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Belgassem Haftar a Nova: “Italia strategica per la Libia, grandi opportunità nella ricostruzione”


La Libia si trova in una fase molto delicata del suo percorso di ricostruzione e sviluppo, e il sostegno della comunità internazionale, in particolare dell’Italia e dell’Unione Europea, è fondamentale per garantire stabilità e crescita economica. È quanto sottolinea Belgassem Haftar, direttore generale del Fondo per lo Sviluppo e la Ricostruzione della Libia, in un’intervista esclusiva ad “Agenzia Nova”. “Italia e Unione Europea sono partner strategici per la Libia, e il loro sostegno è essenziale per garantire sviluppo e ricostruzione con un impatto positivo su tutta la regione”, afferma Haftar, evidenziando l’importanza di un impegno concreto da parte dei partner internazionali. Il direttore del Fondo delinea le priorità della cooperazione tra la Libia e i Paesi europei, identificando quattro settori chiave su cui puntare per rilanciare l’economia libica: infrastrutture, istruzione, sanità e sicurezza.

“Rafforzare gli investimenti in progetti infrastrutturali è essenziale per sostenere la ricostruzione”, dichiara, mettendo in luce le opportunità di investimento per le aziende italiane ed europee. Parallelamente, sottolinea la necessità di investire nella formazione e nel trasferimento di conoscenze per creare una forza lavoro qualificata e competitiva. “Potenziare la cooperazione in ambito di sicurezza, politica ed economia è cruciale per garantire la stabilità della Libia e dell’intera regione”, afferma Haftar, aggiungendo che l’Europa e l’Italia devono partecipare attivamente a programmi di formazione e apprendimento continuo. “La stabilità della Libia è fondamentale per l’intera regione del Mediterraneo e intendiamo costruire solide partnership strategiche per raggiungere questo obiettivo comune”, riferisce il direttore del Fondo.

Il Trattato di amicizia

Un punto cardine nelle relazioni tra Roma e Tripoli è il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione firmato nel 2008, che prevede investimenti per 5 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali. Tuttavia, a distanza di oltre quindici anni, il documento necessita di un aggiornamento per adattarsi alle mutate esigenze economiche e politiche. “Il Trattato rappresenta una base importante per le relazioni tra i due Paesi, ma è necessario aggiornarlo per rispondere alle aspirazioni future di Italia e Libia”, afferma Haftar, sottolineando che il Fondo per la Ricostruzione avrà un ruolo chiave nell’attuazione dei progetti previsti dall’accordo. Tra le iniziative più ambiziose vi è la Strada della Pace, un’autostrada di 1.800 chilometri che collegherà la Tunisia all’Egitto attraversando la Libia. “Il ritardo nella realizzazione è stato causato da problemi di sicurezza, logistici e finanziari. È fondamentale garantire i finanziamenti necessari e rafforzare la cooperazione con le aziende italiane per portare avanti il progetto secondo standard internazionali”, afferma Haftar.

Proprio ieri, il direttore del Fondo ha ricevuto a Bengasi una delegazione composta dall’ambasciatore d’Italia in Libia, Gianluca Alberini, dal presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), Pierluigi Di Palma, e dall’Accountable Manager & Chief Technology Officer presso Ita Airways, Francesco Presicce, dal presidente del consorzio italiano Aeneas, Elio Franci, e dal presidente della Camera di commercio italo-libica, Nicola Colicchi. Al centro di quest’ultimo incontro vi è stata la ripresa dei voli diretti tra Bengasi, il capoluogo della regione orientale libica della Cirenaica, e gli aeroporti di Roma e Milano per l’inizio del mese di giugno. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, il lancio dei voli diretti potrebbe rappresentare un’opportunità per organizzare un Business forum italo-libico a Bengasi, seguendo il modello di quello tenutosi a Tripoli lo scorso ottobre alla presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Tuttavia, resta da sciogliere il nodo della partecipazione politica, considerando che il governo italiano non riconosce ufficialmente l’esecutivo insediato nell’est della Libia.

Le opportunità di investimento

Il settore delle infrastrutture rappresenta una delle maggiori opportunità di investimento per le imprese italiane. Haftar rivela che è in fase di finalizzazione un accordo con l’Italia per la manutenzione del ponte di Wadi al Kuf, un’infrastruttura strategica progettata dall’ingegnere italiano Riccardo Morandi. “Stiamo finalizzando un accordo per la manutenzione del ponte di Wadi al Kuf, un esempio concreto della collaborazione tra Italia e Libia”, spiega, aggiungendo che il progetto potrebbe fungere da modello per future iniziative congiunte. Anche il settore sanitario offre ampie possibilità di cooperazione, con un focus sulla formazione medica e l’assistenza ai pazienti. Haftar annuncia che il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, potrebbe visitare Bengasi per discutere nuove collaborazioni nel campo sanitario. “Abbiamo parlato della possibilità di far arrivare a Bengasi medici italiani altamente specializzati per condurre esami e interventi chirurgici in collaborazione con il Fondo”, spiega, evidenziando come questa iniziativa possa contribuire a migliorare l’accesso ai servizi sanitari per la popolazione libica. Oltre alla formazione e all’assistenza diretta, Libia e Italia continueranno a collaborare per l’accoglienza di pazienti urgenti in strutture italiane, in particolare presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Abbiamo deciso di rafforzare la cooperazione nell’accoglienza dei casi medici urgenti e stiamo discutendo la possibilità di costruire ospedali e centri medici moderni in collaborazione con aziende italiane”, aggiunge Haftar.

