Il Veneto si posiziona al secondo posto in Italia per il numero di progetti attivati e crediti d’imposta prenotati nell’ambito del piano Transizione 5.0. Con un totale di 105 milioni di euro in crediti d’imposta prenotati, la regione ha registrato investimenti pari a circa 227 milioni di euro, appena sotto la Lombardia, che guida la classifica. A livello nazionale, il valore complessivo dei crediti d’imposta prenotati ha superato i 600 milioni di euro, con proiezioni che indicano un possibile raggiungimento di 2,8 miliardi entro la fine del 2025, su un totale di 6,3 miliardi messi a disposizione dal governo.
Le difficoltà nell’attuazione del piano
Nonostante l’interesse da parte delle imprese, il piano, pensato per incentivare la transizione digitale e ecologica delle aziende, sembra incontrare ostacoli nella sua attuazione. Secondo Francesco Marcheluzzo, ingegnere e auditor per Industria 4.0 e 5.0, uno dei principali problemi è la mancanza di preparazione delle aziende nella misurazione dei consumi energetici, uno dei requisiti fondamentali per poter accedere agli incentivi. “Le imprese non sono ancora in grado di monitorare correttamente i consumi, il che limita notevolmente le adesioni”, ha spiegato Marcheluzzo durante un seminario organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Verona.
Il seminario, dal titolo “Industria 5.0 – Dalla sovranità tecnologica all’autonomia strategica”, ha approfondito anche i punti di forza del piano, il quale offre agevolazioni fiscali alle aziende che investono in digitalizzazione, sostenibilità e formazione del personale. Tuttavia, Marcheluzzo ha evidenziato come molti fondi rischiano di non essere utilizzati, con il governo che sta considerando di ridurre la dotazione complessiva a 3 miliardi di euro, riallocando il resto verso misure più efficaci.
Le opportunità offerte dalla misura
Il piano Transizione 5.0 prevede un credito d’imposta che può variare dal 35% al 45%, a seconda della riduzione dei consumi energetici, con un limite fino a 10 milioni di euro nel primo scaglione. È inoltre prevista una maggiorazione fino al 150% per gli impianti fotovoltaici per autoconsumo realizzati con pannelli europei. Le adesioni sono possibili per le imprese che effettuano nuovi investimenti a partire dal 1° gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2025.
Tuttavia, come sottolineato anche da Tiziano Tresanti, Ceo di Airpim Srl, nel corso dello stesso evento, la transizione digitale è fondamentale per permettere alle imprese di affrontare le sfide future, come crisi economiche o cambiamenti nei mercati internazionali. Tresanti ha rimarcato l’importanza di raccogliere e analizzare dati aziendali per poter prendere decisioni rapide ed efficaci, evidenziando come la digitalizzazione dei processi possa trasformarsi in un vantaggio competitivo.
Un futuro incerto ma con ampie potenzialità
Nonostante le difficoltà iniziali e l’incertezza sui tempi, il piano Transizione 5.0 rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane, ma affinché possa decollare in modo pieno, è fondamentale che venga superata la barriera culturale e tecnica che ancora frena l’accesso agli incentivi. Il Veneto, pur mantenendo una posizione di rilievo, dovrà quindi affrontare nuove sfide per sfruttare appieno le potenzialità offerte dal piano, soprattutto in termini di innovazione e sostenibilità.
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