La manovra finanziaria 2025 segna un’importante redistribuzione delle risorse economiche, favorendo le famiglie con lavoratori dipendenti e penalizzando invece imprese e professionisti. Come riporta ItaliaOggi sono 7,5 miliardi di euro le risorse stanziate per interventi di riduzione fiscale e incentivi, mentre il carico fiscale su aziende e autonomi subirà un incremento di 4,5 miliardi.
L’analisi dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) evidenzia un significativo cambio di rotta nella struttura delle entrate fiscali: si riduce il peso delle imposte sul lavoro, mentre aumentano le entrate derivanti dal consumo e dal capitale. Questi effetti derivano principalmente da tre misure chiave: il decreto legge 155/2024, la legge di bilancio 207/2024 e il decreto legislativo 192/2024 relativo alla revisione del regime impositivo sui redditi.
I benefici per i lavoratori dipendenti
Secondo l’Upb, i maggiori beneficiari della manovra sono le famiglie con lavoratori dipendenti, grazie alla conferma della riduzione del carico impositivo. La trasformazione del cuneo contributivo in cuneo fiscale ha portato alla stabilizzazione di un bonus per i lavoratori con redditi fino a 20.000 euro e di una detrazione fiscale per chi ha un reddito tra 20.000 e 40.000 euro. Complessivamente, il pacchetto di misure a favore dei lavoratori subordinati è costato 8,5 miliardi di euro.
I dipendenti pubblici, inoltre, traggono vantaggio dalle risorse stanziate per il rinnovo dei contratti collettivi per il triennio 2025-2027 e dall’aumento del trattamento economico accessorio previsto per il periodo 2022-2024.
Tra le altre misure destinate al welfare aziendale, spiccano:
- 648 milioni di euro per il pacchetto di norme sul welfare aziendale;
- 300 milioni di euro l’anno per il prossimo triennio destinati alla decontribuzione per le lavoratrici madri di due o più figli.
Più tasse sul capitale e meno detrazioni
Sul versante opposto, la manovra introduce misure che aumentano la pressione fiscale e eliminano alcuni benefici. Tra questi:
- L’abrogazione della detrazione per figli maggiori di 30 anni, che garantirà 300 milioni di euro annui all’erario per i prossimi tre anni;
- L’esclusione della detrazione per gli ascendenti a carico, che genererà un gettito di 116 milioni di euro nel 2025.
Aumentano anche le imposte sul capitale: nel biennio 2025-2026 saranno sospese le imposte differite attive (DTA), mentre cambieranno le modalità di versamento dell’imposta di bollo sui prodotti assicurativi. Inoltre, la rideterminazione dei valori di terreni e partecipazioni e la riapertura dei termini per l’affrancamento dei saldi attivi di rivalutazione porteranno nuove entrate.
Infine, l’imposizione di un limite del 54% all’utilizzo delle perdite fiscali e delle eccedenze ACE per il 2025 garantirà allo Stato un gettito di 1,2 miliardi di euro.
Conclusioni
La manovra 2025 si configura come una scelta di sostegno ai lavoratori dipendenti e, al contempo, di maggior pressione su imprese e professionisti. Se da un lato le famiglie con redditi da lavoro subordinato possono contare su bonus e detrazioni, dall’altro il mondo delle imprese e degli autonomi dovrà far fronte a nuove imposte e limitazioni fiscali.
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