Zls Genova-Savona, via alla governance: come funziona la nuova leva per attrarre investimenti


Parte ufficialmente la Zona Logistica Semplificata (Zls) dei porti di Genova e Savona: dopodomani si riunisce per la prima volta il comitato direttivo. Tra i membri, Maurizio D’Amico, esperto di logistica e rappresentante del ministero dei Trasporti, spiega come questo strumento possa offrire vantaggi competitivi per il sistema portuale ligure e il suo retroterra.

Funzioni principali – La Zls prevede semplificazioni amministrative, agevolazioni fiscali in linea con le norme Ue sugli aiuti di Stato e la possibilità di creare zone franche. Obiettivo: snellire le procedure doganali e attrarre imprese nei territori connessi al sistema portuale.

Territori coinvolti – L’area comprende il Comune di Genova, il retroporto di Vado Ligure, diversi snodi logistici in Piemonte (Rivalta, Novi, Alessandria), in Emilia (Piacenza, Dinazzano) e in Lombardia (Melzo e Milano Smistamento). “Tutti luoghi connessi con i porti e parte del loro ecosistema logistico”, sottolinea D’Amico.

Zone franche – “La merce extra-Ue può sostare in zona franca senza pagare dazi fino all’immissione sul mercato. Così l’importatore non anticipa i costi e ha maggiore flessibilità”, spiega D’Amico. 

Limiti e prospettive – Non tutta Italia può diventare Zls e le Zls, nate nel 2018, hanno subito rallentamenti, ma ora il governo ha riattivato il percorso.

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