La Spagna annuncia un fondo da 14,1 miliardi di euro per i settori colpiti dai dazi Usa


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Il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez ha presentato il piano di risposta della Spagna e dell’Unione europea ai nuovi dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

In un’energica dichiarazione Sánchez ha difeso il modello di cooperazione internazionale contro il protezionismo, assicurando che “le società crescono quando si aprono e si restringono quando si chiudono”.

Il leader spagnolo ha condannato la decisione di Trump di imporre tariffe del 25 per cento sui veicoli europei e del 20 per cento sugli altri prodotti dell’Ue, definendola una “misura senza precedenti” che rappresenta un attacco unilaterale alle relazioni commerciali globali. “Il protezionismo non è un modo intelligente di affrontare le sfide”, ha sottolineato Sánchez.

La risposta dell’Ue: unità e proporzionalità

Sánchez ha ricordato che gli Stati Uniti hanno optato per un modello economico del XIX secolo e ha smentito le affermazioni di Trump sui dazi europei.

“Non è vero che l’Ue applica un dazio del 39 per cento. Nella migliore delle ipotesi, si aggira intorno al 3 per cento. La bilancia commerciale è equilibrata e i dazi annunciati da Trump non sono reciproci”, ha spiegato.

Il premier spagnolo ha assicurato che comunque “la mano dell’Europa è tesa”, ma ha avvertito che l’Ue non resterà a guardare. “Risponderemo con proporzionalità e unità”, ha affermato.

A questo proposito, la Spagna ha proposto alla Commissione europea di accelerare l’attuazione del mercato unico in aspetti chiave come la regolamentazione, la tassazione e i sistemi finanziari. Sono state proposte anche misure come la diversificazione dei legami commerciali e l’applicazione di un pacchetto di contro-dazi e altri strumenti di sicurezza economica, che potrebbero entrare in vigore la prossima settimana in caso di fallimento dei negoziati.

Una risposta commerciale e un piano di rilancio

Per proteggere l’economia spagnola, Sánchez ha annunciato un piano di risposta e rilancio commerciale che garantirà al Paese un “doppio ombrello”: nazionale ed europeo. Questo piano mobiliterà 14,1 miliardi di euro, di cui 6,7 miliardi proverranno da strumenti già esistenti per potenziare diverse misure di sostegno.

Il piano si concentrerà sulla protezione delle imprese e dell’occupazione, settori che potrebbero essere particolarmente colpiti dalle nuove tariffe. Tra le altre iniziative, 200 milioni di euro di prestiti saranno destinati all’installazione di nuovi impianti di produzione, oltre a rafforzare la protezione del lavoro per i lavoratori interessati.

Nel suo discorso Sánchez si è anche rivolto direttamente ai cittadini, assicurando loro che il suo governo non permetterà che siano loro a pagare le conseguenze di questa guerra commerciale. “L’era della rassegnazione cristiana degli altri governi è finita. Questo governo è presente, si assume le proprie responsabilità e utilizza le risorse per aiutare le persone. I nostri cittadini e le nostre imprese possono starne certi”, ha dichiarato.

Il premier ha sottolineato che l’economia spagnola continua a crescere fortemente, mentre l’inflazione e la disuguaglianza continuano a diminuire. Per questo motivo, ha insistito sul fatto che l’obiettivo dell’esecutivo è quello di “superare questo colpo senza che siano i soliti a pagarlo” e di approfittare di questa crisi per rafforzare il tessuto produttivo del Paese.

La Spagna si rammarica “profondamente” della decisione di Trump

L’esecutivo si è “profondamente” rammaricato per la decisione di Trump e ha sottolineato che le misure adottate “danneggeranno tutti” e avranno un impatto negativo su cittadini e imprese a livello globale in modo “ingiusto e ingiustificato”.

Fonti governative hanno sottolineato che l’Ue rimane impegnata in una “soluzione negoziata” con Washington per preservare la “più grande relazione commerciale ed economica del mondo”.

Tuttavia, hanno avvertito che “la Spagna e l’Europa hanno gli strumenti necessari per proteggere gli interessi dei loro cittadini e delle loro imprese” nel caso in cui non ci sia spazio per il dialogo.

La Moncloa ha sottolineato che né la Spagna né l’Ue stanno cercando un conflitto commerciale, ma non possono nemmeno “rimanere ignari di questa situazione”, assicurando che, se necessario, la risposta sarà “unita e proporzionata”.

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Il governo sostiene che i dazi imposti dagli Stati Uniti colpiranno “in primo luogo” gli stessi cittadini statunitensi, che dovranno affrontare “prezzi e costi più elevati”. Inoltre, queste misure avranno un impatto sull’economia globale e sui mercati finanziari, generando uno scenario di incertezza le cui conseguenze sono ancora difficili da prevedere.

In questo senso Moncloa avverte che la nuova politica commerciale di Washington potrebbe portare a un mondo “più impoverito e frammentato”, con effetti particolarmente duri per i Paesi in via di sviluppo.

Per questo il governo di Pedro Sánchez sostiene che l’Europa deve rafforzare la propria autonomia economica con una propria “road map”, promuovendo l’uso del mercato interno e dando priorità alla rapida ratifica dell’accordo con il Mercosur.

Per quanto riguarda l’impatto sull’economia spagnola, la Moncloa riconosce che è ancora troppo presto per fare una stima precisa, anche se sottolinea che l’esposizione diretta della Spagna a queste tariffe è “limitata”.

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Tuttavia, avverte che l’effetto indiretto potrebbe essere maggiore a causa dell’impatto sui principali partner europei. Inoltre, sottolinea che l’impatto sarà “asimmetrico”, colpendo più duramente i settori il cui fatturato dipende in gran parte dalle esportazioni verso gli Stati Uniti.



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