Un nuovo pericolo incombe sulla giustizia tributaria siciliana: la possibile soppressione della Corte di Giustizia Tributaria di Trapani. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha incluso la sede provinciale nel piano di accorpamento che prevede la chiusura di 64 delle 103 corti tributarie in tutta Italia. Tra queste, la Corte di Trapani potrebbe essere accorpata a quella di Palermo, nonostante i dati numerici non giustifichino tale decisione.
La Corte di Trapani rappresenta l’unico organo giudiziario operante in ambito tributario a livello provinciale, e la sua soppressione appare illogica e penalizzante per il capoluogo siciliano.
I numeri parlano chiaro: nel 2024 la Corte trapanese ha trattato circa 1.500 ricorsi, con una proiezione di 1.600 per il 2025, dati che confermano la sua stabilità operativa. “Con questi numeri – ha dichiarato l’Avvocato tributarista Francesco Spina – Trapani non può essere considerata una sede da sopprimere, ma piuttosto da potenziare.”
Una decisione che, a detta dell’Avvocato Spina, andrebbe a pregiudicare notevolmente le garanzie dei contribuenti e che non tiene conto di criteri oggettivi legati alla popolazione, al numero di imprese e all’importanza economica del territorio.
Secondo Spina, se tale misura venisse attuata, si creerebbero enormi difficoltà per i cittadini e gli avvocati del territorio, costretti a sostenere costi elevati per le trasferte e a subire un allungamento dei tempi di giustizia. Il provvedimento in discussione sta suscitando forti perplessità tra i professionisti del settore, i quali temono un indebolimento della giustizia tributaria locale e un aggravio per cittadini e imprese. Il trasferimento delle competenze a Palermo potrebbe, infatti, allungare i tempi della giustizia fiscale e complicare il lavoro di consulenti e avvocati tributaristi operanti nel territorio trapanese.
A fronte di tale paventato “taglio” della giustizia, il 21 febbraio 2025 il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani, riunitosi in seduta ordinaria presso il Palazzo di Giustizia, ha deliberato di mantenere lo stato di agitazione dell’Avvocatura trapanese, minacciando l’astensione dalle udienze civili, penali e tributarie come forma di protesta per sollecitare una risposta immediata da parte delle istituzioni.
L’ipotesi di accorpamento a Palermo è giudicata inappropriata dagli avvocati trapanesi, che ritengono tale scelta inefficace e dannosa per l’utenza. Un trasferimento forzato potrebbe, infatti, allungare i tempi di attesa e creare disagi sia per i professionisti del settore sia per i contribuenti, compromettendo l’accesso alla giustizia tributaria.
Gli avvocati sono determinati a difendere la permanenza della Corte sul territorio, ritenendo che la sua chiusura rappresenterebbe un grave danno per la giustizia tributaria locale e un ulteriore ostacolo per cittadini e imprese che necessitano di servizi efficienti e accessibili.
Il dibattito resta aperto e l’attenzione degli operatori del diritto è massima. Nei prossimi giorni si attendono sviluppi sulle decisioni del Ministero, mentre la categoria forense prosegue la sua battaglia per garantire il mantenimento della Corte di Trapani e la tutela del diritto alla giustizia fiscale nella provincia di Trapani.
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