A Lucca, nella cornice della Paper Week, i numeri della ricerca realizzata da NeXt Economia e Fondazione Symbola per Comieco: per ogni euro investito, si crea un valore di poco meno di sette
Il sistema economico del riciclo della carta e del cartone determina un ritorno degli investimenti pari al 688%. La percentuale monstre è il risultato di una ricerca realizzata da NeXt Economia e Fondazione Symbola e presentata nel corso del convegno inaugurale della Paper Week di Comieco a Lucca. I ricercatori hanno calcolato che per ogni euro investito nella filiera, attraverso il Contributo Ambientale Conai, si crea un valore di poco meno di sette. I dati vengono dal report che per la prima volta analizza e quantifica il modello relazionale di Comieco.
“Questa densità di relazioni – spiega Comieco in una nota – si è tradotta in un dividendo relazionale che tiene conto di tre componenti specifiche: l’effetto creazione di mercato pari a 170 milioni di euro, il surplus del consumatore pari 36 milioni di euro e il valore della CO2 evitata, il cui valore oscilla tra i 441 milioni di euro l’anno e i 2,7 miliardi”.
Il modello relazionale al centro dello studio è stato misurato attraverso un indice che integra elementi fondamentali come la fiducia, la capacità di fare rete, il livello di innovazione condivisa e la qualità delle relazioni con tutti i soggetti coinvolti (dalle comunità ai consorziati), il cui valore si attesta al 72%.
Risultati che sono stati commentati anche dal direttore generale di Comieco, Carlo Montalbetti: “In questi 40 anni Comieco ha ampliato la propria rete di relazioni, arrivando a servire oltre il 95% dei cittadini italiani, e circa il 90% dei Comuni, erogando alle amministrazioni locali convenzionate 2,51 miliardi di euro dal 1998 ad oggi. Tutto questo è stato possibile grazie al consolidamento di una rete fatta di imprese, comuni e cittadini che ha contribuito a raggiungere un livello di raccolta differenziata superiore ai 3,7 milioni di tonnellate l’anno e il riciclo di oltre il 90% degli imballaggi in carta e cartone immessi al consumo”.
Stando ai risultati della ricerca, secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola: “L’Italia può dare un contributo importante alla sfida alla crisi in tanti settori in cui è già protagonista, a partire dall’economia circolare. Siamo il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti pari al 91,6% con una incidenza quasi il doppio rispetto alla media UE e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi europei: risparmiamo così 16,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e circa 55 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti”.
Proprio il risparmio della produzione di anidride carbonica e il taglio del consumo di petrolio sono al centro di una riflessione (e di una proposta) lanciata da Assocarta e Assografici lo scorso febbraio nell’ambito del piano di rilancio del settore. Le associazioni chiedevano l’attivazione di un meccanismo di incentivazione basato sul contributo dell’industria cartaria all’economia circolare attraverso il riconoscimento di titoli “agli impianti in proporzione alla materia riciclata immessa nel mercato” e che questi titoli “siano considerati anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione”.
Le richieste sono allineate con quelle di Utilitalia che, grazie a uno studio realizzato da Enea, ha calcolato che per ogni tonnellata di carta da riciclare utilizzata dalla filiera si ottiene un risparmio di energia pari a 0,25 tonnellate di petrolio equivalente. Cifre che vanno nella direzione tracciata dall’Ue con il Clean Industrial Deal, presentato nelle scorse settimane dalla Commissione, e il futuro Circular Economy Act, che stando ai piani di Bruxelles dovranno garantire l’equilibrio tra competitività e decarbonizzazione anche puntando su nuovi incentivi all’utilizzo di materia riciclata.
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