EMILIA-ROMAGNA: Dazi Usa, imprese strutturate quelle più a rischio | VIDEO


Nell’attesa di capire quale strada prenderà il problema legato ai dazi americani, Unioncamere Emilia Romagna ha presentato uno studio sui possibili impatti, delineando uno scenario difficile per le imprese più strutturate.

Preoccupazione per le imprese della regione sulla questione dazi da parte del presidente americano Trump. Nell’attesa dell’evolversi della situazione, Unioncamere Emilia Romagna ha fatto il punto sul possibile impatto di queste misure sulle aziende: una situazione che preoccupa, soprattutto per le oltre 1200 imprese di grandi dimensioni, con 150mila addetti ai lavori e che rappresentano il 90% dell’export regionale verso gli Stati Uniti. La soluzione, secondo Unioncamere, resta quella di aumentare la competività delle aziende e prevedere forme di garanzia statale per i finanziamenti bancari, come è stato fatto durante la pandemia.

Valerio Veronesi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna:   

«Unioncamere ha voluto fornire una fotografia su dove potrebbero atterrare i dazi degli Stati Uniti nell’economia reale della nostra regione. Siamo dentro un cambiamento epocale. Davanti allo scontro diretto fra potenze che costruiscono muri doganali l’economia reale non può essere lasciata a guardare. L’unica possibile difesa è consentire alle imprese di aumentare la loro competitività internazionale: sono gli imprenditori che affrontano una situazione così incerta e complessa. Per questo riteniamo ineludibile:  1) rilanciare immediatamente le misure del “4.0” per liberare gli investimenti in innovazione; 2) contemporaneamente prevedere forme di garanzia statale per i finanziamenti bancari come è stato fatto durante il periodo della pandemia. Le nostre aziende devono avere la stessa possibilità di investire di quelle tedesche, per fare un esempio.  In parallelo dobbiamo creare ogni azione possibile per attirare in Emilia-Romagna quei cervelli che in questi giorni vengono licenziati e privati dei finanziamenti necessari per loro ricerche. L’Emilia-Romagna con la sua rete di eccellenza fra imprese, università e tecnopoli e la sua qualità della vita può essere il magnete di attrazione di competenze che ora vengono espulse altrove».

Guido Caselli, Vice segretario di Unioncamere Emilia-Romagna e curatore dello studio: «Le 1.256 imprese assommano il 90% dell’export emiliano-romagnolo verso gli Stati Uniti, contribuiscono per la metà al totale delle esportazioni regionali nel mondo, danno lavoro a oltre 105mila persone, realizzano 50 miliardi di euro di fatturato. E non è tutto. Per capire davvero quanto possa essere profondo l’impatto dei dazi bisognerebbe guardare anche a tutte le imprese che ruotano attorno a queste realtà – i fornitori, i subfornitori, i partner di filiera – e non dimenticare le oltre 2.000 aziende emiliano-romagnole che importano dagli Stati Uniti, anch’esse potenzialmente esposte alle conseguenze di nuove barriere commerciali».



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