Cosa c’è nel Clean Industrial Deal della Commissione Ue (e i giochetti delle tre carte con i fondi Ue…)


La Commissione ha presentato oggi il Clean Industrial Deal, il piano per risollevare l’industria europea e favorire la produzione di tecnologie per la transizione energetica. Tutti i dettagli.

La Commissione europea ha presentato oggi il Clean Industrial Deal, cioè un piano di sostegno alla decarbonizzazione delle industrie energivore e alla manifattura delle tecnologie necessarie alla transizione ecologica: le cosiddette “tecnologie pulite” o clean tech, come le batterie e i pannelli solari.

La seconda Commissione di Ursula von der Leyen sta insistendo meno sul green e più sulla competitività industriale, anche se nei fatti continua a legare quest’ultima all’azione climatica e non ha modificato né gli obiettivi sulle emissioni né alcune politiche cruciali, come il divieto all’immatricolazione di automobili endotermiche dal 2035.

IL PROBLEMA DEI PREZZI DELL’ENERGIA

“L’Europa non è solo un continente di innovazione industriale, ma anche un continente di produzione industriale. Tuttavia, la domanda di prodotti puliti è rallentata e alcuni investimenti si sono spostati in altre regioni”, ha dichiarato von der Leyen.

La manifattura delle tecnologie pulite – in particolare delle batterie, dei veicoli elettrici e dei pannelli solari – è dominata dalla Cina. Le aziende europee, sia quelle che producono clean tech e sia quelle energivore che devono decarbonizzarsi, risentono degli alti prezzi dell’energia, un fatto che le pone in una condizione di svantaggio competitivo rispetto alle imprese cinesi e statunitensi.

I PPA TRA AZIENDE E PRODUTTORI ENERGETICI

Per ridurre i costi dell’energia alle imprese, la Commissione intende incoraggiare i power purchase agreement, cioè i contratti di compravendita dell’elettricità a prezzi fissi, in modo da “sottrarre” le aziende dalle quotazioni del gas naturale, sul quale si basano i prezzi dell’energia elettrica.

NEL CLEAN INDUSTRIAL DEAL CI SONO 100 MILIARDI ALLE CLEAN TECH

Il Clean Industrial Deal mobiliterà 100 miliardi di euro a sostegno della manifattura di tecnologie pulite. Inoltre, il quadro normativo sugli aiuti di stato verrà reso più flessibile per favorire i progetti di decarbonizzazione e il percorso autorizzativo degli impianti rinnovabili verrà semplificato: in generale, nell’Unione i progetti eolici possono richiedere fino a sette-dieci anni, quelli sulle reti di distribuzione fino a otto-dieci anni e quelli per la rete di trasmissione fino a diciassette anni.

La Commissione, poi, vuole istituire una Industrial Decarbonisation Bank, dotata di 100 miliardi di euro provenienti dall’Innovation Fund; ulteriori risorse verranno prelevate dall’Ets, il sistema per lo scambio di quote di emissione.

LE MATERIE PRIME

Bruxelles ha proposto anche la creazione di un Eu Critical Raw Material Centre, cioè di un organismo dedicato agli acquisti congiunti delle materie prime necessarie alla transizione energetica.



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