L’analisi delle rendicontazioni pubbliche presentate dall’Italia alla Commissione Europea tra il 2014 e il 2024 evidenzia criticità nell’utilizzo dei proventi generati dalle aste dell’EU Emissions Trading System (EU ETS).
Secondo l’analisi sui ricavi delle aste ETS, presentata oggi da ECCO – il think tank italiano per il clima, emergono significative carenze nella pianificazione della spesa a breve e medio termine e nella tracciabilità dei fondi utilizzati.
• Tra il 2012 e il 2024 le aste dell’EU ETS hanno generato proventi per 15,6 miliardi di euro.
• Dall’analisi delle rendicontazioni, l’Italia appare aver speso solo il 9% di questi 15,6 miliardi di euro per spese legate alla lotta ai cambiamenti climatici; ben al di sotto delle previsioni di spesa attualmente previste ex legem del 50% dei proventi;
• Solo il 42% dei proventi delle aste del biennio 2012-2013 è stato speso a distanza di oltre un decennio;
• Rimangono dubbi sull’efficacia della destinazione dei 3,6 miliardi di euro utilizzati tra il 2021 e il 2022 per ridurre i costi delle bollette.
Matteo Leonardi, Direttore e co-fondatore di ECCO, il think tank italiano per il clima ha detto: “L’EST garantisce entrante importanti per le casse dello Stato. Nei prossimi cinque anni si stima che l’ETS1 possa generare proventi tra i 27 e i 33 miliardi di euro. Questi fondi non possono andare dispersi in misure emergenziali, come accaduto durante la crisi gas del 2021-22. Tali ricavi possono offrire un contributo significativo nel finanziamento delle politiche della transizione. Permetterebbero a famiglie e imprese di investire in tecnologie alternative a quelle alimentate dalle fonti fossili, con conseguenti vantaggi in termini di competitività e sicurezza nei mercati, al riparo dalla volatilità di un mercato del gas che si è dimostrato profondamente instabile e volatile.”
Con l’introduzione dell’EU ETS2 nel 2027, si stima un ulteriore afflusso di circa 40 miliardi di euro, di cui 7 miliardi destinati al Fondo Sociale per il Clima per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione dalla cosiddetta povertà energetica.
In vista dell’entrata in vigore dell’EU ETS2 e delle modifiche all’EU ETS1, l’analisi propone alcune raccomandazioni:
• migliore pianificazione della spesa, allineando le strategie di sviluppo socioeconomico del Paese con gli obiettivi clima nella cornice del Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC);
• migliore trasparenza e tracciabilità attraverso l’introduzione di un sistema pubblico di monitoraggio della spesa e rendicontazione dettagliata dell’impiego dei fondi;
• snellimento delle procedure amministrative per accelerare l’attribuzione e l’utilizzo dei proventi, garantendo maggiore tempestività ed efficienza nella spesa pubblica;
• integrazione dell’ETS 2 nelle strutture fiscali e parafiscali delle tariffe, al fine di raggiungere una coerenza dei prezzi finali dei diversi vettori energetici (elettricità, gas, diesel e benzina) rispetto agli obiettivi di sostenibilità economica per imprese e famiglie, prevedibilità del gettito e obiettivi di transizione.
Chiara di Mambro, Direttrice strategia Italia e Europa di ECCO, il think tank italiano per il clima ha concluso: “Per un Paese come l’Italia, caratterizzato da un limitato spazio fiscale, l’uso efficiente ed efficace dei proventi delle aste EU ETS rappresenta un’opportunità per finanziare la transizione energetica, ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e garantire la competitività delle imprese.”
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