I fondi per la ricostruzione

Uno degli aspetti più critici per il futuro della Libia riguarda la gestione dei fondi destinati alla ricostruzione. Haftar chiarisce che il Fondo per lo sviluppo e la ricostruzione opera con fondi stanziati dal bilancio generale dello Stato libico e segue un rigoroso sistema di governance finanziaria. “Collaboriamo con tutte le istituzioni libiche pertinenti e garantiamo trasparenza ed equità nella distribuzione dei progetti”, afferma, ricordando che l’ultimo incontro si è svolto con il governatore della Banca Centrale della Libia nella città di Derna. La questione, tuttavia, è complicata dal fatto che non esiste un bilancio generale accettato dalle due amministrazioni rivali della Libia: da una parte il Governo di unità nazionale (Gun) con sede a Tripoli del premier Abdulhamid Dabaiba; dall’altra il Governo di stabilità nazionale (Gsn) del premier designato dal Parlamento dell’est, Osama Hammad, non riconosciuto dall’Onu e legato al generale Khalifa Haftar, comandante in capo dell’Esercito nazionale libico (Enl) e padre di Belgassem. Gli stanziamenti per altri capitoli del bilancio, come gli stipendi (capitolo 1), le spese operative (capitolo 2) e i sussidi (capitolo 4), non sono quasi mai oggetto di controversie, perché sono gestiti dalla Banca centrale e da altre istituzioni considerate “neutrali”. L’assegnazione dei fondi per il capitolo 3 del bilancio, che copre la spesa per lo sviluppo, è invece più complessa.

Per garantire trasparenza e supervisione, “il Fondo adotta un sistema di audit periodici e opera nel rispetto delle leggi finanziarie dello Stato”, assicura Belgassem Haftar. Nel delineare le strategie di sviluppo, il direttore generale spiega che il Fondo segue un approccio integrato che punta su cinque settori chiave. “La strategia nazionale complessiva del Fondo si basa su un approccio integrato che include la riqualificazione delle infrastrutture di base come strade, aeroporti e centrali elettriche”, dichiara. Un altro pilastro fondamentale è rappresentato dagli investimenti nell’istruzione e nell’assistenza sanitaria, considerati elementi cruciali per la crescita del Paese. A ciò si aggiunge la fornitura di alloggi e infrastrutture urbane attraverso progetti di edilizia integrata. “Attuiamo progetti attraverso meccanismi diversificati, tra cui gare d’appalto aperte e contratti diretti a seconda della natura del progetto”, spiega Haftar, evidenziando come l’obiettivo sia garantire un equilibrio tra aziende locali e internazionali. “Assicuriamo trasparenza ed equità nella distribuzione dei progetti”, aggiunge.

Il direttore del Fondo sottolinea inoltre l’importanza della cooperazione con partner locali, regionali e internazionali per garantire che i progetti vengano realizzati secondo standard globali di qualità ed efficienza. “Questa strategia viene applicata in collaborazione con partner locali, regionali e internazionali per garantire l’attuazione secondo i più alti standard globali in termini di qualità ed efficienza delle prestazioni”, afferma. Per quanto riguarda l’Italia, questo approccio apre nuove prospettive di investimento nei settori infrastrutturali e della ricostruzione urbana, in linea con le esigenze di sviluppo della Libia.

Gli scenari futuri

Sul futuro politico del Paese, Haftar chiarisce che il Fondo mantiene una posizione neutrale e non interferisce negli affari interni. “Ci asteniamo dall’interferire negli affari politici interni e ci concentriamo esclusivamente sulla realizzazione dello sviluppo sostenibile e della ricostruzione in tutte le città e regioni libiche”, afferma, aggiungendo che il Fondo rispetta le scelte del popolo libico. Eppure, a seguito del successo delle recenti elezioni locali, la comunità internazionale guarda con attenzione alle future elezioni parlamentari e presidenziali, considerate un passo cruciale per il rafforzamento della stabilità politica. “Il popolo libico è sovrano e determinerà autonomamente il modello di unità nazionale”, afferma Haftar, ribadendo che la questione della struttura politica del Paese deve essere risolta senza ingerenze esterne. “La Libia è un paese centrale nel contesto geopolitico del Mediterraneo e qualsiasi instabilità ha ripercussioni regionali e internazionali”, aggiunge, sottolineando che i libici sono unanimi nel voler mantenere l’unità del Paese. “La scelta della forma di governo, sia essa un modello federale o centralizzato, spetta unicamente al popolo libico”, conclude.

Haftar conclude l’intervista con un appello alla comunità internazionale, e in particolare all’Italia e all’Unione Europea, affinché sostengano la Libia nel processo di ricostruzione. “Il nostro messaggio è chiaro: rafforzare gli investimenti, trasferire conoscenze ed esperienze, potenziare la cooperazione in ambito di sicurezza, politica ed economia per garantire la stabilità della Libia e dell’intera regione”, afferma. “La stabilità della Libia è fondamentale per tutto il Mediterraneo e intendiamo costruire solide partnership strategiche per raggiungere questo obiettivo comune”, conclude Haftar, ribadendo la volontà di consolidare i rapporti con i partner europei per favorire la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del Paese.

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