Finanza sostenibile: il nuovo standard europeo per le PMI


La Piattaforma dell’UE per la Finanza Sostenibile (Piattaforma), organo consultivo, istituito ai sensi dell’articolo 20 del Regolamento Tassonomia (UE) 2020/852 (Regolamento Tassonomia o Tassonomia), ha proposto un nuovo strumento – lo Standard per la Finanza Sostenibile delle PMI (Standard) – pensato per affrontare le specifiche esigenze e capacità di finanziamento sostenibile delle piccole e medie imprese (PMI).

Questo standard propone un quadro di classificazione semplificato rispetto alla Tassonomia per i finanziamenti sostenibili (verde o di transizione), insieme a protocolli di rendicontazione volontaria semplificati. L’obiettivo è ridurre l’onere della informativa di sostenibilità, necessaria per reperire finanziamenti che consentono di intraprendere un percorso verso emissioni nette zero e una più ampia sostenibilità ambientale. La Piattaforma stima che le PMI generano oltre la metà del PIL dell’UE e rappresentano oltre il 63% delle emissioni aziendali, sono quindi attori principali della transizione ambientale ed energica che, tuttavia, trovano difficoltà a reperire finanziamenti a causa, fra le altre cose, di elevate dimensioni minime dei prestiti e delle normative complesse quali il Regolamento Tassonomia. Quest’ultimo è e rimane uno strumento sempre più importante per l’accesso alla finanza verde nell’UE che però non è stato specificamente realizzato per le PMI a cui non si applica ma che è benchmark di riferimento per gli istituti di credito e per gli stakeholder della loro catena del valore.

Lo Standard, non è vincolante per le imprese ma diventa strategico perché consente alle PMI di divulgare volontariamente metriche chiave di sostenibilità ambientale in modo chiaro ed efficiente che possono essere funzionali per il reperimento di finanza sostenibile.

Lo Standard al momento è focalizzato sulla sostenibilità legata al clima ma si prevede che potrà essere esteso ad altri obiettivi ambientali, al momento non tiene conto delle proposte Omnibus.

Ambito di applicazione
Lo Standard è uno strumento pensato specificamente per le esigenze di finanziamento e le capacità di rendicontazione delle PMI, che intendono avere accesso a prestiti bancari a supporto di piani strategici ESG.

Lo Standard propone, quindi, un approccio semplificato, utilizzabile da istituti di credito per classificare i finanziamenti come sostenibili, verdi o di transizione.

Si applica sia a finanziamenti tramite debito che mediante equity. In base alla finalità del finanziamento, copre due tipologie:

– finanziamenti a scopo generale (quando la destinazione dei fondi non è nota): in tal caso, l’attività principale dell’azienda e l’azienda stessa devono rientrare nell’elenco delle attività e imprese previste dallo Standard e rispettare le regole di esclusione del Regolamento EU Benchmark for Paris-Aligned Benchmarks (PAB);

- finanziamento a uso specifico (project-specific) che devono riguardare progetti che rientrano nell’elenco delle attività ammesse in base allo Standard, indipendentemente dall’attività svolta dalla PMI.

Lo Standard amplia l’ambito delle attività rispetto a quelle definite nel Regolamento Tassonomia, distingue tre categorie di criteri: (1) criteri per le attività, (2) criteri per le imprese e (3) criteri per gli investimenti.

Attività
I criteri per le attività includono le attività già previste dal Regolamento Tassonomia e dal Regolamento Delegato, e altre attività non incluse in quest’ultimo.

Per le attività già incluse nel Regolamento Tassonomia, la Piattaforma propone sette raccomandazioni per semplificare i criteri, adattandoli alle capacità economiche e operative delle PMI.

