Serve un sostegno mirato per il credito alle imprese


Alla recente riunione del Forex il Governatore della Banca d’Italia Panetta, tra gli altri argomenti, ha anche presentato l’andamento della concessione di credito al sistema delle imprese in Italia. Il dato che emerge è chiaro e necessita di alcune riflessioni. Dopo il picco avuto nel 2021 per le misure che sono state varate durante la pandemia il dato presenta una picchiata piuttosto consistente che nel 2024 vede un calo di credito di circa il 10% per le piccole imprese e con una divaricazione crescente con le medie e grandi imprese che comunque anch’esse presentano un dato negativo. Cosa ci dicono questi dati? Innanzitutto che il Paese, nonostante siano in corso i notevoli investimenti derivanti dall’attuazione del PNRR, ha visto nel 2024 un modesto incremento del PIL e consistenti flessioni nella produzione industriale e nell’export. Solo nelle Marche la produzione industriale è calata nel 2024 del 3,5% e la flessione dell’export è stata pari quasi al 30%.

La scelta delle guerre, sia esse militari che commerciali, come metodo di risoluzione delle controversie sta provocando questa situazione di crisi che immediatamente vengono sentite dalla struttura delle PMI marchigiane che in buona parte partecipano a filiere produttive che non hanno la direzione strategica in regione. Il dato del calo nella concessione del credito alle imprese ci porta necessariamente anche ad un’altra considerazione. L’evoluzione dei metodi di valutazione del merito creditizio da parte del sistema Bancario, indotto dalle normative dell’EBA, ha imposto una capacità di rappresentazione della situazione dell’impresa che ha trovato il segmento delle piccole imprese in buona parte impreparato.

Dinanzi a questo contesto la Regione Marche nel corso del 2024 ha varato la misura Credito Futuro Marche nel tentativo di sostenere l’accesso al credito che necessita di alcune osservazioni al fine di migliorarla L’intervento è stato importante in quanto sono stati concessi circa 30 milioni alle imprese spalmati con modalità varie. Quello che spicca è il dato generale di essere riusciti a sostenere l’1,6% delle partite Iva della regione su una misura poco selettiva che inevitabilmente ha visto passare su questo canale finanza deliberata dalle Banche esaurendo in pochi giorni i fondi pubblici a disposizione. Rispetto alla domanda generalizzata di avere migliori condizioni di accesso al credito le risorse pubbliche sono estremamente limitate e necessariamente devono essere utilizzate in modo molto selettivo per sostenere le innovazioni gestionali delle Pmi necessarie per confrontarsi con i nuovi metodi di valutazione del merito creditizio che giustamente pretendono una chiara rappresentazione delle prospettive economico-finanziarie dell’azienda, l’impianto di adeguati assetti organizzativi e l’introduzione della valutazione Esg che l’impresa deve documentare. Le risorse pubbliche, pertanto, non possono essere sprecate, non si devono duplicare canali pubblici già presenti per la garanzia collaborando pertanto con il Mediocredito Centrale, non si deve obbligare l’utilizzo del canale dei Confidi pagando la loro assistenza con risorse pubbliche su segmenti di imprese e banche che non intendono utilizzare questo strumento, devono pertanto essere impiegate su misure molto selettive per la crescita della capacità gestionali dell’impresa. E’ auspicabile che le prossime misure di sostegno alle Pmi marchigiane valutino costruttivamente queste osservazioni.

*Presidente Fondazione San Giacomo della Marca





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