di tutte le imprese under 35, oggi il loro peso è sceso al 37%. Cresce invece l’incidenza dei servizi alle imprese (dall’8,7% all’11,8%) e dell’ICT (dal 6,4% all’8%). Un chiaro segnale di come «le nuove generazioni si stiano orientando verso settori a maggior contenuto tecnologico e di servizi avanzati».

Lombardia e Campania le regioni con più imprese uder35

A livello territoriale, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di imprese under 35 (oltre 74mila), pur avendo registrato nel decennio una contrazione del 15,1%. La Campania, seconda regione per presenza di imprese giovanili (oltre 61mila), ha avuto una flessione del 23,8%.

Più forte il calo nelle regioni del Centro, con le Marche che hanno perso il 36,7% delle imprese giovani, l’Umbria (-32%) e la Toscana (-31,1%). Nel Mezzogiorno, dove tradizionalmente è più elevata l’incidenza di imprese giovanili sul totale delle imprese, le flessioni più consistenti si sono registrate in Molise (-35,6%), Abruzzo (-35,2%) e Calabria (-34,4%). Più contenute le perdite in Sicilia (-32,9%) e Puglia (-28,6%), che mantengono una significativa presenza di imprenditoria giovanile con rispettivamente quasi 43mila e 34mila imprese under 35.

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