Zes Unica, un volano per l’industria americana


L’annuncio dei dazi del 20%, poi sospesi per novanta giorni, è stato accompagnato dal Presidente Trump con l’invito alle imprese europee di venire a produrre negli States. Lo squilibrio della bilancia commerciale americana, secondo il Presidente Usa, potrebbe ridursi riportando l’industria manifatturiera dentro i confini statunitensi.

Un percorso impervio e molto difficile da portare avanti con le guerre tariffarie, anche perché tantissime merci sono realizzate con uomini e capacità ormai non più rinvenibili in America, a maggior ragione se si combatte indiscriminatamente l’immigrazione, serbatoio potenziale di lavori che i cittadini Usa non intendono più svolgere.

Una strada alternativa promettente, anche se ovviamente non completamente risolutiva, sarebbe quella di potenziare l’industria americana già esistente, consentendogli di ampliare presenze e insediamenti in altre aree del mondo.

Sotto questo profilo, un passaggio del documento congiunto diramato a conclusione del vertice di Washington tra Donald Trump e Giorgia Meloni appare molto interessante per l’Italia e, in particolare, per il Mezzogiorno.

“Gli Stati Uniti – si legge nella traduzione italiana – valuteranno le opportunità di investimento offerte dal contesto imprenditoriale italiano sempre più positivo, anche attraverso gli incentivi concessi dalla nuova Zona Economica Speciale Unica istituita in Italia”.

Insomma, Trump avalla in prima persona quanto prospettatogli nei colloqui riservati dalla Presidente del Consiglio in merito alla possibilità per multinazionali americane di sfruttare la grande occasione fornita da una grande area, il Mezzogiorno, in cui si può godere di un credito d’imposta e di semplificazioni tali da ridurre da 34 a una le autorizzazioni necessarie per dare vita all’investimento.

Di fatto, il Presidente Usa amplifica enormemente, in termini di marketing presso le imprese del suo Paese, una strategia di promozione della Zes Unica all’estero già avviata dai vertici della Struttura di Missione guidata abilmente da Giosy Romano in altrettante tappe di un Road Show tenutesi a Cannes, Hannover e Praga.

Se passa il messaggio, del tutto veritiero alla luce dei risultati, che nel Sud Italia si può intraprendere una iniziativa produttiva in poco più di trenta giorni, godendo di una posizione baricentrica invidiabile, vista la proiezione sempre maggiore dell’economia europea nel Mediterraneo, per il Mezzogiorno si può davvero aprire una stagione di forte recupero del divario territoriale con il Centro Nord e il resto del Continente.

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