(Teleborsa) – Verificare quanto sono ad oggi diffuse le tecnologie 4.0 tra le imprese del Mezzogiorno, con particolare attenzione a come sta evolvendo il processo di trasferimento tecnologico e con un focus ai temi della doppia transizione, digitale e green. Questi gli obiettivi dell’evento
organizzato da BI-REX e Intesa Sanpaolo, tenutosi questo pomeriggio presso la nuova sede palermitana del Competence Center. Un appuntamento nel quale sono stati illustrati i risultati di un’indagine nazionale condotta su oltre 1500 aziende manifatturiere e dei servizi, rappresentati per l’occasione a livello territoriale, con focus sul Mezzogiorno. L’incontro – fanno sapere BI-REX e Intesa Sanpaolo in una nota – ha rappresentato un momento importante per il territorio: mentre nella sede bolognese di BI-REX l’iniziativa ha già raggiunto la sua quarta edizione, l’evento di Palermo ha segnato l’esordio in Sicilia e rappresenta la prima tappa di un ciclo di appuntamenti territoriali pensati per accompagnare le imprese italiane – in particolare quelle del Mezzogiorno – nei percorsi di trasformazione digitale e sostenibile.
Lo studio ha messo in luce la diffusione delle tecnologie 4.0, il ruolo chiave dei partner tecnologici nei processi di transizione e per la prima volta è stato proposto un approfondimento integrato sui temi della transizione digitale e green, offrendo un quadro aggiornato sulle opportunità legate alla Transizione 5.0, con focus sulle imprese del Mezzogiorno.
“La presenza di BI-REX sul territorio siciliano – dichiara Massimo Pulvirenti, Responsabile Project Portfolio & Consulting Office di BI-REX – testimonia l’attenzione del Consorzio nei confronti delle aziende del Mezzogiorno: è il primo passo di un processo che punta a rendere BI-REX punto di riferimento per le aziende, in particolare PMI, per l’attuazione di processi di trasformazione digitale, innovazione e sostenibilità”.
“La nostra banca supporta concretamente le Pmi siciliane che decidono di intraprendere un percorso sostenibile ed è in prima linea per accelerarne i processi relativi alle transizioni digitale e green. Il tessuto produttivo – dichiara Sebastiano Sartorio, Direttore Area Imprese Sicilia di Intesa Sanpaolo – dell’isola è caratterizzato dalla presenza di imprese molto dinamiche che rappresentano una componente essenziale delle filiere industriali del Mezzogiorno e dell’intero Paese. Intesa Sanpaolo si rivolge a queste aziende per aumentarne la competitività, offrendo soluzioni di finanziamento dedicate e consulenza specialistica”.
L’indagine sui processi di innovazione condotta dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con BI-REX ha coinvolto 264 imprese del Mezzogiorno. Più dell’80% delle imprese intervistate adotta tecnologie 4.0, con punte del 90% per le realtà più grandi e oltre l’85% tra chi è specializzato nell’elettronica, elettrotecnica e ICT. Anche tra le aziende più piccole si rileva un buon
grado di diffusione del 4.0 con più di 3 imprese su 4 che dichiara infatti di adottare almeno una tecnologia.
Tra le tecnologie più utilizzate spicca l’archiviazione, trasmissione e analisi dati (47%), il cloud computing (43%) e la robotica (39%). L’adozione di soluzioni più di frontiera come la realtà aumentata e Digital Twins è meno diffusa con percentuali inferiori al 3%.
L’introduzione di soluzioni 4.0 è un fenomeno recente, che si è affermato negli ultimi anni, grazie anche a efficaci interventi di politica industriale: nel periodo 2020-2024 il 77% del campione ha indicato di aver introdotto o potenziato misure 4.0 per supportare il processo di automazione e digitalizzazione anche con tecnologie sempre più evolute. I principali obiettivi raggiunti grazie al 4.0 sono molteplici; tende a prevalere il monitoraggio e controllo dei processi (68%), l’automazione (64%) e la velocità di produzione indicata da più di un
rispondente su due (54%) in una logica di ottimizzazione ed efficientamento dell’intero processo produttivo.
I soggetti che più accompagnano le aziende nell’adozione di tecnologie 4.0 sono principalmente i fornitori di tecnologie (73%) o di impianti e macchinari (67%), con minime differenze per classi dimensionali. Seguono a distanza i consulenti (31%) e le università e i centri di ricerca che comunque sono stati indicati dal 15%. Si tratta di partner che vengono attivati soprattutto da altre regioni rispetto
a quella di operatività delle imprese intervistate (65%). Per la maggior parte dei soggetti la relazione riguarda l’acquisto di tecnologia (62%); seguono formazione (40%), progetti innovativi, indicati da circa un’impresa su tre (32%). Dal punto di vista del grado di soddisfazione, le imprese esprimono un buon apprezzamento rispetto alle relazioni instaurate diffuso a tutti i principali partner, anche se non mancano alcune criticità come i costi elevati (43%), la lunghezza dei tempi (34%) e le difficoltà di coordinamento (33%).
Per la prima volta è stata approfondita, attraverso questa rilevazione, la tematica di come le imprese stanno affrontando la transizione digitale e ambientale. Le strategie green più diffuse riguardano l’utilizzo di tecnologie più efficienti per ridurre il consumo di energia (indicate dal 43% delle imprese) e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (34%) che rappresentano anche azioni specifiche per supportare il processo di efficientamento energetico. Dall’incrocio tra propensione al digitale (che tiene conto non solo dell’introduzione di una tecnologia 4.0, ma anche della pervasività e intensità della diffusione di soluzioni ICT e 4.0 nei processi
aziendali) e intensità green (definita considerando le diverse strategie green adottate dalle aziende), è stato possibile realizzare una prima mappatura del posizionamento delle imprese del Mezzogiorno rispetto alla doppia transizione. Si osserva da un lato, un nucleo di imprese (il 22% del campione) ben avviato sul fronte della transizione digitale e green, con valori medio alti per entrambi gli indicatori, mentre dall’altra emerge un gruppo di imprese (circa il 38%) in ritardo su entrambi i fronti. Sia per l’introduzione di tecnologia che per l’implementazione di strategie green sono state necessarie azioni sul capitale umano: su tutti spicca la formazione nell’ambito dei processi produttivi che rappresenta l’intervento più diffuso per entrambe le strategie, ma anche la formazione relativa alle
funzioni di acquisti, magazzino e logistica e il ricorso a specialisti esterni.
Nel prossimo triennio resterà alto l’impegno in formazione, innovazione e internazionalizzazione: tra le strategie adottate il 41% delle imprese si orienterà infatti verso investimenti in formazione, sviluppo di nuovi prodotti e potenziamento dell’export. Abbracciare la doppia transizione, investendo sia in tecnologia che in soluzioni green, rappresenta una strategia fondamentale per crescere e rimanere competitivi. L’analisi elaborata sui bilanci aziendali di un campione nazionale di 520 imprese evidenzia infatti come le imprese più virtuose sul fronte della doppia transizione abbiano avuto performance economico-finanziarie migliori, sia in termini di crescita del fatturato, che di marginalità, con indicazioni migliori anche per quanto riguarda la produttività.
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