Pirelli, conti in crescita e prepara il piano anti-dazi negli Usa: «Nuovi investimenti per crescere»


di
Redazione Economia

Il gruppo della Bicocca chiude il 2024 con ricavi a 6,7 miliardi (+1,9%), un utile operativo di 1,06 miliardi (+5,9%). Marco Tronchetti Provera: «Concreti investimenti negli Stati Uniti per aumentare la capacità»

Pirelli chiude il 2024 con ricavi a 6,7 miliardi (+1,9%), un utile operativo (ebit adjusted) di 1,06 miliardi (+5,9%) e un flusso di cassa ante dividendi
positivo per 534 milioni, sopra il target che si era prefissata. L’utile netto è cresciuto dell’1% a 501 milioni di euro. Per il 2025 «malgrado la forte volatilità del contesto» si legge in una nota che accompagna i risultati preliminari, conferma gli obiettivi del piano con ricavi previsti tra 6,8 e 7 miliardi, un Ebit Margin Adjusted pari al 16% e un flusso di cassa netto ante
dividendi compreso tra 0,55 e 0,57 miliardi di euro. 

L’alto di gamma

I risultati «conseguiti nel corso dell’esercizio 2024, superiori ai target, confermano l’efficacia del modello di business e l’implementazione dei programmi strategici in un contesto esterno sfidante» sottolinea la nota
che accompagna i risultati preliminari di Pirelli. Il 2024 ha visto un ulteriore rafforzamento sull’High Value, che rappresenta il 76% dei ricavi totali. Nelle gomme da 18 pollici e oltre la crescita dei volumi è stata del +5% mentre è in ulteriore riduzione l’esposizione sul segmento Standard (-4%) «in linea con la strategia di maggiore selettività». 




















































Il piano di efficienze

È proseguito il piano di efficienze, quelle lorde per 143,2 milioni di euro, in linea con le attese. A livello industriale, la saturazione delle fabbriche si è attestata a circa l’86% (95% nell’High Value). Prosegue il programma di decarbonizzazione degli impianti attraverso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e programmi di efficienza energetica. Tornando ai risultati finanziari nel quarto trimestre 2024 i ricavi sono stati pari a 1.588,8 milioni di euro, in crescita del 6,6%, l’Ebit adjusted è stato pari a 244,6 milioni (+11,5%) e l’utile netto è stato pari a 130 milioni (+53,1%). Il bilancio e la relativa proposta di distribuzione del dividendo saranno esaminati dal Cda di Pirelli il 26 marzo ma il gruppo ricorda che il Piano Industriale al 2024-2025 prevede un pay-out dicirca il 50% del risultato netto consolidato 2024.

La valutazione sugli investimenti negli Usa

«Stiamo valutando concreti investimenti negli Stati Uniti per aumentare la capacità produttiva, possiamo fare leva sulla nostra leadership nella tecnologia, innovazione e nei pneumatici connessi, nei prodotti eco-safety nonché sul nostro brand iconico, grazie anche alla nostra partecipazione nella F1», dice il vice presidente esecutivo di Pirelli Marco Tronchetti Provera spiegando in cosa consisterebbe il piano di mitigazione per rispondere ai dazi che Trump vuole introdurre.

Rivista la politica commerciale

«Sfrutteremo sia fattori esogeni come i movimenti dei cambi che il piano di mitigazione» spiega il ceo Andrea Casaluci. Il piano di mitigazione «prevede maggiori importazioni dal Brasile e un aumento della capacità negli Usa. Abbiamo già avviato un upgrade tecnologico dei processi MIRS che costituirà la base per la prima fase dell’aumento di capacità negli Stati Uniti. La politica commerciale verrà riesaminata sulla base del tasso di inflazione. Infatti il 30% della domanda totale di pneumatici negli Stati Uniti viene importato quindi una certa pressione inflazionistica è da aspettarsi» spiega e precisa che «comprende anche riduzione di costi, oltre a benefici per 150 milioni di euro del piano di trasformazione».

Quanto pesano gli Usa sui ricavi Pirelli

Gli Stati Uniti «generano oltre il 20% dei ricavi di gruppo ma la nostra produzione negli Stati Uniti è ridotta» ricorda il ceo Andrea Casaluci. Lo stabilimento in Georgia di Pirelli ha «il più alto grado di automazione, il cosiddetto MIRS del gruppo ha una capacità di circa 400.000 pneumatici high-tech all’anno, per coprire la domanda più del 50% arriva dal Messico e circa il 40% dal Brasile e dall’Europa.

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27 febbraio 2025 ( modifica il 27 febbraio 2025 | 10:30)



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