Richieste di riscatto con annessi blocchi della produzione, furti di dati e ransomware attivati. È il fuoco cibernetico che ha travolto i sistemi di alcune delle aziende associate di Confindustria Brescia anche negli ultimi mesi. A confermarlo è il presidente Franco Gussalli Beretta, a testimonianza di quanto siano sempre più diffuse le minacce cyber contro le infrastrutture informatizzate di maggiore rilievo per il sistema-Paese.
L’anno spartiacque è stato il 2022, quando in Italia gli attacchi informatici sono passati dai circa 5.500 dell’anno precedente agli oltre 13mila. E da allora si sono assestati.
È in questo solco che ieri in Questura la Polizia di Stato e Confindustria Brescia hanno stipulato un Protocollo di collaborazione finalizzato alla prevenzione e al contrasto dei crimini informatici. Si tratta della quarta intesa analoga nell’ultimo biennio dalla Polizia di Stato, dopo quella stipulata con due aziende (Feralpi e Lonati) e una confederazione (Confapi Brescia).
Gli obiettivi
Un documento che si muove su tre direttrici: aumentare la resistenza cyber delle aziende con condivisione di indici di compromissione e alert, adottare procedure intervento e dedicarsi all’attività formativa. Anche perché per le aziende è questione «di vita o di morte».
«La cyber-sicurezza rappresenta oggi una condizione d’esistenza essenziale per il nostro sistema produttivo, sempre più interconnesso e, di conseguenza, esposto a minacce informatiche che possono compromettere l’operatività delle imprese e la loro competitività. La firma di questo Protocollo segna un passo importante nella tutela del tessuto economico bresciano, garantendo un presidio più efficace contro questo genere di rischi».
Modello di cooperazione
Insomma, la cybersecurity come un nuovo tassello che segue quello della transizione digitale nel complesso puzzle di sviluppo industriale. «Rafforziamo così il modello di cooperazione tra pubblico e privato – spiega la Dirigente del Centro operativo per la sicurezza Cibernetica Lombardia Manuela De Giorgi –, puntando su una maggiore resilienza delle imprese nei confronti di una criminalità informatica sempre più organizzata e pericolosa. Un obiettivo che verrà perseguito anche tramite un continuo scambio di informazioni e di momenti formativi».
Grande è l’incertezza sotto al cielo, d’altronde, e la necessità di costruire uno scudo per il mondo produttivo è diventata fondamentale. Perché se un tempo ad agire erano singoli hacker che quasi per hobby provavano a sfruttare le vulnerabilità dei sistemi, oggi siamo di fronte alla criminalità organizzata.
«La minaccia si è accresciuta – spiega il questore di Brescia Eugenio Spina –, oggi gli strumenti operativi offerti dal web costituiscono un universo colmo di insidie per contrastare le quali è necessario porre la massima attenzione e ricorrere ad ogni risorsa. In tale quadro, per sviluppare e perfezionare il “sistema security”, la Polizia di Stato incoraggia tutte le forme di collaborazione tra istituzioni statali e privati che promuovono attività finalizzate ad elevare i livelli di sicurezza, soprattutto nell’attuale contesto di crisi internazionale».
La protezione delle infrastrutture informatiche, insomma, è questione di difesa degli stessi patrimoni economico-sociali del sistema-Brescia.
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