Clean Industrial Deal, ecco cosa contiene il piano lanciato dall’Ue


La commissione von der Leyen lancia il patto per l’industria pulita, che mobiliterà oltre 100 mld di euro e con l’obiettivo di “togliere i freni alle imprese” 

Oltre 100 miliardi di euro, è quanto dovrebbe mobilitare a breve il Clean Industrial Deal. E’ quanto annuncia la Commissione europea presentando l’ambizioso piano finalizzato alla competitività e al sostegno della produzione industriale pulita nell’Ue, con un’ulteriore garanzia di 1 miliardo di euro nell’ambito dell’attuale bilancio comune.

Bruxelles prevede di semplificare le norme sugli aiuti di Stato entro giugno per accelerare la transizione verso le energie pulite, promuovere la decarbonizzazione dell’industria e garantire una capacità manifatturiera adeguata per le tecnologie verdi in Europa.

UN PIANO PER CONTRASTARE I COSTI DELL’ENERGIA E LA CONCORRENZA

Di fronte a costi energetici elevati e a una concorrenza globale sempre più agguerrita, e spesso sleale, le industrie europee – fa sapere la Commissione – necessitano di un sostegno immediato. Il Clean Industrial Deal punta a trasformare la decarbonizzazione in un motore di crescita per l’industria dell’Ue, offrendo un quadro normativo stabile e prevedibile per imprese e investitori, rafforzando l’impegno dell’Europa a diventare un’economia decarbonizzata entro il 2050.

“L’Europa non è solo un continente di innovazione industriale, ma anche un continente di produzione industriale. Tuttavia – spiega la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – la domanda di prodotti sostenibili è rallentata e alcuni investimenti si sono spostati in altre regioni. Sappiamo che ci sono ancora troppi ostacoli per le nostre aziende, dai costi energetici elevati al peso eccessivo della burocrazia. Il Clean Industrial Deal mira a rimuovere queste barriere e a rafforzare la competitività dell’industria europea”.

Parallelamente, la Commissione sta lavorando per rendere il quadro normativo più efficiente e ridurre gli oneri burocratici per le imprese. Le misure presentate derivano da un dialogo attivo con leader industriali, parti sociali e società civile, nell’ambito della Dichiarazione di Anversa per un accordo industriale europeo e dei Dialoghi sulla transizione pulita promossi dalla Commissione europea.

UN PIANO PER DECARBONIZZARE, REINDUSTRIALIZZARE E INNOVARE

Il Clean Industrial Deal si concentra principalmente su due settori chiave:

•Industrie ad alta intensità energetica, che necessitano di un sostegno urgente per decarbonizzarsi ed elettrificarsi. Queste industrie devono affrontare costi energetici elevati, una concorrenza globale sleale e regolamenti complessi che ne minano la competitività.

•Tecnologie pulite (Clean Tech), fondamentali per la competitività e la crescita futura dell’Europa, nonché per la trasformazione industriale. La circolarità è un elemento centrale del piano, con l’obiettivo di massimizzare le risorse limitate dell’Ue e ridurre la dipendenza da fornitori esteri di materie prime critiche.

Il Deal prevede misure per rafforzare l’intera catena del valore industriale e stabilisce un quadro per interventi mirati nei settori strategici. La Commissione presenterà un piano d’azione per l’industria automobilistica a marzo e un piano d’azione per l’acciaio e i metalli in primavera, con ulteriori iniziative dedicate ai settori chimico e delle tecnologie pulite.

PILASTRI DEL CLEAN INDUSTRIAL DEAL

1. Riduzione dei costi energetici

L’energia accessibile è la base della competitività. Per questo motivo, la Commissione ha adottato un piano d’azione per l’energia accessibile, volto a ridurre le bollette per industrie, imprese e famiglie. Il piano prevede:

•accelerazione della transizione alle energie rinnovabili;

•maggiore elettrificazione del sistema produttivo;

•completamento del mercato interno dell’energia con nuove interconnessioni fisiche;

•uso più efficiente dell’energia per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati;

2. Aumento della domanda di prodotti sostenibili

Il regolamento per l’accelerazione della decarbonizzazione industriale introdurrà criteri di sostenibilità, resilienza e produzione europea negli appalti pubblici e privati. Inoltre, con la revisione della normativa sugli appalti pubblici nel 2026, verranno introdotte preferenze per i prodotti sostenibili e made in Europe nei settori strategici.

A partire dal 2025, verrà lanciato un marchio volontario di intensità di carbonio per i prodotti industriali, iniziando con l’acciaio e successivamente il cemento, per informare i consumatori e incentivare le aziende a decarbonizzarsi.

3. Finanziamento, il Clean Industrial Deal mobiliterà oltre 100 miliardi

Nel breve periodo, il Clean Industrial Deal mobiliterà oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione pulita in Europa. Le misure previste includono:

•un nuovo quadro sugli aiuti di Stato per il Clean Industrial Deal, che semplificherà e accelererà l’approvazione degli aiuti pubblici per le energie rinnovabili, la decarbonizzazione industriale e la capacità produttiva delle tecnologie pulite.

•Rafforzamento del Fondo per l’innovazione e creazione di una banca per la decarbonizzazione industriale, con un obiettivo di finanziamento di 100 miliardi di euro, attingendo a fondi disponibili e ricavi del sistema ETS.

