A rischio i finanziamenti europei destinati a opere strategiche per affrontare la crisi idrica in Sicilia, migliorare le infrastrutture stradali e ferroviarie e sostenere le imprese. In ballo c’è un miliardo e mezzo di euro del piano Fesr 2021-2027, che la Regione Siciliana deve riuscire a salvare per evitare la restituzione a Bruxelles.
L’allarme è scattato quando il presidente Schifani ha ricevuto una relazione sulla Programmazione europea che evidenzia ritardi significativi nell’avanzamento di alcuni progetti. Il termine ultimo è il 31 dicembre: entro questa data devono essere certificati investimenti per 537 milioni, con ulteriori miliardi da sbloccare nel 2026 e 2027.
Per evitare un rischio analogo a quello del periodo 2014-2020, il governo regionale ha convocato un vertice straordinario con gli assessori coinvolti, tra cui Alessandro Aricò (Infrastrutture), Roberto Di Mauro (Acqua, Rifiuti ed Energia) e Edy Tamajo (Attività Produttive), per accelerare la spesa e garantire il completamento degli interventi.
Tra i progetti che avanzano a rilento ci sono le opere per il miglioramento della gestione dei rifiuti, come gli impianti di Scanzano, Rosamarina, Rosamarina-Castello e Santa Rosalia. Si tratta di interventi dal valore di circa 45 milioni di euro, fondamentali per sfruttare al meglio la capacità delle discariche e ridurre l’accumulo di rifiuti.
Anche i progetti infrastrutturali rischiano di subire ritardi, tra cui il potenziamento della linea ferroviaria Palermo-Catania e la Circumetnea. Il presidente dell’ARS ha chiesto garanzie immediate sull’accelerazione della spesa, in particolare per i progetti legati all’edilizia scolastica (200 milioni) e all’ambiente (160 milioni).
Il tema è stato sollevato anche dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Roberta Schillaci, che ha evidenziato come i ritardi riguardino anche i fondi del PNRR destinati all’edilizia scolastica. Schillaci ha chiesto un tavolo di confronto al ministro Raffaele Fitto per trovare soluzioni urgenti.
La situazione rimane critica: se la spesa non sarà certificata nei tempi previsti, la Sicilia rischia di perdere finanziamenti cruciali per il proprio sviluppo. Il governo regionale è ora chiamato a un intervento tempestivo per sbloccare i progetti e garantire l’utilizzo efficace delle risorse europee.
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