RICOLLOCHI I DIPENDENTI DELLA ALBANY DI MIRANO – ERIKA BALDIN


Venezia, 7 aprile 2025 – La Regione non prevede specifici incentivi, anche fiscali, per trattenere nel proprio territorio le aziende intenzionate a delocalizzare, oltre alle agevolazioni generiche di Veneto Innovazione. Lo scrive nero su bianco la Giunta diretta da Luca Zaia, in risposta all’interrogazione che la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, aveva presentato riguardo la situazione all’impresa Albany di Mirano, dove 37 dipendenti erano stati messi con le metaforiche spalle al muro, se accettare il trasferimento in Lombardia oppure il licenziamento.

«È grave che l’ente non abbia mai legiferato per prevedere tali misure -commenta la consigliera- specie in anni di delocalizzazione selvaggia, e non solo per rimanere in altre regioni d’Italia. Quando un’azienda lascia il Veneto rende inevitabilmente più povero il contesto sociale del territorio in questione, costringendo la stessa mano pubblica a un surplus di attenzioni nei confronti di chi subisce la decisione, ovvero le lavoratrici e i lavoratori».

Nel caso della Albany, il tavolo aperto dalla Regione con la società e i sindacati ha portato all’adozione della cassa integrazione fino a fine anno per cessazione del ramo di attività: «Confido che essa sia operativa fin da subito -prosegue Baldin- come chiedeva la CGIL, a far data dal 1° aprile scorso. L’accordo raggiunto, sottoscritto all’unanimità dai 37 operai, dimostra che avevamo fatto bene a sottoporre la questione; anche se ora si pone il tema del ricollocamento del personale, attraverso le politiche attive della Regione, che naturalmente vigileremo».

La vertenza aveva ottenuto attenzione anche dal Consiglio comunale di Mirano, che aveva approvato una mozione a sostegno dei dipendenti coinvolti. Ma oltre alle garanzie di welfare per questi ultimi, e alla necessità di incentivi qualora dovessero manifestarsi crisi simili, l’esponente del M5S osserva che «nella risposta la Giunta fa riferimento all’approvazione della legge regionale n.2 lo scorso 2 marzo, mirata ad attrarre investimenti in Veneto tagliando l’IRAP di un punto percentuale alle aziende di nuova costituzione o trasferimento, per i primi cinque anni di attività

Peccato -conclude Erika Baldin- che questa norma e i suoi buoni propositi rischiano di venire travolti dall’applicazione del nuovi dazi americani alle imprese europee, nella misura del 20%. Un fardello pesante che il Consiglio regionale ha rigettato all’unanimità, approvando il mio ordine del giorno ad hoc, nella speranza che il presidente Zaia dia corso alla votazione e si faccia sentire con il governo Meloni. Ma soprattutto col suo leader Salvini, il quale minimizza i danni che incorreranno alle imprese venete, dicendo che i dazi di Trump sono una opportunità», conclude Erika Baldin.



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