UniCredit starebbe lavorando a un’operazione di Significant Risk Transfer (o SRT) relativa a un portafoglio di quasi 4 miliardi di euro di finanziamenti ad aziende tedesche. Lo scrive Bloomberg, precisando che il portafoglio rappresenta circa il 7% del valore del totale portafoglio prestiti del gruppo bancario e che l’operazione potrebbe essere completata nel trimestre in corso.
Bloomberg aggiunge anche che, in una separata operazione, UniCredit sta lavorando anche a una piccola transazione SRT legata a un portafoglio di prestiti aziendale della sua filiale bulgara. E che l’anno scorso la banca ha completato un’operazione di SRT legata a un portafoglio di 1,7 miliardi di euro di esposizioni societarie concesse ad aziende clienti della Repubblica Ceca e della Slovacchia. Non solo. Sembra che UniCredit stia anche valutando se effettuare una operazione SRT legata a contratti di factoring.
Ricordiamo che esistono diversi tipi di SRT, ma il più diffuso è il trasferimento sintetico del rischio, attraverso quindi un’operazione di cartolarizzazione sintetica. In questa forma di SRT, la banca mantiene la proprietà dell’esposizione creditizia vendendo un contratto di protezione del credito su una quota (5-15%) del pool di crediti oggetto dell’operazione, in modo appunto da copirire le prime eventuali perdite. Le controparti sono in genere fondi pensione, assicurazioni, fondi sovrani ed hedge fund. Ciò consente alle banche di liberare capitale di vigilanza, mentre gli investitori possono ottenere interessanti rendimenti (sul tema, si veda qui l’Occasional Paper dell’European Systemic Risk Board).
Secondo i dati di S&P Global, aggiornati al giugno 2024, le banche europee più attive in tema di operazioni SRT sono state Barclays e Santander, rispettivamente con oltre 60 miliardi di euro di asset che sono stati oggetto di SRT e con poco meno di 60 miliardi, seguite da BNP Paribas, Deutsche Bank e Intesa Sanpaolo (con meno di 30 miliardi) e con Unicredit all’11° posto (con circa 15 miliardi), mentre sul fronte del tipo di asset oggetto delle operazioni, quelli che rappresentano i portafogli maggiori sono i crediti corporate.
Quanto alle nuove emissioni, si prevede che il mercato delle operazioni SRT crescerà ancora nel 2025, in quanto le autorità di regolamentazione degli Stati Uniti si preparano ad attuare il cosiddetto Basel III Endgame, aumentando i requisiti patrimoniali delle banche (si vedano qui gli approfondimenti di PwC e di EY). Secondo Chorus Capital Management, investitore specializzato in tranche di SRT, l’emissione di SRT dovrebbe salire a 30-35 miliardi di dollari nel 2025 nel mondo, dai 29 miliardi di dollari del 2024. Il volume totale degli SRT in circolazione è aumentato del 40% dal 2023 al 2024, passando da 50 a 70 miliardi di dollari, e un altro investitore del settore, Pemberton Asset Management, prevede che il volume globale degli SRT in circolazione raggiungerà i 130-150 miliardi di dollari entro il 2030.
E infatti gli asset manager specializzati in private debt si stanno attrezzando, lanciando fondi dedicati a operazioni sul capitale regolamentare. Secondo With Intelligence, nel 2024 sono stati chiusi i due più grandi fondi SRT di sempre, uno da parte di Chorus Capital e l’altro da parte di AXA IM Alts, che hanno raccolto entrambi 2,5 miliardi di dollari, mentre almeno quattro gestori sono in raccolta per veicoli specifici SRT con target di oltre un miliardo di dollari ciascuno.
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