«Sanità umbra, nessun allarme conti dai ministeri»



FI accusa la giunta Proietti di usare dati falsi per aumenti fiscali

Nessun allarme contabile nella sanità dell’Umbria secondo il deputato Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia. L’esponente azzurro attacca – come scrive oggi Il Messaggero a firma Federico Fabrizi – frontalmente la giunta regionale guidata da Daniela Proietti, accusandola di diffondere dati falsi per giustificare una manovra fiscale che definisce sproporzionata. Le dichiarazioni arrivano all’indomani di un incontro tecnico avvenuto al Ministero dell’Economia, al quale hanno partecipato, oltre a Nevi, anche Emanuele Prisco di Fratelli d’Italia e Riccardo Marchetti della Lega.

Secondo Nevi, la situazione finanziaria del comparto sanitario umbro è sotto controllo: il disavanzo certificato ammonterebbe a 34 milioni di euro, ben distante dai 243 milioni inizialmente ventilati dalla giunta Proietti, cifra che il deputato definisce «frutto di fantasia». Anche i successivi aggiustamenti al ribasso, che parlavano prima di 90 e poi di 70 milioni, sarebbero infondati. «I numeri veri sono questi – ha affermato Nevi – e sono stati certificati dal Ministero dell’Economia, non da consulenti privati».

Il parlamentare ha precisato che il disavanzo va comunque affrontato, ma ha sottolineato che si tratta di una quota marginale rispetto a un bilancio regionale di circa 1,9 miliardi di euro. «La legge – ha detto – impone l’equilibrio di bilancio, ma non specifica come ottenerlo. Le soluzioni possono arrivare dal bilancio regionale o da fondi interni al sistema sanitario. La giunta invece parla solo di aumenti fiscali, mentre l’ex presidente Catiuscia Marini ha dichiarato che quella non è la strada».

Nevi ha indicato come possibile fonte di copertura i fondi derivanti dal pay-back sui dispositivi medici degli anni 2019 e 2021, già accantonati e pari a 44 milioni di euro. A chi solleva obiezioni circa la disponibilità effettiva di tali somme, ha risposto che la Corte Costituzionale ha confermato la legittimità del meccanismo e che le Regioni possono disporne. «I ricorsi sono stati superati, quei soldi ci sono», ha ribadito.

Sulla questione dei 39 milioni di euro relativi al “fondo di dotazione” delle aziende sanitarie, Nevi ha chiarito che non vi è obbligo di copertura immediata. «Quel fondo – ha spiegato – è stato gradualmente ridotto negli anni per far fronte alle necessità gestionali, ma non c’è alcuna norma che impone di ripristinarlo subito. Si può negoziare un piano pluriennale con il ministero, come avviene per tutte le regioni italiane».

Durante il recente confronto al MEF, i rappresentanti del governo hanno definito la situazione dell’Umbria «non preoccupante», in quanto le cifre risultano sostenibili rispetto alle dimensioni del bilancio regionale. «Non esiste un’emergenza – ha commentato Nevi – e non c’è bisogno di manovre straordinarie. La giunta ha predisposto una manovra da 320 milioni di euro spalmati in tre anni, senza alcuna necessità oggettiva. È una scelta politica».

Secondo Nevi, la giunta regionale starebbe utilizzando la leva fiscale per costruire un “tesoretto” da impiegare a fini elettorali. «La sinistra – ha affermato – sta realizzando la più imponente manovra fiscale mai vista in Umbria, scaricando i costi su famiglie e imprese, per poi usare quelle risorse a sostegno del consenso politico. Non è una novità: è uno schema già visto».

Il parlamentare ha denunciato inoltre una scarsa trasparenza da parte della giunta. «Neppure le organizzazioni sindacali – ha riferito – hanno ricevuto i documenti completi. C’è confusione nei numeri, probabilmente alimentata in modo strumentale». Nevi ha anche ricordato il contesto ereditato dal centrodestra all’inizio della legislatura: «Quando ci siamo insediati a Palazzo Donini, la sanità umbra era scossa da inchieste giudiziarie e arresti. Oggi si vuole cancellare quella memoria per far passare il messaggio che i problemi attuali siano tutti imputabili all’attuale opposizione».

Rispetto a eventuali aperture al dialogo da parte della maggioranza, Nevi ha mantenuto una posizione rigida: «Siamo per un’opposizione responsabile, ma non possiamo sederci a un tavolo con chi ha falsificato i numeri e scaricato su altri responsabilità inesistenti. Se vogliono il confronto, ritirino prima la manovra, chiedano scusa ai cittadini, poi possiamo parlare anche di riforme con il supporto del governo nazionale».

L’esponente di Forza Italia ha infine giustificato l’azione dimostrativa dell’opposizione regionale, che nei giorni scorsi ha occupato simbolicamente l’aula del Consiglio regionale per protestare contro l’impostazione della manovra fiscale. «Era un atto necessario per denunciare l’arroganza istituzionale e la gravità politica di quanto sta accadendo. Non possiamo permettere che si costruiscano narrazioni false ai danni dei cittadini».

Il confronto sui conti della sanità umbra appare quindi destinato a proseguire, alimentato da una forte contrapposizione politica e da interpretazioni divergenti dei dati economici. Con la manovra fiscale già all’esame del Consiglio regionale, il dibattito si estende anche alla società civile e agli attori economici, molti dei quali esprimono perplessità sui carichi fiscali previsti.

Nel frattempo, la giunta regionale difende la manovra come necessaria per garantire la sostenibilità del sistema sanitario, mentre l’opposizione denuncia un uso strumentale della leva tributaria. I prossimi passaggi in aula e le eventuali contromisure a livello parlamentare o governativo potrebbero risultare decisivi per l’evoluzione del confronto.

Nevi ha concluso ribadendo che i conti sono certificati e che le soluzioni esistono senza ricorrere a nuove tasse. «È una questione di scelte politiche, non di necessità contabili. La realtà è diversa da quella raccontata, e noi continueremo a chiarirla ai cittadini».

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