Il sistema fiscale del nostro Paese concede ai contribuenti una parziale sovranità sulle imposte versate allo Stato; essi hanno infatti l’opportunità di destinare specifiche quote dell’IRPEF (Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche) a determinati beneficiari i cui dati sono reperibili su elenchi disponibili sul portale web dell’Agenzia delle Entrate.
Tali quote sono attualmente tre, ovvero il 2×1000, l’8×1000 e il 5×1000.
Il 2×1000 è una quota IRPEF destinabile ai partiti politici, l’8×1000 è invece destinabile alle istituzioni religiose o allo Stato mentre il 5×1000 agli enti che svolgono attività socialmente rilevanti come per esempio Medici Senza Frontiere (MSF), una ONG (Organizzazione umanitaria Non Governativa). Per inciso, Medici Senza Frontiere impiega il 5×1000 per vari tipi di soccorso sanitario, fra cui si ricordano principalmente chirurgia e medicina d’urgenza, cura della malnutrizione, gestione della salute materno-infantile e riproduttiva, assistenza sanitaria e psicologica e prevenzione e cura della malaria.
A quanto ammonta il 5×1000?
Se vogliamo destinare il 5×1000 delle imposte che dobbiamo allo Stato a uno specifico destinatario e intendiamo conoscere a quanto ammonta tale quota, è sufficiente moltiplicare l’IRPEF netta dovuta per 0,005.
Se, facendo un esempio pratico, nel 2024 abbiamo conseguito redditi che comportano il pagamento di un’IRPEF netta di 4.000 euro, il 5×1000 corrisponde a 20 euro. Può sembrare una piccola quota, ma si deve considerare che in Italia ci sono circa 42 milioni di contribuenti e le cifre da destinare ai beneficiari possono risultare piuttosto consistenti ed essere di notevole aiuto per chi svolge attività socialmente rilevanti.
È opportuno precisare che destinare il 5×1000 non dà diritto né a deduzioni né a detrazioni, ma nemmeno contribuzioni aggiuntive. Scegliendo tale opzione si esercita semplicemente il diritto di decidere come impiegare una parte del proprio contributo fiscale. Il 5×1000 non è quindi una donazione.
Se si desidera contribuire con cifre superiori rispetto a quelle del 5×1000 si può eventualmente effettuare una donazione liberale utilizzando un metodo di pagamento tracciabile come per esempio un bonifico bancario.
Peraltro, questa quota potrà essere portata in detrazione o in deduzione nella prossima dichiarazione dei redditi.
Chi sono i destinatari del 5×1000?
Il 5 per mille dell’IRPEF è relativo a determinate finalità di interesse sociale e le categorie che rientrano in questo ambito sono espressamente indicate nella “Scheda per la scelta della destinazione dell’8 per mille, del 5 per mille e del 2 per mille dell’IRPEF” allegata ai vari modelli di dichiarazione dei redditi e scaricabile anche in formato PDF dal portale dell’Agenzia delle Entrate. Sempre su questo portale è disponibile l’elenco di tutti i destinatari ammessi al contributo.
Le categorie di destinazione sono 7: enti del terzo settore iscritti nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore); attività sociali svolte dal comune di residenza; finanziamento della ricerca sanitaria; enti gestori delle aree protette, finanziamento della ricerca scientifica dell’università; attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; associazioni sportive dilettantistiche che svolgono rilevante attività di rilevanza sociale.
Per destinare il 5×1000 è necessario presentare la dichiarazione dei redditi?
Anche se si è tra coloro che non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi, si può destinare il 5 per mille delle proprie imposte utilizzando la scheda allegata Certificazione Unica 2025 (CU 2025).
Come si effettua la destinazione del 5×1000?
Destinare il 5×1000 della propria IRPEF è molto semplice. Se si vuole assegnare la quota a uno specifico destinatario si deve indicare il suo codice fiscale; per esempio, qualora si voglia destinarla a MSF basterà indicare il codice fiscale 97096120585 e apporre la propria firma.
Se invece si vuole destinare la quota a una determinata categoria, si dovrà semplicemente apporre la propria firma nel riquadro specifico, per esempio quello del “Sostegno degli enti gestori delle aree protette” oppure quello del “Sostegno degli enti del terzo settore iscritti nel RUNTS” ecc. In questo caso la quota sarà proporzionalmente ripartita fra i vari beneficiari della categoria indicata.
Se non si appone la propria firma in uno dei 7 riquadri, la quota rimarrà allo Stato.
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