Il decreto contro il caro bollette continua a farsi attendere. Da calendario era atteso per il 25 febbraio in consiglio dei ministri, ma il tutto è stato rimandato al prossimo Cdm del 28 febbraio alle 10.00, insieme al disegno di legge delega sul nucleare. Il motivo dello slittamento è legato principalmente a problemi in merito alla copertura finanziaria e alla necessità di limare alcune disposizioni che contrasterebbero con il Pnrr.
Il provvedimento, secondo quanto si apprende, risulta infatti ancora essere al vaglio dei tecnici del Tesoro e di quelli del ministero dell’Ambiente per trovare la quadra tra le misure da mettere in campo e le relative coperture finanziarie. Obiettivo quest’ultimo, di non facile risoluzione. Lo stesso ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine della presentazione del rapporto Aie nella sede di Confindustria del 20 febbraio, aveva infatti spiegato come:
«quando si parla di coperture i problemi ci sono sempre, ed è quindi naturale che si debba verificare la forza di bilancio per poter intervenire. Ed è quello che sta facendo ora il ministero dell’Economia. Vediamo nei prossimi giorni».
Confcommercio e Cna chiedono misure forti a sostegno delle imprese
Il decreto contro il caro Bollette, al quale sta lavorando il governo, «dovrà prevedere un robusto intervento a favore della platea delle piccole imprese che sono le più penalizzate dai consistenti rialzi delle Bollette». È quanto afferma la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media imprese (Cna), aggiungendo che «le piccole imprese pagano l’energia il 40% in più della media europea con punte del 60% e del 50% rispetto ai concorrenti di Spagna e Francia. Un differenziale non più sostenibile che compromette la competitività». La Cna pertanto chiede «risposte strutturali per abbassare il prezzo dell’energia per le piccole imprese». Sulla stessa linea anche Confcommercio-Imprese che, in un suo studio, evidenzia che la corsa dei prezzi non si ferma «soprattutto per le imprese del terziario». Per queste la bolletta elettrica di gennaio «registra una crescita media del 24% rispetto a gennaio 2024 e del 56,5% rispetto al 2019. Aumenti anche per il gas con un +27% rispetto all’anno scorso e +90,4% rispetto al 2019». I settori più penalizzati sono: gli alberghi di medie dimensioni con 10.651 euro di spesa media mensile, seguono i negozi di grandi dimensioni (6.854 euro), gli hotel di piccole dimensioni (6.132 euro), i negozi alimentari (2.653 euro), i ristoranti (2.468 euro), i bar (1.159 euro), i negozi non alimentari (982 euro).
I punti principali del decreto incentrato su famiglie e imprese
Tra le misure che potrebbero vedere la luce c’è l’ampliamento fino a 15.000 euro del bonus sociale per le famiglie a basso reddito. Al momento il bonus elettrico annuo prevede 167,90 euro per i nuclei da uno o due componenti e sale fino a 240,90 euro per le famiglie numerose con oltre quattro componenti.
Pichetto punta poi a cancellare la differenza tra il costo del gas sul mercato dell’ingrosso italiano e quello di riferimento europeo. Questa misura costerebbe circa 200 milioni e porterebbe un beneficio per circa 1,3 miliardi soprattutto alle imprese. I tecnici starebbero inoltre anche valutando il rinnovo delle concessioni idroelettriche.
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