Imprese: su Beko firmato accordo “storico”, quasi mille uscite volontarie incentivate


Firmato al ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del ministro Adolfo Urso e della sottosegretaria di Stato con delega alle Crisi d’impresa, Fausta Bergamotto, l’accordo quadro Beko finalizzato a garantire il rilancio e lo sviluppo produttivo degli stabilimenti italiani del gruppo nel lungo periodo. Presenti all’incontro e alla firma anche il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dei dicasteri competenti e degli enti locali interessati. In particolare, il segretario nazionale e responsabile del settore Uilm, Gianluca Ficco, e la segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore Elettrodomestico, Barbara Tibaldi. La firma giunge in seguito al consenso espresso dai lavoratori degli stabilimenti Beko Europe in Italia che, attraverso il referendum sindacale, hanno approvato con l’88 per cento dei sì il testo preliminare definito nei giorni scorsi da azienda, organizzazioni sindacali e ministero delle Imprese e del made in Italy. Un accordo “storico, per governare al meglio questa transizione industriale salvaguardando la forza straordinaria del made in Italy che diventa per questa grande multinazionale il centro propulsivo in Europa”, ha sottolineato il ministro Urso. “Tutti gli stabilimenti rimarranno operativi, Siena sarà avviata a un percorso di re-industrializzazione, non ci saranno licenziamenti e ogni uscita avverrà su base volontaria e incentivata. Credo sia un grande successo del Sistema Italia”, ha aggiunto il ministro.

Nel dettaglio, l’accordo – sottoscritto da azienda, organizzazioni sindacali, dicasteri competenti, Invitalia, regioni ed enti locali – prevede l’assenza di licenziamenti collettivi e l’impegno dell’azienda a non adottare atti unilaterali. Con la firma dell’accordo, l’azienda avvia inoltre un piano Italia da 300 milioni di euro di investimenti, destinati all’innovazione dei prodotti e all’ammodernamento degli impianti sul territorio nazionale, per assicurare continuità produttiva e tutela occupazionale in tutti gli stabilimenti. Gli esuberi passano da 1.935 a circa 950 e verranno gestiti esclusivamente con uscite volontarie e incentivate. Il governo, da parte sua, si impegna a tutelare l’occupazione per l’intera durata del piano, garantendo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali disponibili e, se necessario, attivando strumenti aggiuntivi previsti da futuri interventi normativi in fase di definizione. A Cassinetta di Biandronno (Va) saranno localizzate le produzioni da incasso per refrigerazione e cottura, compreso un nuovo forno premium. A Melano (An) sorgerà l’hub europeo per i piani cottura a gas, radianti e a induzione. Il sito di Comunanza (Ap) continuerà a produrre lavatrici e lavasciuga ad alta capacità e ospiterà una nuova linea di fascia alta, da definire entro tre mesi. Carinaro si conferma hub per la gestione di ricambi e accessori e inizierà a operare anche per le altre aziende del gruppo. Lo stabilimento diventa inoltre centro europeo per le attività sui ricambi e per il ricondizionamento degli elettrodomestici usati. Infine, viene assicurato un futuro produttivo al sito di Siena, inizialmente previsto per la chiusura. L’impianto presentava criticità, tra cui un canone d’affitto ritenuto non conforme e ben oltre i valori di mercato. Grazie all’impegno di Invitalia, che acquisirà il sito in accordo con il comune di Siena, saranno create le condizioni per la re-industrializzazione e l’individuazione di un nuovo investitore, restituendo continuità produttiva e occupazionale al sito toscano, secondo un modello di sviluppo sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale ed economico.

“Sono stati mesi di trattative serrate, però abbiamo fatto un buon lavoro, tutti insieme”, ha dichiarato Bergamotto. “A novembre abbiamo respinto un piano industriale che non era in linea con la continuità produttiva degli stabilimenti e con la tutela dell’occupazione. Oggi – ha proseguito – arriviamo a questo accordo definitivo con un piano di investimenti da 300 milioni, dove gli esuberi, volontari e incentivati, sono scesi sotto quota mille e dove non c’è la chiusura di nessuno stabilimento, con Comunanza che continuerà a produrre e Siena si avvia verso una re-industrializzazione”, ha concluso Bergamotto. Voci favorevoli anche da parte dei sindacati, che definiscono l’accordo “importante, che scongiura i licenziamenti, preserva la presenza del gruppo in Italia e offre una speranza concreta di reindustrializzazione ai lavoratori di Siena”, hanno dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, e Ficco. Ora per supportare l’industria degli elettrodomestici sul lungo termine “occorrerà insediare il tavolo di settore preannunciato dal Ministro Urso e varare misure idonee a recuperare competitività sui mercati internazionali”, hanno osservato. Per la segretaria Tibaldi, “abbiamo firmato un buon accordo che è stato approvato da oltre l’88 per cento delle lavoratrici e dei lavoratori degli stabilimenti di Beko”. Il titolare del ministero delle Imprese e del Made in Italy, infatti, avrebbe “l’intenzione” di procedere alla convocazione del tavolo del bianco e dell’elettrodomestico, secondo quanto si apprende “dopo che nei prossimi giorni ci sarà un altro annuncio altrettanto importante e significativo di un’impresa internazionale che intende investire nell’elettrodomestico nel nostro Paese”. Urso avrebbe quindi l’obiettivo di convocare il tavolo “per stabilire insieme alle forze che ne fanno parte, quindi regioni interessate, aziende, associazioni di impresa e sindacati, una politica industriale per il settore del bianco che si eserciterà in Europa, come sempre doveroso fare, e in Italia”.

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