Che cosa sta succedendo nei grandi fondi di private equity come BlackRock, Riverstone, Kkr e Tpg sugli investimenti green. Il punto di Liturri
Si possono avere le più disparate opinioni su quella che, a nostro sommesso, parere è l’ubriacatura ideologica che ha scatenato la corsa alla transizione energetica.
Quello che però gli investitori non sopportano è perdere i propri soldi. Ed è questa la resa dei conti che sta portando alcuni grandi fondi di private equity a ritirarsi in buon ordine con le pive nel sacco, o meglio, discreti buchi nei bilanci.
Quelle che sembravano promettenti scommesse in miracolose startup che investivano in qualsiasi cosa legata alla transizione energetica, dalle batterie, alle turbine per pale eoliche, ai pannelli fotovoltaici, si stanno rivelando un flop clamoroso e tutto questo ben prima che la presidenza Trump entrasse a gamba tesa e mettesse una pietra tombale su buona parte del settore.
Bloomberg riferisce del brusco risveglio e una drammatica presa di contatto con la realtà che ha preso di sorpresa giganti come BlackRock, Riverstone Holding, la Caisse de Depot et Placement du Quebec (CDPQ), per citare solo alcuni che sono venuti allo scoperto, mentre sono numerosi gli investitori che ancora tengono riservate le perdite sofferte.
Tutti si sono trovati invischiati in una bolla di mercato alimentata da valutazioni gonfiate all’accesso anche per la presenza di investitori improvvisati e poco professionali, facile accesso al credito a tassi bassi e fondata sulla presenza di ingenti incentivi pubblici. La ricetta perfetta per la creazione di una bolla destinata a scoppiare fragorosamente.
Il risultato ad oggi è che le svalutazioni, se non veri e propri azzeramenti, delle partecipazioni societarie sono all’ordine del giorno. Tutti si chiedono che fare ma nel frattempo sono costretti a ridimensionare i multipli attesi sul capitale investito da stratosferici livelli di 2,5/2,8 volte a 1 o anche meno. In sintesi, gli andrà bene se riusciranno a riavere indietro almeno quanto investito.
Tra 2021 e 2022, quel settore ha attirato negli Usa ben 1.000 miliardi di dollari di investimenti anche sotto lo stimolo dei sussidi promessi dall’Inflation Reduction Act (IRA) del Presidente Biden. Ma, evidentemente, quegli incentivi non sono stati sufficienti per trasformare delle scommesse in imprese solidamente profittevoli.
BlackRock, Riverstone e CDPQ sono i fondi che hanno avuto il coraggio di lavare i panni sporchi in pubblico, sorprendendo il mercato con annunci di rendimenti negativi e addirittura azzeramenti dei valori di carico degli investimenti. Intendiamoci, per i fondi di private equity è un fatto normale e ricorrente dover ammettere di aver messo le uova nel paniere sbagliato ma, ciò che caratterizza questa resa dei conti è l’entità del fenomeno perché le valutazioni di ingresso sono state talmente gonfiate che ora il tonfo è molto doloroso.
Aziende valutare 15-20 volte gli utili, ora galleggiano intorno a 10 volte e sono ormai candidate a veder svalutato il loro valore di carico nel portafoglio dei fondi di private equity. BlackRock ha visto crollare il tasso interno di rendimento di un suo fondo focalizzato sulle rinnovabili al -0,3% ed ha così deciso di bloccare un nuovo fondo che stava partendo per raccogliere ben 7 miliardi di dollari.
Questo non significa che i fondi abbiano perso interesse verso il settore delle rinnovabili, perché operatori come Kkr e TPG Inc. continuano a raccogliere rilevanti somme da investire. Quello che è accaduto è il brusco ridimensionamento di un settore che si credeva immune da difficoltà e che invece deve fare i conti con imprese che già con i ricchi sussidi di Biden facevano difficoltà a far quadrare i conti e, ora, con la tagliola imposta da Trump, devono portare i libri in tribunale.
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