Il quadro economico avrà incidenza «in particolare sulle banche commerciali poiché più esposte alle Pmi», ha detto il ceo di Mediobanca Alberto Nagel. Mps ha un’esposizione agli npl netta pari al 2,4% (4,5% lordo) a fine 2024. E in Mps investe anche Enasarco
Una tendenza al ribasso dei tassi, con margini di interesse che si assottigliano, e le imprese italiane in affanno che producono più npl. Lo scenario recessivo che si è aperto sui mercati per Alberto Nagel è un cocktail che avrà un impatto negativo sulle banche commerciali. Il ceo di Mediobanca, dal Cedacri forum di Cernobbio, non chiama per nome il Monte dei Paschi ma il riferimento a Siena è chiaro. Il quadro economico avrà incidenza «in particolare sulle banche commerciali poiché più esposte alle Pmi». Mps ha un’esposizione agli npl netta pari al 2,4% (4,5% lordo) a fine 2024. Sono valutazioni opposte a quelle espresse due giorni fa dal ceo di Mps, Luigi Lovaglio, secondo cui «la situazione attuale conferma che la dimensione conta e che c’è bisogno di unire i ricavi».
Il messaggio agli investitori del Monte
Gli istituti commerciali hanno «più di altri beneficiato dell’aumento dei tassi», ha ribadito Nagel. Il messaggio è rivolto agli investitori, soprattutto quelli nel capitale di Mps che tra una settimana, all’assemblea del Monte, dovranno esprimersi sull’ops su Piazzetta Cuccia. «La specializzazione, la cultura aziendale di Mediobanca, che poi sono incorporate nel brand, la rendono diversa da una banca commerciale o da una che fa solo risparmio gestito», ha detto Nagel —. «Mediobanca non fa un aumento di capitale da 28 anni, nonostante tutte le crisi e, per merito di chi l’ha fondata e dei miei colleghi, ha una cultura della gestione del rischio che le ha consentito di svilupparsi, diventando oggi 5 volte più grande di quando abbiamo iniziato il nostro lavoro». Nagel è «convinto che ci sia un vantaggio per l’Italia ad avere biodiversità bancaria» e che sia «utile avere un operatore specializzato che lavora con le imprese grandi e medie e che ha progressivamente sviluppato, intorno all’imprenditore, non solo il business di banca d’affari ma anche, in modo crescente, quello del wealth management».
New entry: investe Enasarco
Sono giorni intensi quelli che precedono l’assemblea di Siena del 17 aprile. Dopo la record date per la registrazione delle azioni del Monte, si arricchisce la mappa degli investitori che hanno preso posizioni a Siena. Dopo l’Enpam, entrata con il 2% di Mps, da quanto emerge, ha investito anche Fondazione Enasarco. L’ente di assistenza di rappresentanti e agenti del commercio presieduta da Alfonsino Mei avrebbe rilevato appena sopra l’1% ed è probabile che si esprima a favore dell’ops a fianco di Caltagirone, Delfin e del Ministero dell’Economia (11,7%), delle Fondazioni e, secondo il mercato, anche di Banco Bpm e Anima sgr. In senso opposto sono invece emersi gli orientamenti dei grandi fondi: New York City controller, Calvert, Florida State Board, azionisti che un anno fa avevano quote attorno allo 0,1%.
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10 aprile 2025
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