Il risparmio come valore fondamentale in Italia. La propensione agli investimenti c’è, ma i timori restano « LMF Lamiafinanza


Italiani e risparmio —

Renato Mannheimer, noto sondaggista italiano, ha più volte analizzato il rapporto degli italiani con il risparmio, evidenziando sia la sua importanza culturale sia le difficoltà legate alla gestione finanziaria.

Il risparmio come valore fondamentale

Secondo il “Rapporto Patti Chiari 2006” realizzato da Mannheimer, il risparmio già allora era percepito dagli italiani come “estremamente importante”. Circa l’80% degli intervistati lo considerava una sicurezza per il futuro, destinando risorse per la vecchiaia o per far fronte a imprevisti. Tuttavia, emerge un divario significativo tra coloro che dichiarano di informarsi sulla gestione dei propri risparmi e quelli che effettivamente lo fanno. Le principali barriere, some un tempo, sono linguistiche e psicologiche: la grande maggioranza degli italiani si sente scoraggiata dalla terminologia tecnica, spesso in inglese, e quasi tre italiani su quattro provano disagio a causa della percezione di incompetenza o della paura di sbagliare.

Preoccupazioni economiche recenti

In un sondaggio più recente, Renato Mannheimer ha rilevato che il 75% degli italiani si dichiara “agitato o terrorizzato” dalle conseguenze economiche dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Questa preoccupazione è trasversale e coinvolge ad esempio anche il 60% degli elettori della Lega. L’ansia per l’impatto sull’economia nazionale e sui prodotti italiani, come il parmigiano, riflette una crescente insicurezza finanziaria tra la popolazione.

Questi dati sottolineano come, nonostante il risparmio sia un pilastro della cultura italiana, esistano significative difficoltà nell’accesso e nella comprensione delle informazioni finanziarie, che alimentano incertezza e timori economici.

Italiani e risparmio

Di Roberto Carli

L’edizione di marzo 2025 dell’Osservatorio ANIMA, realizzata in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research, evidenzia una certa stabilità nel sentiment degli italiani sulla situazione dell’Italia, accompagnata da un atteggiamento prudente sulla propria situazione personale. Tuttavia, il numero di chi percepisce l’inflazione come un problema importante è in calo, mentre la propensione agli investimenti si attesta ai massimi dall’inizio delle rilevazioni. La soddisfazione per i risultati dei propri investimenti, in risalita, si accompagna con un ritorno dell’interesse per il rendimento quando posto a confronto con la sostenibilità.

Quali sono le principali evidenze?

Il 22% dei bancarizzati e il 26% degli investitori ritiene che la situazione dell’Italia sia migliorata rispetto a un anno fa: percentuali in leggero miglioramento per i bancarizzati e in lieve calo per gli investitori, rispetto all’autunno 2024, quando questi valori si attestavano rispettivamente al 21% e al 27%.

Le aspettative per il futuro del Paese restano stabili. L’inflazione resta una fonte di preoccupazione rilevante per il 47% dei bancarizzati e il 38% degli investitori, ma con un calo di 5 punti percentuali in entrambe le categorie rispetto all’autunno 2024. Analizzando il dato per fasce d’età, si nota come la preoccupazione maggiore per la crescita dei prezzi aumenti progressivamente all’avanzare dell’età fino ai 64 anni, per poi calare significativamente fra gli over 65 .

Al contempo, il numero medio di progetti resta stabile (+0,1), attestandosi a 2,7, mentre il numero di italiani che ne ha almeno uno cresce da 32 a 33 milioni. Per contribuire alla realizzazione di questi progetti, gli italiani adottano le medesime strategie evidenziate nello scorso semestre: in primis la riduzione delle spese superflue (56%), l’accumulo di denaro per risparmiare/investire (52%) e un efficientamento della gestione dei risparmi in funzione degli obiettivi (30%)

La capacità di risparmio

La capacità di risparmio si conferma elevata e in crescita: il 57% dei bancarizzati e il 74% degli investitori riesce ad accantonare una parte del proprio reddito con costanza, mentre in autunno riusciva a farlo solo il 51% dei primi e il 68% dei secondi.

Per quanto riguarda gli investimenti, aumenta l’interesse per i prodotti finanziari, nei quali investirebbero il 61% dei bancarizzati e l’81% degli investitori, percentuali in aumento rispettivamente di +6% e +7% rispetto alla rilevazione precedente. Al secondo posto, sebbene in calo, resta la preferenza per gli immobili, prediletti dal 30% dei bancarizzati e dal 27% degli investitori.

La propensione a investire

Degna di nota è la salita ai massimi della propensione a investire: il 30% dei bancarizzati considera che sia un buon momento per investire nei mercati finanziari, in aumento di 7 punti percentuali rispetto a settembre 2024 (slide 15). Inoltre, il 48% dei bancarizzati e il 61% degli investitori si considerano “molto” o “abbastanza” soddisfatti dei propri prodotti d’investimento (slide 16). Con riferimento ai Piani di Accumulo di Capitale (PAC), si osserva un crescente interesse e una maggiore adesione, sia tra i bancarizzati (22%) che tra gli investitori (40%), con percentuali in netto aumento rispetto a marzo 2022.

Prendere decisioni di consumo sostenibili e a basso impatto ambientale e sociale, resta “molto” o “abbastanza” importante per il 79% dei bancarizzati e l’83% degli investitori, nonostante il lieve calo rispetto alla rilevazione autunnale (slide 19). Tuttavia, emerge un cambiamento nelle priorità di coloro a cui viene chiesto di scegliere fra sostenibilità e rendimento. Il 48% dei bancarizzati e il 45% degli investitori privilegiano ancora la prima, ma cresce il numero di coloro che danno maggior peso al secondo: oggi lo fa il 52% dei bancarizzati e il 55% di chi investe, in crescita rispettivamente del 9% e del 5% dall’autunno.



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