•Modifica del regolamento InvestEU per aumentare la capacità di assunzione del rischio e mobilitare fino a 50 miliardi di euro in investimenti privati e pubblici.

•Nuovi strumenti di finanziamento da parte del Gruppo Banca Europea per gli Investimenti (BEI), tra cui:

•un pacchetto di supporto alla produzione di componenti per le reti elettriche

•un programma pilota di garanzie per gli acquisti di energia (Ppa) da parte delle pmi e delle industrie ad alta intensità energetica

•un fondo di garanzia per le clean tech, nell’ambito del programma Tech EU sostenuto da InvestEU

4. Acquisto comune materie prime critiche ed economia circolare

Le materie prime critiche sono essenziali per l’industria europea. Per garantirne l’accesso e ridurre la dipendenza da fornitori inaffidabili, la Commissione propone:

•un meccanismo di aggregazione della domanda per le imprese europee

•un centro europeo per le materie prime critiche per acquisti congiunti a livello UE

•un regolamento sull’economia circolare nel 2026, con l’obiettivo di rendere il 24% dei materiali europei circolari entro il 2030

5. Una strategia globale e la protezione dell’industria europea

L’Ue rafforzerà le partnership commerciali per la transizione pulita, diversificando le catene di approvvigionamento e tutelando le industrie europee dalla concorrenza sleale. La Commissione semplificherà e rafforzerà il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam) per garantire condizioni di concorrenza eque.

6. Accesso a competenze e forza lavoro qualificata

La trasformazione industriale richiede lavoratori qualificati e talenti di alto livello. La Commissione istituirà una Unione delle Competenze, investendo nella formazione professionale e nella creazione di posti di lavoro di qualità. Con fino a 90 milioni di euro da Erasmus+, il Clean Industrial Deal sosterrà la formazione nei settori strategici legati alla transizione verde.

Il Clean Industrial Deal è una delle priorità della Commissione von der Leyen per il mandato 2024-2029. La presidente ha annunciato di realizzarlo entro i primi 100 giorni del mandato della Commissione come priorità per garantire competitività e prosperità nell’Ue. Basandosi sul dialogo con l’industria e la società civile, il piano punta a garantire che l’Europa resti un leader globale nella produzione industriale sostenibile e competitiva.

RIBERA: “CLEAN INDUSTRIAL DEAL NON SMANTELLA GEEN DEAL MA LO ATTUA”

“Oggi l’Europa sta proponendo un coraggioso business case a favore della decarbonizzazione come motore di prosperità, crescita e resilienza” ha detto Teresa Ribera, Vicepresidente esecutiva per una transizione pulita, giusta e competitiva. “Impegnandoci a raggiungere gli obiettivi climatici del Green Deal  – ha aggiunto – stiamo ponendo le basi per un futuro sostenibile. Il nostro piano fornisce la stabilità e la fiducia di cui gli investitori hanno bisogno, sbloccando capitali, espandendo i mercati delle tecnologie pulite, rendendo l’energia più accessibile e garantendo un panorama equo e competitivo in cui le imprese possano prosperare. Ma riguarda anche le persone. Questa strategia è progettata per creare posti di lavoro, sviluppare competenze e offrire opportunità a tutti gli europei”.

SEJOURNE: “L’EUROPA SA SEMPLIFICARE ANCHE SENZA MOTOSEGA”

Per Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale, “l’Europa accelera sulla sua duplice decarbonizzazione e reindustrializzazione. Questo patto mira a posizionare l’Europa come leader mondiale nelle industrie pulite, dall’incremento della nostra produzione “made in Europe”, al rafforzamento del sostegno normativo e finanziario alle nostre catene di approvvigionamento industriali più strategiche. Inoltre, garantisce il nostro modello europeo unico che prevede la decarbonizzazione non solo come obiettivo ambientale, ma anche come strategia di crescita economica”. In conclusione, ha aggiunto. “l’Europa” vuole “semplificare” le sue regole e “sa riformarsi, senza motosega, ma con uomini e donne competenti, che ascoltano gli attori economici”.

CBAM SEMPLIFICATO AL 90%, MA RIMANE CATTURA 99% EMISSIONI

“Stiamo semplificando significativamente il meccanismo di aggiustamento delle emissioni di carbonio alle frontiere (Cbam). Il nostro obiettivo e’ aiutare le aziende a ridurre la loro impronta di carbonio, ma senza metterle in una situazione di svantaggio competitivo”. Lo ha dichiarato il commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra, nella conferenza stampa di presentazione del Clean industrial deal. “Esentando il 90% delle aziende che rientrano nell’ambito della revisione del Cbam, saremo comunque in grado di garantire la cattura di oltre il 99% delle emissioni. E’ un modo relativamente semplice per assicurarsi di ottenere gli stessi risultati o quasi, tagliando pero’ un’enorme parte di burocrazia che grava sulle nostre aziende”, ha aggiunto. “A nostro avviso, quindi, si tratta di un passo fondamentale nell’ambito di una piu’ ampia revisione della Cbam. Oggi parliamo di semplificazione. Piu’ avanti, nel corso dell’anno, parleremo anche di esportazioni, ma continueremo a valutare come aiutare le aziende a progredire”, ha concluso.

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link