Patto per l’industria pulita: decarbonizzare per reindustrializzare l’Europa


La Commissione europea ha adottato il 26 febbraio un corposo pacchetto di atti dando seguito alle promesse assunte con la recente adottata bussola per la competitività nel quadro degli impegni dei primi cento giorni dall’avvio delle attività della nuova Commissione, come già programmato negli orientamenti politici 2024-2029 della presidente von der Leyen.

Tra questi atti troviamo il patto per l’industria pulita (clean industrial deal) che inquadra strategicamente una serie di misure già annunciate nei suddetti orientamenti politici e nella bussola per la sostenibilità, tra cui come sua parte integrante il piano d’azione per l’energia accessibile adottato in pari data. Affiancate a queste iniziative sono le annunciate prime misure di semplificazione amministrativa sulla sostenibilità e gli investimenti.

Il patto per l’industria pulita

Questo nuovo patto strategico dell’Ue definisce, come indica il titolo della comunicazione adottata dalla Commissione, la tabella di marcia per la competitività e la decarbonizzazione sviluppando nella pratica uno dei pilastri fondamentali per il futuro della competitività europea proposto nella relazione di Mario Draghi, implicando un diretto collegamento con gli altri due pilastri, ovvero con misure per aumentare la sicurezza e la riduzione delle dipendenze e per colmare il divario d’innovazione tra l’Ue e i suoi concorrenti internazionali.

Il patto si articola nei seguenti ambiti:

  • favorire l’accessibilità a un’energia a basso costo, come sviluppato nel piano d’azione per l’energia accessibile adottato in pari data (approfondito nel prossimo paragrafo). In questo ambito assume centralità l’accelerazione del dispiego di energia e dell’industria pulita, prevedendo l’adozione di una prossima legge europea per l’accelerazione della decarbonizzazione industriale (proposta programmata per il quarto trimestre del 2025) che proporrà misure per affrontare i colli di bottiglia che frenano gli investimenti per la decarbonizzazione industriale rappresentati dai tempi amministrativi lunghi per l’ottenimento delle autorizzazioni. Saranno previste, inoltre, misure specifiche per promuovere un approvvigionamento europeo pulito per i settori ad alta intensità energetica e altre iniziative che integrano anche i punti seguenti;
  • promuovere la domanda di energia pulita. Quest’ambito include il rafforzamento delle premialità nei bandi pubblici programmando una revisione delle norme europee per gli appalti pubblici nel 2026, oltre a misure incentivanti per i privati da includere nella legge europea per l’accelerazione alla decarbonizzazione industriale. In quest’ambito si prevede l’inclusione di una certificazione volontaria sull’intensità carbonica dei prodotti immessi in commercio. Nuove misure sull’idrogeno rinnovabile e a basso contenuto di carbonio saranno inserite in un atto delegato della Commissione da adottare in questo primo trimestre del 2025;
  • favorire investimenti pubblici e privati, con riferimento alla necessità di maggiori investimenti nell’Ue per 480 miliardi di euro all’anno rispetto al precedente decennio. Nella prospettiva di adottare un fondo per la competitività nel quadro finanziario pluriennale post-2027 e di attivare l’iniziativa Unione del risparmio e degli investimenti sfruttando il potenziale dei capitali privati, il patto intende mobilitare una prima quota di 100 miliardi di euro con l’iniziativa banca per la decarbonizzazione industriale facendo leva sui fondi Ets e con la revisione delle norme del programma InvestEu per incrementare la capacità di sostegno del rischio finanziario. Tra le altre misure si annuncia una rafforzata collaborazione con la banca europea per gli investimenti e nuove facilitazioni per gli aiuti di Stato;

  • uno specifico ambito è dedicato all’economia circolare, rinviando gli sviluppi all’adozione di una legge europea per l’economia circolare da adottarsi nel 2026, complementare alle iniziative già avviate come il regolamento sull’ecodesign, mettendo in priorità nel frattempo una rapida attuazione del regolamento europeo per le materie prime critiche. Per incentivare il mercato dei beni di seconda mano, la Commissione annuncia la revisione delle regole previste dalla direttiva sull’Iva;