Per le attività non incluse, propone criteri alternativi, identificabili a livello di PMI attraverso diritti di proprietà intellettuale o schemi di etichettatura climatica. L’attività può essere considerata allineata se:

– la PMI ha ricevuto un premio “clean-tech” o “green” negli ultimi 3 anni, con un fatturato o business plan coerente con la propria attività principale e lo scopo del finanziamento è mantenere o sviluppare tale attività;

– ha registrato un brevetto (negli ultimi 3 anni) relativo a tecnologie per le rinnovabili, il clean-tech o il clima, e intende applicarlo;

– ha ottenuto un marchio ecologico climatico, e il fatturato principale deriva da prodotti o servizi coperti da tale marchio.

Imprese
Come elemento aggiuntivo, vengono proposti criteri basati sull’impresa, che consentirebbero a una PMI di classificarsi secondo lo Standard nel caso in cui avesse recentemente incorporato nel proprio modello di business pratiche legate al clima che mirano alla transizione verso un’economia sostenibile, oppure se fosse un’impresa in possesso di certificazioni climatiche.

Questi criteri sono proposti per essere applicati alle PMI la cui attività principale, in base al fatturato, non deriva da attività incluse nella Tassonomia e che probabilmente non vi rientreranno. Questo perché un’impresa che svolge attività già incluse può classificarsi direttamente in base al fatturato generato dai prodotti o servizi offerti, e qualsiasi finanziamento concesso a tale impresa rientrerebbe già nell’ambito di applicazione dello Standard.

I criteri relativi al modello di business dell’impresa mirano invece a individuare quelle PMI la cui attività principale non può essere considerata né dannosa né significativamente contributiva alla mitigazione del cambiamento climatico, come ad esempio le piccole imprese manifatturiere tradizionali o i fornitori di servizi.

Tali imprese, quindi, devono aver adottato pratiche climatiche nel proprio modello di business e dimostrare, negli ultimi 5 anni:
– una riduzione di almeno il 35% delle emissioni di GHG;
– oppure una riduzione del 20% del consumo energetico;
– oppure una sostituzione di almeno il 20% di materie prime primarie con materiali secondari/riciclati, residui di produzione o sottoprodotti.

Investimenti
Se la PMI realizza progetti che sono al di fuori del proprio core business, ma che ne migliorano la sostenibilità climatica, si applicano secondo lo Standard i criteri per gli investimenti. Oltre ai progetti già coperti dal Regolamento Tassonomia (e.g. tecnologie per l’energia rinnovabile), sono inclusi ulteriori investimenti in efficienza energetica o riduzione delle emissioni, come ad esempio interventi di efficienza energetica in strutture esistenti e progetti di elettrificazione di apparecchiature precedentemente alimentate a combustibili fossili.

Utilizzo dello Standard

Per le PMI, la Piattaforma ha sintetizzato il processo di auto-valutazione per verificare la rispondenza o meno allo Standard

SCHEMA 1

Per i soggetti finanziatori, la Piattaforma ha schematizzato l’approccio metodologico nella valutazione delle attività e/o delle PMI proponendo tra gli elementi chiave:

– l’obbligo di valutazione della vulnerabilità climatica, che stima i rischi fisici a carico della PMI e della sua catena del valore; in base a ciò, l’azienda dovrà attuare misure che rientrano nello standard;

– l’introduzione di salvaguardie ambientali e sociali minime, tra cui: esclusione di settori non ammissibili secondo il PAB; la rendicontazione basata sugli standard volontari per le PMI (VSME).

SCHEMA 2

Conclusioni
La survey Eurobarometro (2024) mostra che oltre il 90% delle PMI sta adottando misure per l’efficienza delle risorse, e un’indagine condotta da Eurochambres e SMEunited tra le PMI nel 2023 per il rapporto Compendium della Piattaforma ha rilevato che la maggioranza (58%) delle PMI intervistate ha già investito in progetti finalizzati a miglioramenti legati alla sostenibilità; questi dati confermano come il sostegno finanziario alle PMI è oggi ancor più necessario e strategico per garantire loro competitività nell’affrontare le sfide della transizione green.

* Partner e Responsabile ESG Pavia e Ansaldo



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