Terremoto nel mondo del rally, e l’epicentro sembra essere proprio tra le province di Sondrio e Lecco. Tanto che un noto pilota valtellinese, Marco Gianesini, è al centro dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Frosinone, posto agli arresti domiciliari.
La notizia questa mattina è esplosa come una bomba nel nostro territorio, patria storica di questo sport, quando si è saputo che una delle persone arrestate nell’ambito dell’indagine laziale era un pilota di casa nostra.
I finanzieri del Comando provinciale di Frosinone, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno svolto un’operazione di polizia economico-finanziaria su gran parte del territorio nazionale, con l’impiego di oltre 200 militari in forza a 40 reparti del Corpo. Nel corso delle attività, è stata data applicazione a ordinanze emesse dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Frosinone che hanno disposto, tra l’altro, la misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di sei persone, quattro residenti in provincia di Frosinone, uno in provincia di Latina e uno in provincia di Sondrio, ai vertici dell’organizzazione criminale individuata, nonché il sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di oltre 40 milioni di euro. Contestualmente, sono state eseguite anche perquisizioni.
Gli uomini delle fiamme gialle, guidati dal colonnello Diego Morelli, hanno ricostruito la strutturata dell’organizzazione criminale, che operava attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di società “cartiere” (tutte del Frosinate) a favore di soggetti economici realmente operanti in vari settori economici, con sede su gran parte del territorio nazionale, ma soprattutto nel Nord Italia, in Lombardia, punti importanti tra Sondrio e Lecco.
Il “giro” era semplice, ma allo stesso tempo ben articolato: da Frosinone le società cartiere emettevano le fatture false per le sponsorizzazioni nell’ambito di anche importanti gare di rally, così da garantire agli operatori nostrani, ma non solo, di conseguire indebiti vantaggi fiscali, deduzioni di costi e di detrazioni Iva. I soldi che corrispondevano, solo formalmente, alle fatture, tornavano poi indietro, agli operatori del Nord Italia che avevano effettuato i bonifici, in gran parte sotto forma di contanti, così da impedire o, comunque, ostacolare la tracciabilità dei reali flussi finanziari. Il tutto al netto di somme trattenute dalle “cartiere” come profitto. L’ammontare complessivo delle fatture false emesse dall’organizzazione, rilevato dai finanzieri durante le indagini, è di oltre 80 milioni di euro, con un’evasione di Iva per oltre 11 milioni di euro.
E ai vertici di questa organizzazione, secondo gli inquirenti, ci sarebbe anche Marco Gianesini, noto pilota valtellinese che, da noi contattato attraverso il suo ufficio stampa, ha fatto sapere non don poter rilasciare dichiarazioni in merito alla delicata vicenda.
Ma ci sono molti altri nomi nella corposa inchiesta, tra cui anche lecchesi e valtellinesi, con ruoli più marginali. Gli indagati, a vario titolo, per le fattispecie criminose di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta, sono infatti ben 181.
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