  • mercati internazionali e partnership globali. La Commissione s’impegna a concludere e implementare il più ampio numero di accordi di libero scambio e complementari partnership per il commercio pulito. L’iniziativa europea per la cooperazione internazionale Global Gateway dovrà essere ulteriormente sviluppata in questo ambito con l’impegno a una lavoro di squadra dei Paesi europei nell’approccio Team Europe. Nel contesto la Commissione indica necessario rivedere lo strumento del Cbam (ovvero dell’applicazione di una tassa sul carbonio dei beni importati) considerato che solo un numero limitato di importatori è responsabile di oltre il 99% delle emissioni di gas serra incorporate nei beni importati. La Commissione propone dunque di semplificare sostanzialmente il Cbam, riducendo l’onere amministrativo per le industrie e le loro catene di fornitura responsabili del restante 1% di emissioni;

  • competenze e lavoro di qualità per una transizione equa e giusta. L’annunciata iniziativa “Unione delle competenze”, che sarà adottata in questo primo trimestre del 2025, affronterà il tema della carenza di competenze e del sostegno alle professionalità in transizione. Sarà inoltre adottata una tabella di marcia per il lavoro di qualità nell’ultimo trimestre del 2025. Con lo scopo di costruire un robusto supporto per la programmazione delle politiche negli Stati membri sarà istituito, poi, un osservatorio europeo per la transizione equa per raccogliere dati e buone pratiche, facilitandone la condivisione. Saranno inoltre introdotte condizionalità per favorire formazione e competenze nei bandi per l’utilizzo dei fondi pubblici europei;

  • sviluppo settoriale. Per sviluppare nel dettaglio il patto per l’industria pulita saranno adottate strategie di settore. Prima tra queste sarà il piano d’azione per l’industria automobilistica (imminente al 5 marzo) e successivamente ancora il piano d’azione per l’acciaio e i metalli, un pacchetto di misure per l’industria chimica, un piano per i trasporti sostenibili, la strategia per la bioeconomia. 

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Piano d’azione per l’energia accessibile

Primo punto del patto per l’industria pulita, il piano d’azione per l’energia accessibile si articola in quattro pilastri e otto specifiche azioni:

Pilastro 1 – abbassare i costi dell’energia

  • Azione 1 – rendere le bollette elettriche più basse, agendo sulla riduzione dei costi di rete incentivando misure per l’uso flessibile dell’energia (la Commissione svilupperà linee guida), sulle tasse per l’energia (la Commissione presenterà una raccomandazione auspicando nel contempo anche la chiusura di un accordo tra Parlamento e Consiglio sulla revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia presentata già nel 2021), sui costi diretti dell’energia rendendo più competitivo il mercato al dettaglio (la Commissione presenterà linee guida per facilitare il cambio di fornitori di energia, favorire produzione e autoconsumo anche attraverso le comunità energetiche integrando misure per affrontare anche la povertà energetica);
  • Azione 2 – abbassare i costi delle forniture elettriche, sviluppando rapidamente la nuova legislazione europea, disaccoppiando il costo dell’elettricità dal prezzo volatile del gas (la Commissione europea pubblicherà nell’ultimo trimestre del 2025 linee guida), accelerando i processi autorizzativi per le nuove reti, favorendo le interconnessioni transfrontaliere, facilitando e incentivando la flessibilità della domanda nei contratti di fornitura (la Commissione presenterà linee guida nel quarto trimestre 2025);
  • Azione 3 – assicurare mercati del gas ben funzionanti, affrontando la speculazione e la volatilità dei prezzi di mercato anche attraverso l’adozione di nuove misure legislative. Allo scopo la Commissione ha istituito una task-force sul mercato del gas che completerà le sue valutazioni entro fine 2025. Viene anche annunciato l’avvio di una consultazione degli stakeholder. Tra le misure sono previsti anche nuove misure per l’acquisto congiunto tra Stati membri di scorte;
  • Azione 4 – efficienza e risparmio energetico, favorendo lo sviluppo di un mercato europeo esplorando le possibilità di nuove misure di garanzia finanziaria attraverso la banca europea per gli investimenti, mirando a raddoppiare il volume d’affari del mercato delle Esco (Energy service company) fino a 4-6 miliardi di euro/anno, incentivando i consumatori all’acquisto di elettrodomestici più efficienti e di apparecchi con più lunga durata.

