un passo avanti, ma serve una riforma strutturale


Il recente Decreto Bollette approvato dal Governo rappresenta un segnale positivo per le piccole imprese, ma secondo Confartigianato Imprese Belluno è necessario un intervento strutturale e coordinato a livello europeo per garantire una maggiore stabilità dei costi energetici.

«I provvedimenti varati dal Governo vanno sicuramente nella giusta direzione per attenuare il peso degli oneri generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese, che Confartigianato denuncia da tempo» afferma Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Imprese Belluno. Il Decreto, adottato venerdì dal Consiglio dei Ministri, destina 1,4 miliardi di euro per ridurre il peso degli oneri di sistema nelle bollette, sostenendo in particolare le piccole e medie imprese con una potenza superiore a 16,5 kilowattora. Secondo le previsioni del Governo, questo intervento potrebbe portare a una riduzione delle bollette di circa il 20%. Inoltre, il provvedimento prevede un meccanismo per finanziare un fondo a supporto di famiglie e imprese attraverso il monitoraggio dell’Iva legata agli aumenti del gas.

Scarzanella sottolinea però l’importanza di un approccio a lungo termine: «Non si può continuare a correre ai ripari. Gli interventi adottati per rispondere alla situazione contingente dei rincari devono essere trasformati in una riforma strutturale del sistema dei costi energetici. I rincari generano incertezza, riducono il potere d’acquisto e frenano gli investimenti, con un impatto negativo sull’economia. Il caro energia è una delle principali preoccupazioni per le nostre imprese».

La presidente di Confartigianato Imprese Belluno solleva inoltre una questione di carattere europeo: «Mi chiedo se anche le politiche energetiche non debbano essere affrontate a livello europeo, per uniformare i costi tra gli Stati membri e rafforzare il sistema economico del continente. Forse in Europa non si dovrebbe solo parlare di orizzonti strategici, come nel caso del pacchetto di misure del Clean Deal, ma iniziare a studiare concreti accordi sull’acquisto e la produzione di energia».

La situazione attuale

L’Italia si conferma tra i Paesi con le bollette energetiche più alte d’Europa. Michele Basso, direttore di Confartigianato Imprese Belluno, evidenzia alcuni dati significativi: «A gennaio 2025 l’indice del prezzo del gas elaborato dal Gestore dei Mercati Energetici è aumentato del 60,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dell’80% rispetto ai minimi dello scorso febbraio. Il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica ha subito un rialzo del 44,2% su base annua e del 64,8% rispetto ad aprile 2024. Anche i prezzi al dettaglio sono in crescita: l’aggiornamento di Arera per il primo trimestre 2025 segnala un aumento del 18,2% per la bolletta elettrica».

Secondo i dati di Eurostat, nel primo semestre 2024 il prezzo dell’energia elettrica per le imprese con consumi fino a 20 MWh – categoria che include l’88% dei punti di prelievo del mercato non domestico – è stato il più alto tra i 27 Paesi dell’Unione Europea, superando del 22,5% la media comunitaria.

Un’indagine di Confartigianato evidenzia che nel biennio 2022-2023 le micro e piccole imprese italiane hanno sostenuto un costo aggiuntivo di 11,8 miliardi di euro rispetto ai concorrenti europei. In Veneto, l’aggravio è stato di 1.224 milioni di euro, rendendo la regione la seconda più colpita dopo la Lombardia.

Scarzanella conclude con una riflessione sulla competitività delle imprese italiane: «Come possiamo competere sul mercato europeo e globale con questi prezzi energetici? Non dimentichiamo che il costo dell’energia incide anche sui bilanci familiari, riducendo il potere d’acquisto e rallentando i consumi. L’intervento del Governo per le famiglie è positivo, ma è necessario un sistema strutturato e non soluzioni emergenziali».



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