Le pmi calabresi e l’accesso al credito. «Le banche non danno fiducia»


COSENZA Bilancio sostanzialmente stabile, nel trimestre gennaio-marzo, all’anagrafe delle imprese italiane. Secondo l’analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere sulla base delle iscrizioni e cessazioni rilevate dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio, il saldo complessivo tra aperture e chiusure si è attestato a -3.061 imprese, pari ad un tasso di variazione dello stock del -0,05%, il terzo dato meno negativo degli ultimi dieci anni.
Rispetto allo stesso periodo del 2024, quando il saldo era stato di -10.951 unità, la dinamica della nati-mortalità segna dunque un miglioramento, tenuto conto che il primo trimestre è tradizionalmente caratterizzato da una stagionalità negativa, causata dal consolidarsi nei primi mesi del nuovo anno delle chiusure pervenute a fine dicembre.
Tuttavia il modello di sviluppo italiano basato sulla piccola impresa diffusa vive un momento di difficoltà, stretto tra gli ostacoli dell’accesso al credito e la necessità di governare le innovazioni tecnologiche in un momento strategico per lo sviluppo. Al Corriere della Calabria, il presidente di Confapi Calabria, Franco Napoli, sollecita interventi per creare opportunità destinate alle imprese.

Franco Napoli – Confapi Calabria

L’accesso al credito

«La principale barriera che ostacola la crescita delle nostre imprese in Calabria e nel Mezzogiorno è sicuramente l’accesso al credito, registriamo una persistente difficoltà nell’ottenere finanziamenti adeguati, ovviamente a condizioni eque, da parte del sistema bancario. Le banche continuano a non dare fiducia alle nostre imprese, a noi imprenditori, negando spesso l’accesso al credito ma soprattutto imponendo condizioni insostenibili», denunciua Napoli. «Tutto ciò blocca lo sviluppo, frena gli investimenti e costringe molte realtà imprenditoriali a rinunciare alla crescita o addirittura alla chiusura».

L’assenza di figure qualificate

Altro tema che affronta Napoli è la difficoltà incontrata dalle imprese nel reperire figure qualificate. «La formazione è un altro tema fondamentale, anche se in questo momento la criticità più forte rimane quella della circolazione del denaro, la difficoltà a spendere le risorse del Pnrr. Speriamo in una proroga, ma a giugno 2026 saranno ancora poche le risorse spese. In questo momento c’è bisogno di spendere. Reperire figure professionali rappresenta un problema serio, il Governo e la Regione stanno facendo la loro parte, ma bisogna impegnarsi di più».

Investire nelle nuove tecnologie

Le imprese, anche quelle calabresi, sono chiamate ad investire nel futuro: una condizione che si traduce nella scelta obbligatoria di rendere macchinari ed impianti al passo con i nuovi sistemi tecnologici. «E’ vero, ma aggiungerei un altro elemento: il tema dell’energia. L’attuale scenario energetico rappresenta una delle principali criticità del nostro sistema produttivo. Gli aumenti e la difficoltà ad investire nell’innovazione pesano soprattutto sulle piccole e medie imprese, non solo quell’energivore che si trovano ad affrontare prezzi dell’energia tra i più alti d’Europa, ma anche dai nostri report emerge una forte preoccupazione tra gli imprenditori in relazione all’impatto del rincaro del gas», aggiunge Napoli. Che chiosa: «Un momento di difficoltà segnato da un contesto geopolitico minato da profonde incertezze, tutto questo non favorisce investimenti e crescita delle imprese». (f.b.)

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