Manifatturiero, commercio all’ingrosso, industrie alimentari. Poi tessile, alloggio e ristorazione. Sono questi i settori in cui si concentrano maggiormente le aziende familiari nel Sud Italia, che rappresentano il 61% delle realtà attive nel Mezzogiorno, circa 217mila in totale.
Quasi un terzo della forza lavoro complessiva al Sud è impiegata in aziende familiari nelle quali, nell’80% dei casi, due generazioni diverse sono impegnate alla guida. Sono questi alcuni dei dati anticipati dal primo rapporto Flag sulle imprese familiari del Mezzogiorno, realizzato da Deloitte Private con l’Università degli studi di Napoli Federico II (dipartimento di Economia, management, istituzioni) e con l’università degli studi di Bari Aldo Moro (dipartimento di Economia e finanza).
Il report sarà presentato oggi, nella sede della Masmec di Modugno (Bari), alla presenza anche di Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, di Stefano Bronzini, rettore dell’università di Bari, di Donata Mussolino, professore ordinario della Federico II, e di Daniela Vinci, ceo di Masmec.
Il rapporto è stato condotto su 128 aziende familiari di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
“Nel Mezzogiorno – commentano Ernesto Lanzillo e Claudio Lusa, rispettivamente Deloitte private leader e Deloitte operate leader – le aziende familiari sono strutturate sotto il profilo della governance, sono multigenerazionali e sono radicate a livello locale per creare sempre più valore economico e sociale. In prospettiva, le aziende familiari del Mezzogiorno, per valorizzare la legacy in un’ottica di lungo periodo, sono chiamate a prediligere obiettivi di sviluppo del business, come l’innovazione e l’ottimizzazione delle risorse, assicurando un futuro solido e prospero alla propria realtà imprenditoriale anche a beneficio delle nuove generazioni”.
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