(Teleborsa) – Scatta fra meno di due settimane l’obbligo per le imprese con sede legale in Italia o con stabile organizzazione nel Paese, di stipulare polizze assicurative per la copertura di danni derivanti da eventi calamitosi come alluvioni, inondazioni, esondazioni, sisma e frane. Il termine, inizialmente fissato al31 dicembre 2024, è stato prorogato al 31 marzo 2025 dal decreto-legge del 27 dicembre 2024, n. 2022.
È quanto spiega il Centro studi di Unimpresa, in un documento in cui illustra i dettagli del decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze n. 18 del 30 gennaio 2025, appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, che regola l’attuazione degli schemi assicurativi obbligatori per i rischi catastrofali, in attuazione della Legge di bilancio 2024 (legge 30 dicembre 2023, n. 213). Il regolamento stabilisce che il premio assicurativo sarà determinato in misura proporzionale al rischio, tenendo conto dell’ubicazione territoriale, della vulnerabilità dei beni assicurati, delle serie storiche disponibili, delle mappe di pericolosità e di modelli predittivi aggiornati.
Il premio sarà oggetto di aggiornamenti periodici e le imprese assicuratrici dovranno fissare limiti di tolleranza al rischio, aggiornati annualmente, considerando anche il ricorso a meccanismi di cessione del rischio, inclusa la collaborazione con Sace. Le imprese che supereranno i limiti di tolleranza dovranno interrompere la sottoscrizione di nuove polizze, informando l’Ivass e pubblicando l’informazione sui propri siti. Il regolamento stabilisce che la mancata stipula della polizza obbligatoria possa influenzare negativamente l’assegnazione di contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubbliche future, ma senza effetti retroattivi. Secondo i calcoli del Centro studi di Unimpresa la novità avrà un impatto economico significativo sulle piccole e medie imprese (pmi). I costi annuali delle polizze, proporzionali al rischio della zona in cui si trovano le sedi aziendali, potranno raggiungere fino a 12.000 euro per le imprese situate in aree ad alto rischio, come zone sismiche o soggette a frequenti alluvioni.
Una pmi con 500 metri quadrati di sede e 15 dipendenti dovrà affrontare costi variabili in base al livello di rischio: tra 1.500 e 3.000 euro in aree a basso rischio, da 3.000 a 6.000 euro in zone a medio rischio, e tra 6.000 e 12.000 euro per le imprese in zone ad alto rischio. Per le grandi imprese con più stabilimenti, la spesa annua potrebbe superare i 30.000 euro. Le polizze devono prevedere franchigie non superiori al 15% del danno e premi proporzionali al rischio. Le pmi rischiano, in caso di mancato rispetto dell’obbligo, di non poter accedere a contributi e agevolazioni pubbliche, anche in caso di eventi calamitosi. Se da un lato i costi fissi rappresentano un onere significativo, dall’altro l’assicurazione mira a ridurre il rischio di fallimento post-evento e a garantire una ripresa più rapida delle attività produttive.
(Foto: © federicofoto / 123RF)
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