L’artigianato è un motore economico fondamentale, ma continua a scontare il peso di una cultura anti-impresa e di una burocrazia farraginosa. È quanto emerso a Codroipo, in provincia di Udine, durante le celebrazioni per gli 80 anni dell’Unione artigiani del Friuli, promosse da Confartigianato Udine e Pordenone. I presidenti Graziano Tilatti e Silvano Pascolo hanno ribadito la necessità di semplificazioni normative e di un riconoscimento più moderno dell’identità artigiana.
Tilatti ha lanciato un appello al governo: “Serve una revisione normativa della definizione di impresa artigiana”, che superi la semplice classificazione dimensionale per riconoscere il valore identitario e culturale dell’artigiano. Concetto ripreso anche dalla viceministra dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava, che ha sottolineato l’importanza della sburocratizzazione e del sostegno alle imprese produttive, evidenziando anche l’urgenza di abbassare in modo strutturale i costi energetici.
A fine 2024, secondo i dati della Camera di commercio di Pordenone-Udine, in Friuli Venezia Giulia risultavano 20.690 imprese artigiane registrate, di cui 20.622 attive, pari al 74,6% del totale regionale. La distribuzione settoriale è coerente con i dati nazionali:
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Costruzioni: 37,1% a Pordenone, 38,5% a Udine
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Manifatture: 21,9% e 21,1%
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Servizi e altri settori: 41% e 40,4%
Gli addetti del comparto artigiano nella regione sono 50.479, ovvero il 12,2% del totale. Il valore aggiunto generato tra Udine e Pordenone è pari a 2,255 miliardi di euro, il 9% dell’intera economia dei due territori.
Nel 2024, le imprese artigiane del Fvg hanno registrato una crescita del fatturato del 2,4%, grazie a un incremento del 2,7% sul mercato interno e un modesto +0,2% sull’export. Dati che confermano la tenuta e la vitalità del settore, nonostante le sfide economiche e normative.
L’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, ha ricordato come l’Amministrazione stia ridefinendo l’artigianato come eccellenza del made in Italy e del made in Fvg. Con l’ultima legge di stabilità, sono stati stanziati 5 milioni di euro nei canali contributivi gestiti dal CATA. Dal 2018 ad oggi, i fondi regionali per l’artigianato sono triplicati, passando da 4,5 a 12 milioni di euro l’anno: un impegno senza precedenti nella storia del Friuli Venezia Giulia, secondo l’assessore.
Il messaggio è chiaro: investire nell’artigianato significa puntare su un’economia radicata nel territorio, che valorizza competenze, tradizioni e sostenibilità. Ma per farlo, serve una cornice normativa più snella, capace di liberare il potenziale innovativo e produttivo degli artigiani.
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