Roma – Federvini, che aveva chiesto misure a sostegno del comparto, guarda con favore alla dichiarazione con la quale il presidente Trump emana una sospensione temporanea di 90 giorni dei dazi aggiuntivi sui prodotti italiani, vini, spiriti ed aceti inclusi, evitando che l’aliquota dei passi dal 10% al 20%.
Si tratta di un primo segnale di apertura, ma che non modifica, nella sostanza, le difficoltà strutturali che il comparto continua ad affrontare. L’aliquota del 10% resta una penalizzazione significativa per un settore che non può permettersi di affrontare il mercato con questo livello di incertezza, rendendo difficile una programmazione articolata delle esportazioni nel lungo periodo.
“Un’aliquota del 10% può essere gestita nel breve termine, ma non rappresenta una condizione sostenibile né auspicabile per il futuro. Per un settore che compete sui mercati globali, servono certezze normative e una cornice commerciale chiara e stabile. Abbiamo bisogno di stabilità per poter investire, crescere e difendere il valore del Made in Italy”, afferma Micaela Pallini, presidente di Federvini.
La necessità di un accordo stabile
Federvini sottolinea come il settore dei vini e degli spiriti rischi di pagare un prezzo molto alto per le tensioni commerciali transatlantiche, come accaduto ai liquori italiani tra il 2019 ed il 2021 quando sopportarono un dazio del 25% nell’ambito della querelle Boeing Airbus. “La sospensione dei dazi è un passo nella giusta direzione, ma resta solo un primo spiraglio di luce. Le nostre imprese hanno bisogno di regole certe e durature, che eliminino le barriere commerciali e favoriscano una reale apertura dei mercati.”
L’auspicio per un dialogo duraturo
“Come ha ricordato recentemente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la vera sfida è arrivare alla formula ‘zero per zero’, ovvero azzerare i dazi per evitare danni tanto all’Unione Europea quanto agli Stati Uniti. Auspichiamo che il suo prossimo viaggio negli Stati Uniti possa contribuire a riaprire un negoziato equo, duraturo e vantaggioso per tutti i Paesi europei” conclude Micaela Pallini.
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