L’America investe in Piemonte: Aerospace, data center e logistica in crescita, in attesa dei dazi


di
Nicolò Fagone La Zita

ManpowereAmazon,Avio Aero eDana-Graziano, in mezzo alla guerra (di parole) commerciale, le imprese Usa continuano a puntare sulla nostra regione. E ne arriveranno altre

Dazi annunciati, dazi ritirati, dazi minacciati. Nel mezzo della guerra (di parole) commerciale tra Usa e il resto del mondo, Italia inclusa, ci sono gli investimenti diretti. E un legame transatlantico che in Piemonte si traduce in 200 aziende operanti con più di 28 mila persone occupate nei vari centri

Un ecosistema di multinazionali a stelle e strisce che tocca svariati comparti produttivi, tra tutti quello manifatturiero, come automotive e aerospazio, seguito da commercio e servizi, che sono destinati a restare. L’area geografica più interessata è quella torinese, dove le sedi operative sono 230. Un risiko di imprese che ha scelto di puntare sul Piemonte nell’ultimo decennio e non sembra volersi fermare, nonostante i dazi trumpiani all’orizzonte, ancora complessi da decifrare. Nel frattempo, però, nessun allarmismo.




















































L’America in Piemonte

In regione sono presenti 1.300 multinazionali estere, pari al 10% del totale nazionale, con 4.381 unità locali e 150 mila occupati. Valori che posizionano il Piemonte al terzo posto in Italia per imprese a controllo straniero. In questo panorama, gli Stati Uniti sono il terzo Paese più presente, il primo non europeo, coprendo il 14% delle imprese non italiane.

Da Manpower ad Amazon, fino ad Avio Aero, Itt Italia e DanaGraziano. Gli ultimi investimenti? Hines ha appena presentato un maxi progetto per Caselle da 500 milioni, necessari a dare vita al primo data center hyperscale della regione. Una struttura da 150 mila metri quadri progettata per processare e archiviare miliardi di dati destinati ai servizi digitali, indispensabili per chi lavora con l’intelligenza artificiale e il cloud computing. FedEx invece, la società di trasporto, nel 2023 ha inaugurato, a Novara, un hub logistico 4.0 da 70 milioni. Una porta d’accesso tra l’Italia e i principali mercati di tutta Europa.

Un centro Amazon ad Alessandria

Non solo. Lo scorso 16 settembre Amazon ha tagliato il nastro del suo primo centro di approvvigionamento in Italia, ad Alessandria, nella zona industriale di Spinetta Marengo. Il colosso dell’ecommerce ha investito oltre 120 milioni per realizzarlo, l’ultimo di una lunga serie. In Piemonte la multinazionale conta già tre centri di distribuzione (Torrazza, Vercelli e Novara), oltre a tre depositi di smistamento a Brandizzo, Grugliasco e Alessandria

A questi si aggiunge il centro di distribuzione Fresh a Torino, un centro di ricerca e sviluppo Amazon Web Services ad Asti e il centro di ricerca e sviluppo torinese Alexa.

«Abbiamo creato più di 3.900 posti di lavoro a tempo indeterminato — sottolinea Lorenzo Barbo, responsabile di Amazon Italia Logistica —. C’è sempre stata una particolare attenzione al Piemonte, dove l’azienda è presente con 11 siti, di cui due inaugurati nel 2024. Il centro di Vercelli poi ospita anche l’Innovation Lab, dove vengono sviluppate le tecnologie per i magazzini di tutto il mondo. Ne esistono solo tre, due sono in America, a Boston e Seattle, il terzo è in Piemonte».

Un altro colosso americano è Avio Aero, il business di GE Aerospace che opera nella progettazione, produzione e manutenzione di componenti e sistemi propulsivi per l’aeronautica civile e militare. La sede principale dell’azienda è a Rivalta, dove c’è anche il più grande insediamento produttivo. Attraverso continui investimenti in ricerca e sviluppo e grazie alle relazioni con le principali Università e centri di ricerca internazionali, Avio ha sviluppato un’eccellenza tecnologica riconosciuta a livello globale. Oggi rientra tra i protagonisti della Città dell’Aerospazio, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di tecnologie nei settori aeronautico e spaziale, rafforzando le competenze strategiche in linea con le politiche europee su ambiente e clima.

Più forte dei dazi

Un patrimonio che non può essere intaccato nemmeno da possibili dazi, almeno secondo il presidente di Ceipiemonte, Dario Peirone, che invece punta ad aumentarlo ulteriormente, curando i dossier dei futuri investimenti esteri in regione, con un’antenna speciale a New York. «Sul tavolo abbiamo circa 400 dossier— racconta — e il 15% è made in Usa. Al momento ne stiamo seguendo 250, posso dire che non registriamo nessun disimpegno. Sono molto ottimista sui rapporti commerciali con gli americani, Trump è soprattutto un negoziatore, nessuno vuole tornare indietro o manifesta segnali in questo senso. L’ecosistema americano della regione non è a rischio, i centri europei servono per i mercati locali».

Dello stesso avviso Enrico Maria Rosso, presidente della Camera di Commercio Usa a Torino: «Il Piemonte, insieme a Lombardia e Lazio, rappresenta il cuore dell’alleanza Italia-Stati Uniti. L’indice di fiducia è ancora solido, non bisogna cadere nel panico. L’impatto dei dazi, se ci sarà, qui sarà meno impattante. Per le aziende del lusso, poi, cambierà poco, dal settore enogastronomico all’alta moda. Il consumatore americano non rinuncerà, anche con un piccolo aumento dei costi, ai prodotti di punta italiani, Piemonte compreso».

17 marzo 2025



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