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Cambia la disciplina delle accise: tra digitalizzazione, semplificazioni e nuovi status fiscali, l’Italia si allinea alle direttive europee.
Con la pubblicazione del Decreto Legislativo 28 marzo 2025, n. 43 in Gazzetta Ufficiale, è ufficialmente entrata in vigore la riforma delle accise, un intervento normativo atteso da tempo che adegua l’ordinamento italiano alle direttive comunitarie. Il provvedimento, pur introducendo nuovi obblighi per le imprese, punta a snellire le procedure burocratiche e rendere più fluido il rapporto tra contribuenti e amministrazione doganale.
Nasce il SOAC: una corsia preferenziale per gli operatori virtuosi
La novità più rilevante è l’introduzione del Soggetto Obbligato Accreditato (SOAC), una nuova figura fiscale pensata per le imprese che dimostrano affidabilità e regolarità nei rapporti con l’Agenzia delle Dogane. Lo status di SOAC consente l’accesso a semplificazioni operative e documentali, oltre all’esonero totale o parziale dalle cauzioni fiscali. Una sorta di “bollino blu” che premia chi lavora con trasparenza, alleggerendo il carico amministrativo e velocizzando le pratiche.
Nuove regole più efficienza ecco cosa comprende il nuovo decreto
Di seguito tutte le novità più importanti contenute nel decreto che cambieranno il futuro del rapporto tra aziende e amministrazioni:
- Più flessibilità nei pagamenti delle accise su gas ed energia: un’altra importante innovazione riguarda le accise su energia elettrica e gas naturale, che ora dovranno essere versate mensilmente, calcolate sui consumi del mese precedente. Una misura che mira a garantire maggiore precisione e aggiornamento nei versamenti, riducendo il rischio di squilibri tra consumo reale e importi dovuti;
- Nuove regole per distinguere gli usi energetici: il decreto introduce anche una chiara distinzione tra utilizzo domestico e non domestico dei prodotti energetici. Questa separazione ha implicazioni fiscali dirette e punta a razionalizzare l’applicazione delle aliquote, evitando ambiguità che in passato generavano contenziosi e incertezze per gli operatori del settore;
- Tabaccai: aperture secondo criteri di razionalizzazione: il provvedimento rivede inoltre i criteri per l’apertura di nuovi punti vendita di tabacchi, tenendo conto della razionalizzazione della rete di distribuzione. L’obiettivo è evitare un’eccessiva concentrazione di rivendite sul territorio e garantire una distribuzione più equilibrata;
- Alcolici e birra: semplificazioni per chi avvia l’attività: a partire dal 1° gennaio 2026, chi intende aprire un’attività di vendita di alcolici soggetti a contrassegno o birra potrà avvalersi di una comunicazione unica tramite lo sportello SUAP, che sostituirà una serie di adempimenti burocratici oggi richiesti. Anche in questo caso, la logica è quella di centralizzare le procedure e favorire l’avvio rapido di nuove imprese.
Un passo verso l’Europa, ma restano alcune incognite
La riforma segna un passo avanti nella modernizzazione del sistema accise, ma non mancano i nodi da sciogliere. Le imprese dovranno rapidamente adeguarsi a nuovi obblighi tecnici e fiscali, e sarà fondamentale che l’Agenzia delle Dogane garantisca supporto e chiarezza applicativa. Il successo della riforma dipenderà dalla sua capacità di coniugare controllo e semplificazione, senza trasformarsi in un labirinto di regole difficili da interpretare.
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