una carriera internazionale lunga oltre 20 anni


Il messinese è segretario generale della SaudIta Association che punta a diventare la prima Camera di commercio italiana in Arabia Saudita

RIYAD – Partiamo dalla fine. Davide La Torre, messinese doc, è da qualche settimana il segretario generale della SaudIta Association, di fatto il consorzio di imprese di ogni tipo che fa da ponte tra l’Italia e l’Arabia Saudita e che come obiettivo finale si è proposto di diventare Camera di commercio italiana a Riyad. Ed è proprio qui, nella capitale araba, che La Torre vive e lavora con l’obiettivo di favorire le imprese italiane in un mercato che è ancora “terra di conquista”. Tra queste ci sono (e ci possono essere) anche quelle messinesi e siciliane.

Il lungo percorso di La Torre

Ma andiamo indietro, perché il messinese ha una lunga esperienza internazionale alle spalle di oltre 20 anni. Davide La Torre si è laureato in Scienze politiche e poi ha iniziato a viaggiare. Ha svolto un anno di perfezionamento all’Università di Madrid, stage internazionali come quello alla Camera di commercio italiana a Barcellona, per cui ha lavorato anche come direttore commerciale occupandosi del rapporto coi soci per diversi anni. Poi un altro master e l’addio alla Spagna, tornando in Italia per un anno durante il quale ha curato il percorso di internazionalizzazione di un’impresa siciliana nel Centro-Est Europa, la Midial, che ha portato a Bratislava. E ancora altre esperienze in Italia e nuovamente in Spagna, fino al trasferimento a Londra, prima da consulente e poi con la sua compagnia in ambito food, con la sua Servinet che si occupa di consulenze e distribuzione di prodotti della cucina siciliana e italiana in Gran Bretagna.

Lo sbarco a Riyad

Dopo questo lungo percorso professionale e tanta esperienza acquisita, Davide ha raccontato: “Mia moglie nel settembre dello scorso ha avuto la notizia che si sarebbe dovuta trasferire a Riyad per lavoro. L’abbiamo vista come una grande opportunità e abbiamo capito che sarebbe stato interessante anche per la mia attività. È in questa fase che sono entrato in contatto con la SaudIta Association. Ho contattato il presidente Bruno Calvetta per una collaboratore e abbiamo avviato questo processo che si è concretizzato con la mia nomina a segretario generale nello scorso gennaio. Nemmeno un mese fa, il 17 febbraio, sono arrivato a Riyad e dal 18 sono operativo. Abbiamo costituito l’ufficio di rappresentanza e lanciato la partecipazione in fiera, dove c’erano già due dei nostri associati, due eccellenze italiane”.

La Torre: “L’Arabia Saudita è l’ombelico del mondo”

Ma non è finita qui. L’attività del messinese punta a rendere SaudIta Association la prima Camera di commercio italiana a Riyad e in tutta l’Arabia Saudita. La Torre ha spiegato: “Sono emozionato per questa nuova avventura e sento un’energia positiva. È la mia prima esperienza fuori dall’Europa, ma è stimolante. L’Arabia Saudita oggi è l’ombelico del mondo. Ci sono progetti molto importanti in corso per cercare di trasformare l’economia saudita per non renderla esclusivamente legata al petrolio. Si parla di trasformazioni infrastrutturali, costruzioni e opere molto importanti. Per l’Italia oggi l’Arabia Saudita è un mercato di riferimento, anche più degli Emirati dove già c’è una presenza molto attiva di imprenditori e aziende. Per quello che sto vedendo io ad oggi ci sono una quarantina di società presenti a Riyad, altre localizzate in altre città come Gedda. Parliamo di grosse imprese che vedono partecipare anche aziende italiane. Penso a Rfi o WeBuild, con quest’ultima interessata ad esempio a costruire varie stazioni della metropolitana di Riyad”.

I prossimi passi tra eventi e made in Italy

“Anche Giorgia Meloni è stata qui per chiudere alcuni accordi recentemente – ha continuato Davide La Torre -. Riyad vista da una persona che è appena arrivata, come mei, è ricca di opportunità. Dal mio punto di vista c’è un potenziale enorme di crescita e di possibilità di scambio, anche se già oggi l’Italia è seconda in Europa per gli scambi con l’Arabia, dopo la Germania”. Poi i prossimi passaggi: “Abbiamo previsto diverse attività già dal mese di aprile, quando a Riyad ci sarà anche il giorno di promozione del made in Italy. Noi abbiamo in cantiere il nostro progetto di presentazione dei nostri associati di tutti i settori: food, fashion, architettura. L’idea è fare eventi anche in prossimità del 2 giugno e poi altri entro fine anno. Stiamo definendo anche alcuni passaggi per stilare il cronoprogramma che ci porterà a diventare Camera di commercio italiana, grazie anche all’attività del presidente Calvetta”.

Il messinese: “In Sicilia ci sono tante eccellenze, ma…”

La Torre si è anche concentrato sulle differenze tra Messina e la Sicilia, il resto d’Europa e l’Arabia Saudita, soprattutto in chiave imprenditoriale: “Ho trovato tante aziende in Sicilia che sono delle eccellenze e sono sicuro che abbiamo un potenziale importante, ma la differenza rispetto alle realtà in cui ho vissuto e lavorato è la mentalità, l’approccio. Anche se ora ho visto che questo aspetto sta molto cambiando. Ad esempio ho lavorato in questi anni con diverse realtà nel Catanese con capacità produttiva importante e una strutturazione sempre migliore anche a livello di certificazioni di qualità. Hanno prodotti interessanti per i mercati inglesi e ora lo vedo super-interessante per questa realtà saudita. Ho cercato sempre di fondere i prodotti nostrani che funzionano e la necessità del mercato di riferimento. L’esempio classico sono gli arancini. Ho visto che c’era una nicchia importante nel mercato musulmano e così ho fatto fare l’arancino classico col sugo Halal proprio per venire incontro a questi gusti. Ma si può fare con tutto, abbiamo fatto lo stesso con i cannoli andando incontro al mercato musulmano o con la crema di pistacchio, che in Inghilterra è diventata importante. Le società siciliane possono farlo, hanno la capacità di farlo”.

La Torre: “Mi piacerebbe collaborare con aziende messinesi”

E Messina? “Deve ancora fare uno scatto. Da messinese mi sarebbe piaciuto trovare realtà simili e il mio interesse è sempre di avere collaborazioni attive. So che nel Golfo sono già presenti alcune grosse aziende messinesi, come quelle del caffè per intenderci. Mi piacerebbe molto iniziare collaborazioni con aziende del territorio di Messina e provincia che abbiano potenzialità per arrivare qui in Arabia. Questa è una terra di conquista, ma bisogna arrivare strutturati e non si può arrivare senza un’idea giusta di internazionalizzazione perché se no si rischia di fare un buco nell’acqua. Il mio ruolo sarà anche questo: scegliere chi è pronto a questo mercato e proporlo”. Infine il sogno di Davide: “A breve termine è trasformare la nostra realtà, SaudIta Association, nella prima Camera di commercio italiana a Riyad. A lungo termine non mi creo invece aspettative, mi piace essere concreto”.





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