L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo del lavoro, ma il gap di competenze rischia di frenare la crescita dell’Europa. Secondo un’indagine di Access Partnership e Aws, entro il 2028 l’86% delle aziende adotterà strumenti IA, con un impatto significativo su It, ricerca e sviluppo e finanza. Tuttavia, il 71% delle imprese non ha ancora strategie di formazione definite e l’80% fatica a reperire professionisti qualificati. Le aziende sono disposte a pagare salari più alti a chi possiede competenze IA, mentre i lavoratori stimano un incremento dell’efficienza del 39%. Per colmare questo divario, servono investimenti mirati e un piano strategico condiviso tra imprese, istituzioni educative e governi.
L’adozione dell’IA in Europa accelera
Entro il 2028, l’86% delle aziende europee prevede di adottare strumenti di intelligenza artificiale, con un impatto rilevante in settori chiave come It (82%), ricerca e sviluppo (78%) e finanza (77%). Anche operations (76%), compliance e ambiti legali (69%) beneficeranno dell’IA. Il 91% dei datori di lavoro e l’86% dei dipendenti vedono nella tecnologia un supporto all’innovazione e all’automazione. In particolare, il 51% degli specialisti It utilizzerà l’IA in modo significativo, mentre il 30% dei ruoli tecnici indiretti e il 17% dei lavoratori non tecnici ne sfrutteranno le potenzialità.
L’intelligenza artificiale non è solo una leva tecnologica, ma anche economica. Il 65% dei lavoratori europei ritiene che l’IA avrà un impatto positivo sulla propria carriera ed è interessato ad acquisire nuove competenze. Le aziende, dal canto loro, riconoscono il valore di questi professionisti: le retribuzioni per chi possiede competenze in IA sono mediamente più alte del 27%, con punte del 30% per il settore It e del 29% per la ricerca e sviluppo. Sul fronte della produttività, le aziende prevedono un incremento del 41%, mentre i lavoratori stimano un miglioramento dell’efficienza del 39%.
La sfida della formazione: un ostacolo alla crescita
Nonostante le opportunità offerte dall’IA, la formazione resta un nodo critico. Oggi le competenze in intelligenza artificiale e machine learning occupano la decima posizione tra le priorità dei lavoratori, ma entro il 2028 diventeranno la quinta skill più richiesta. Tuttavia, il 60% delle aziende segnala difficoltà nel trovare candidati qualificati, mentre il 71% non ha una strategia chiara per formare i propri dipendenti. Inoltre, quasi il 70% dei lavoratori non è a conoscenza delle opportunità di aggiornamento disponibili, un segnale di quanto sia ancora necessario investire in consapevolezza e formazione.
Aws e il ruolo della formazione IA
Per colmare il divario di competenze, Aws promuove programmi di formazione mirati, aiutando aziende e professionisti a sviluppare le skill necessarie per affrontare le sfide del futuro. Investire nella formazione IA non è solo una necessità, ma un’opportunità strategica per favorire la crescita economica e l’innovazione. Un approccio sinergico tra imprese, istituzioni educative e governi è essenziale per costruire un ecosistema formativo solido e diffondere le competenze necessarie.
A conferma dell’importanza della questione, la Commissione europea ha annunciato un piano da 200 miliardi di euro per rafforzare la leadership dell’Ue nell’intelligenza artificiale. Gli investimenti saranno destinati alla creazione di «gigafabbriche» per l’addestramento di modelli avanzati e al potenziamento dell’innovazione in settori strategici come sanità e ricerca. Tuttavia, senza un’adeguata strategia di formazione, il rischio è che questi investimenti non producano i risultati sperati.
L’Europa si trova a un bivio: senza un intervento deciso sulla formazione, rischia di non sfruttare appieno il potenziale dell’IA. Il mercato del lavoro è pronto a riconoscere il valore delle competenze IA, ma servono strategie mirate per formare professionisti qualificati. Solo un piano condiviso tra imprese, istituzioni e governi potrà garantire una transizione efficace verso un futuro digitale e competitivo.
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