contromisure UE e la strategia di Meloni per la formula ‘zero per zero’ – Controcopertina


La Commissione europea è pronta a varare un pacchetto di contromisure in risposta ai dazi americani, con un voto previsto per oggi alle ore 14. La decisione giunge in un clima di crescente tensione commerciale, alimentata dall’annuncio dell’ex presidente Donald Trump di voler applicare dazi del 104% su alcuni prodotti cinesi. L’Unione Europea, da parte sua, punta a un approccio meno conflittuale, escludendo dal pacchetto finale alcuni prodotti inizialmente considerati, come vino, latticini e bourbon.

La strategia europea e l’interlocuzione con gli USA

Il pacchetto europeo, costruito su un principio di reazione calibrata, intende evitare l’escalation di una guerra commerciale con Washington. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha condiviso i contenuti con i leader degli Stati membri e rimarrà in contatto diretto con la premier Giorgia Meloni. Quest’ultima si recherà a Washington il prossimo 17 aprile, a ridosso delle festività pasquali, con un obiettivo chiaro: trattare direttamente con Trump, puntando alla cosiddetta formula ‘zero per zero’ sui dazi industriali, vale a dire l’azzeramento reciproco delle tariffe già in vigore.

Il nostro obiettivo è eliminare i dazi su tutti i prodotti industriali esistenti,” ha dichiarato Meloni durante un incontro con i rappresentanti del mondo imprenditoriale a Palazzo Chigi, aggiungendo che si tratta di una sfida necessaria per evitare un conflitto commerciale dagli effetti incerti.

Meloni alle imprese: 25 miliardi per sostenere l’economia

Per sostenere il tessuto produttivo nazionale e attutire l’impatto delle misure americane, Meloni ha annunciato un pacchetto di interventi da 25 miliardi di euro, che sarà finanziato tramite una rimodulazione del PNRR e dei fondi di coesione. La presidente del Consiglio ha chiarito: “Non conosciamo con certezza lo scenario che si profilerà nei prossimi mesi, quindi è fondamentale rafforzare l’intero sistema produttivo italiano e non solo le imprese esportatrici.”

Nel dettaglio:

  • 14 miliardi deriverebbero dalla revisione del PNRR italiano;

  • 11 miliardi sarebbero ottenuti dalla riprogrammazione dei fondi di coesione europei, recentemente rivista dalla Commissione su proposta del vicepresidente Raffaele Fitto;

  • A questi si aggiungono 7 miliardi dal Piano Sociale per il Clima (2026–2032), mirati a ridurre i costi energetici per famiglie e microimprese.

“Abbiamo bisogno di flessibilità sull’uso dei fondi”, ha sottolineato Meloni, spiegando che il governo intende aprire un negoziato con Bruxelles per ottenere un regime transitorio sugli aiuti di Stato e maggiore autonomia nell’adattamento del PNRR alle nuove esigenze economiche.

Gli effetti dei dazi USA sull’Italia: la posizione di Meloni

Durante l’incontro a Palazzo Chigi, alla presenza dei ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Francesco Lollobrigida e Andrea Abodi, la premier ha definito “assolutamente sbagliata” la decisione annunciata da Trump, affermando che “finirà per danneggiare sia l’Europa che gli Stati Uniti, dal momento che le nostre economie sono profondamente interconnesse.”

Secondo Meloni, l’impatto sui flussi commerciali italiani è ancora da quantificare, ma potenzialmente rilevante: “Le esportazioni italiane verso gli USA rappresentano circa il 10% del nostro export totale. È evidente che i dazi potrebbero ridurre questa quota, ma non azzerarla.”

Ha poi aggiunto che il peso effettivo del dazio del 20% sui prodotti europei non si traduce automaticamente in un aumento equivalente dei prezzi per i consumatori americani, grazie ai margini delle filiere di distribuzione. E ha ricordato: “La forza dell’export italiano non si basa solo sul prezzo, ma soprattutto sulla qualità.”

Un’Europa più competitiva e meno burocratica

Nel suo intervento, la premier ha anche lanciato un appello all’Unione Europea affinché adotti un approccio più pragmatico: “Se pensiamo di affrontare questa fase continuando a iper-regolamentare tutto, non sopravviveremo. Serve un’Europa più competitiva, meno vincolata da norme ideologiche.”

Tra le proposte avanzate:

  • revisione profonda del Green Deal, ritenuto non più sostenibile nelle condizioni attuali;

  • accelerazione del mercato unico;

  • semplificazione delle norme europee e introduzione di una possibile moratoria regolatoria;

  • protezione del mercato interno europeo contro gli effetti della sovrapproduzione cinese e asiatica.

Il ruolo strategico dell’export e delle agenzie di supporto

Infine, il governo italiano punta a rafforzare le politiche di sostegno all’export. Meloni ha dichiarato: “È fondamentale che le imprese italiane restino competitive sui mercati internazionali. Potenzieremo i nostri strumenti attraverso il sistema ICE–Simest–Sace, così da accompagnarle in questa fase di incertezza.”

La formula ‘zero per zero’: una via per evitare la guerra commerciale

L’idea di una formula ‘zero per zero’ sui dazi industriali si delinea quindi come un’alternativa concreta all’escalation delle tensioni transatlantiche. Si tratterebbe di un accordo di reciproco azzeramento delle tariffe tra Europa e Stati Uniti, che avrebbe il potenziale di rafforzare l’integrazione economica e rilanciare un commercio basato sul mutuo beneficio.

Secondo Meloni, la posizione assunta dalla Commissione europea favorisce una trattativa non conflittuale, “un’impostazione che l’Italia può condividere”, ha dichiarato, puntualizzando che il nostro Paese non avrebbe sostenuto una strategia improntata allo scontro.

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