Pilastro 2 – completare l’Unione dell’energia

  • Azione 5 – completare l’Unione dell’energia. La Commissione annuncia l’istituzione di una task force, la pubblicazione di un libro bianco per l’integrazione del mercato dell’energia, e una serie di nuovi quadri strategici per gli investimenti, per la digitalizzazione, per la fusione nucleare, nonché un piano d’azione per l’elettrificazione. Nel contesto si prevede una revisione del regolamento per la governance dell’Unione dell’energia.

Pilastro 3 – attrarre investimenti e assicurare i risultati

  • Azione 6 – istituire un contratto tripartito per l’energia accessibile per l’industria europea, promuovendo la sottoscrizione di contratti di fornitura di energia pulita tra soggetti pubblici incluso istituzioni finanziarie, produttori di energia e industrie, garantendo trasparenza e stabilità dei prezzi dell’energia nel corso del tempo.

Pilastro 4 – essere pronti a rispondere a potenziali crisi energetiche

  • Azione 7 – assicurare sicurezza di fornitura a prezzi stabili, valorizzando l’esperienza appresa durante la recente crisi energetica. La Commissione annuncia la presentazione di una nuova proposta legislativa a inizio 2026;
  • Azione 8 – prepararsi alla crisi dei prezzi. La Commissione preparerà linee guida per gli Stati membri al fine di abbassare la domanda di energia nelle ore di picco, incentivando i consumatori. Queste misure di carattere straordinario saranno applicate durante periodi di picchi di prezzo/stress del sistema energetico.

La Commissione riporta, come dati di stima, che le diverse azioni del piano proposto potranno produrre risparmi d’importazioni di energia da fonti fossili per 130 miliardi di euro/anno fino al 2030 e fino a 260 miliardi di euro/anno al 2040. Le misure sono dichiarate di emergenza, oltre che per attuare concretamente gli impegni europei per la mitigazione dei cambiamenti climatici, aumentando nel contempo la competitività d’impresa, anche per affrontare la povertà energetica in merito al quale è evidenziato il dato che 46 milioni di europei (dunque oltre il 10% dei cittadini europei) non riescono a riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni. 

Le misure indicate sono dichiaratamente attinte dalla relazione sulla competitività europea di Draghi, come puntualizzato dal Commissario europeo all’energia Jørgensen nel suo discorso di presentazione, anche scherzosamente dichiarando: “per alcune posizioni politiche, devi giurare sulla Bibbia. Nella Commissione Europea, ho dovuto giurare sulla relazione Draghi”.

Semplificazioni

Le annunciate prime misure di semplificazione amministrativa sulla sostenibilità e gli investimenti vengono concretizzate dalla Commissione con la presentazione di precise proposte di modifica delle direttive sulla rendicontazione di sostenibilità (Csrd), sul dovere di diligenza delle imprese (Csddd), del regolamento tassa sul carbonio alle frontiere (Cbam) e sulla tassonomia degli investimenti eco-sostenibili. Le misure riducono il numero dei soggetti obbligati (in particolare per la Csrd) di oneri di rendicontazione che potrebbero riguardare le Pmi sulle catene di fornitura, e alcune date di decorrenza e frequenza dell’applicazione delle norme. 

La Commissione riporta la stima che queste proposte apporteranno risparmi complessivi in termini di costi amministrativi annuali di circa 6,3 miliardi di euro. Nel contempo, agendo sulla modifica dei regolamenti del programma InvestEu, la Commissione evidenzia che saranno mobilitate capacità aggiuntive di investimento pubblico e privato pari a 50 miliardi di euro a sostegno delle priorità politiche europee.  

Considerata l’articolazione complessa delle misure adottate, il  della Commissione, oltre a elencare le principali novità, espressamente consiglia di leggere le proposte nella loro integralità, rinviando anche ai documenti di lavoro dei servizi della Commissione che riportano un’analisi dettagliata della logica e dell’impatto previsto delle misure di semplificazione. 

di Luigi Di Marco

Consulta la rassegna dal 24 febbraio al 2 marzo 

 

Copertina: Luigi Di Marco



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