Transizione 4.0 e 5.0, in arrivo i decreti con le nuove regole


Novità in arrivo per gli incentivi previsti dai piani Transizione 4.0 e 5.0. Un decreto di prossima emanazione sul piano 4.0 riorganizzerà la procedura di presentazione delle domande per gestire l’introduzione del tetto di spesa introdotte dalla legge di bilancio: le nuove procedure, come ha spiegato il Capo del Dipartimento per le politiche per le imprese del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Marco Calabrò, saranno sostanzialmente allineate a quelle già in essere per il piano Transizione 5.0.

Per quanto riguarda invece il piano 5.0 arriveranno un nuovo decreto attuativo e una versione aggiornata della circolare operativa, che daranno seguito alle diverse semplificazioni, al potenziamento della cumulabilità con altri incentivi introdotti dalla legge di bilancio e che disporranno una revisione al rialzo dei massimali per gli investimenti in fonti energetiche rinnovabili. Il Governo è inoltre al lavoro per consentire alle imprese di sviluppare più progetti contemporaneamente su diversi processi produttivi.

Le novità sul Piano Transizione 4.0

Il piano Transizione 4.0 si avvia verso una nuova fase, caratterizzata dall’introduzione, prevista in legge di bilancio, di un tetto massimo di spesa pubblica di 2,2 miliardi di euro.

L’introduzione di questo tetto di spesa, ha spiegato Calabrò, impone una “revisione delle procedure operative del Transizione 4.0”. Si renderà necessario, infatti, implementare un nuovo processo che guardi con maggiore attenzione alla prenotazione delle risorse, al fine di mantenere sotto controllo l’utilizzo delle risorse.

Il nuovo iter si articolerà in diverse fasi: la prenotazione vera e propria, la verifica della coerenza tra le risorse prenotate e il reale fabbisogno dell’impresa e infine la comunicazione dell’avvenuto investimento. In questo modo il processo del Transizione 4.0 si avvicinerà significativamente a quello già in vigore per il Transizione 5.0, con l’obiettivo di garantire una gestione più stringente delle risorse disponibili.

Per dare attuazione a queste novità è imminente la pubblicazione di un decreto che conterrà le nuove procedure e i nuovi modelli di comunicazione per il Transizione 4.0.

Il decreto fornirà indicazioni precise su come le imprese dovranno procedere per accedere ai benefici del piano nel nuovo contesto del tetto di spesa.

Un aspetto importante che verrà disciplinato dal decreto riguarda le modalità per tener conto degli anticipi del 20% versati entro il 31 dicembre 2024, che consentono di restare fuori dai limiti imposti per il 2025 dalla legge di bilancio.

Subito dopo la pubblicazione del decreto verrà emanato un decreto direttoriale che sancirà l’apertura della nuova piattaforma (gestita dal GSE) dedicata al piano Transizione 4.0.

L’obiettivo, condiviso sia dal MIMIT che dal GSE, è di rendere operativa la nuova piattaforma nel più breve tempo possibile, data la necessità di gestire il limite di spesa e di permettere alle imprese di pianificare i propri investimenti.

Ricordiamo con l’occasione che a partire dal 2025 l’ambito di applicazione del Transizione 4.0 è limitato ai soli beni strumentali materiali, vista l’esclusione degli investimenti in beni strumentali immateriali operata proprio dalla legge di bilancio.

Le novità sul Transizione 5.0

Il piano Transizione 5.0 è stato oggetto di diversi aggiornamenti volti a semplificare le procedure e a potenziarne l’attrattività per le imprese.

Le semplificazioni

Una delle principali novità introdotte dalla legge di bilancio riguarda la semplificazione del processo di calcolo della riduzione dei consumi energetici nel caso della sostituzione dei beni obsoleti.

Nella circolare operativa saranno introdotti alcuni esempi che spiegheranno come funziona la semplificazione nelle diverse casisitiche.

Rivisti al rialzo i massimali per le rinnovabili

Una novità in arrivo è invece la revisione (al rialzo) dei massimali di spesa per gli investimenti in fonti energetiche rinnovabili per gli impianti fotovoltaici. In particolare si sta valutando un incremento dei massimali per le tecnologie classificate come “celle made in Europe” di cui alla lettera b) del DL Energia di circa 5-6 punti percentuali mediamente, con una possibile variazione in base alla potenza dell’impianto. Un aumento ancora più consistente, tra il 10% e il 15%, è previsto per i massimali relativi alle celle bifacciali di cui alla lettera c) del DL Energia.

Sono poi in corso valutazioni per l’introduzione di massimali anche per gli impianti solari termici, differenziati in funzione della superficie captante e della temperatura media di funzionamento dei collettori, con un range stimato tra i 150 e i 580 euro al metro quadro.

Verso il superamento del vincolo del progetto unico

Un’altra importante novità in arrivo per il Transizione 5.0 è il superamento del vincolo che attualmente impedisce alle imprese di realizzare contemporaneamente più progetti di investimento sulla stessa struttura produttiva, qualora questi riguardino processi interessati differenti.

Come confermato da Calabrò, il nuovo decreto attuativo dovrebbe sancire la rimozione di questo limite, consentendo così di operare contemporaneamente su più processi interessati, offrendo maggiore flessibilità nella pianificazione e realizzazione degli investimenti in innovazione e sostenibilità.

La cumulabilità

La legge di bilancio ha inoltre operato, in una logica di potenziamento del piano Transizione 5.0, anche la revisione delle regole sul cumulo con altre misure agevolative.

Sono stati rimossi i vincoli previsti dalla disciplina nazionale, rendendo quindi il credito 5.0 cumulabile anche con il credito ZES (Zona Economica Speciale) e con il credito delle zone logistiche semplificate con l’obiettivo di per coinvolgere maggiormente le imprese del Mezzogiorno, per le quali il ricorso al 4.0, cumulabile con il credito ZES, risultava spesso più vantaggioso.

Inoltre, grazie a un confronto con la Commissione Europea, sono state individuate regole più flessibili che consentono di cumulare il piano Transizione 5.0 anche con ulteriori agevolazioni finanziate con risorse nazionali ed europee, fermo restando il principio che l’incentivo non possa coprire le medesime quote dei singoli investimenti. Su questo punto Calabrò ha confermato però che il cumulo è ammesso al netto dell’incentivo già ottenuto su quelle specifiche quote di spesa.

La riduzione delle risorse

Nonostante le semplificazioni e i potenziamenti, il piano Transizione 5.0 ha al momento mobilitato poco più di 500 milioni di euro sui 6,3 miliardi disponibili.

La recente accelerazione nelle prenotazioni sulla piattaforma del GSE è però insufficiente per raggiungere l’obiettivo di spesa previsto dal PNRR, pari a 6,3 miliardi di euro. Per questo Calabrò ha sostenzialmente confermato quanto emerso nelle scorse settimane: che cioè l’ammontare totale delle risorse a disposizione del piano sarà ridotto.




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