il report Fim-Cisl sull’occupazione femminile nel settore automotive


“La presenza femminile nel settore metalmeccanico è ancora bassa rispetto alla presenza maschile e questo scenario continua a non giovare, ad un mercato del lavoro che, al contrario, necessiterebbe costantemente di nuove sensibilità e com petenze professionali”. Sono le conclusioni a cui giugne il report di Fim Cisl su bilanci di parità di genere, che analizza l’occupazione femminile nelle aziende metalmeccaniche italiane nel biennio 2022-2023. Il report è stato presentato in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne che si celebra oggi, 8 marzo.

Quello che emerge è che il settore metalmeccanico è un settore, ancora, a netta prevalenza maschile: 79,4%, per quanto riguarda tutte le figure professionali. Nel biennio 2022/23 si registra un ulteriore calo delle donne nella categoria operaia: sono il 13%, presenza in calo rispetto al biennio precedente dove la percentuale era del 16,5%. Le donne sono ancora sotto rappresentate nel settore metalmeccanico, in base all’esame del nostro campione, e la loro maggiore presenza è nella categoria impiegatizia (come nel biennio 2020/21) dove sono presenti con il 29,5 %.

Il campione esaminato mostra un’occupazione stabile, con la maggioranza dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, occupazione, che rispetto al biennio precedente, vede un trend di crescita più contenuto. Come nel biennio precedente le donne soffrono di un minor riconoscimento economico e professionale: permane, rispetto al report 20/21, una sostanziale differenza fra uomini e donne con percentuali che vanno dal 14% al 21% con punte del 42% nelle piccole e medie imprese, dove insitono premialità individuali che favoriscono gli uomini rispetto alle donne.

La situazione è ulteriormente pesante se si considerano le voci accessorie al salario, come il superminimo, dove la componente femminile vede allargare, ancora, il divario retributivo nei confronti degli uomini fino a punte del -42,5%, in realtà medio piccole e dove è rara la con trattazione aziendale che, come abbiamo detto, ha un effetto di ‘mitigazione’ sulle differenze

“L’ultimo report mette in luce una situazione di persistente disparità tra uomo e donna nel mondo del lavoro, non degna di un paese civile – dichiara Amedeo Nanni, segretario generale della Fim Cisl Abruzzo Molise – Nonostante la diffusione dello smart working, mancano ancora adeguate misure di supporto alla genitorialità e alla gestione di persone disabili e anziane, temi del tutto assenti nelle rilevazioni ministeriali. Inoltre, su 912 aziende esaminate a livello nazionale, il 14% (126) non svolge alcuna attività formativa, violando obblighi contrattuali e di legge. Anche tra le 786 aziende che rispettano tali obblighi, non è chiaro quanto della formazione sia dedicata alla crescita professionale delle donne, soprattutto dopo il rientro dalla maternità”.

“Per ridurre questo divario – continua Nanni – è necessario un serio impegno da parte delle imprese nel rendere effettiva la contrattazione aziendale, migliorando salari e welfare per una più equa condivisione dei carichi familiari e di cura. La Fim Cisl ha incluso queste richieste nella piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Non solo l’8 marzo, ma ogni giorno – conclude – è il momento giusto per celebrare le donne, il loro coraggio e il loro ruolo fondamentale nella società, come madri, lavoratrici, nonne e casalinghe, sono esempi di forza e amore”.



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