Invita ad “aprire una discussione, evitando sottovalutazioni o alzate di spalle” il consigliere comunale del Pd, Mario Bravi, a pochi giorni dalla presentazione del report con cui la Camera di Commercio dell’Umbria ha fatto il punto sulla situazione economica e sociale del Folignate. Report che, lo ricordiamo, pur evidenziamo segnali di una moderata crescita, ha sottolineato come la crisi demografica e il divario con il resto del territorio regionale e nazionale rappresentino delle sfide cruciali. Tirando le fila dell’analisi dei dei del sistema informativo “Pablo”, illustrati dall’Ente camerale guidato da Giorgio Mencaroni, l’esponente “dem” ha posto sul reddito medio “inferiore alla media nazionale” e sulla “scarsa capacità di innovazione delle imprese” con “alcune lodevoli eccezioni”.
Per l’esponente “dem”, però, “il report sottovaluta altri aspetti, quali salari reali inferiori del 17%, rispetto alla media nazionale, a dimostrazione che la battaglia per il salario minimo a 9 euro l’ora è tutt’altro che fuori luogo, ma del tutto necessaria. Inoltre – prosegue – non si tiene sufficientemente conto del mutamento del ruolo della famiglia. Anche nel territorio del Folignate aumentano le persone sole. Siamo ben oltre il 30%, in tutti i comuni del territorio”. Aspetti, questi, che per Mario Bravi non fanno altro che accentuare “le criticità sia economiche che sociali”. Ma il consigliere in quota Pd va oltre, guardando alla situazione internazionale. “La politica dei dazi inaugurata da Donald Trump, rischia di mettere in difficoltà anche le aziende più competitive del nostro territorio, che vede un esportazione consistente verso gli Stati Uniti. Su questi dati – rilancia – sarebbe utile e anche necessario, aprire una discussione, evitando prese d’atto notarili. Infatti dalle tendenze che emergono, le difficoltà rischiano di accentuarsi”.
Da qui, come detto, l’invito ad avviare “un confronto e una discussione seria, tra tutte le forze politiche, istituzionali e sociali”. “L’obiettivo – conclude Bravi – deve essere quello di fare sistema, per evitare ulteriori impoverimenti e costruire un progetto territoriale per lo sviluppo e per il lavoro”.
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